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 2016  settembre 10 Sabato calendario

IN CODA PER L’IPHONE 7?

Una prima smentita della perdita di interesse per Apple e iPhone viene da Akamai, la società che attraverso un network mondiale di server consente a centinaia di milioni di utenti di vedere senza interruzioni eventi in streaming come concerti, eventi sportivi e show, tipo quello tenuto il 7 settembre a San Francisco da Tim Cook e dagli altri top manager di Cupertino. Secondo Akamai, la presentazione dei nuovi iPhone 7 ha polverizzato ogni precedente record di evento visto in streaming attraverso Internet, scalzando il precedente primato della finale degli Europei di calcio 2016 tra Portogallo e Francia.
Se l’interesse per i nuovi iPhone, a quasi dieci anni dalla presentazione del primo modello da parte di Steve Jobs e dopo oltre 1 miliardo di smartphone venduti, rimane quindi ancora alto almeno a livello informativo, per i primi dati concreti sulle vendite occorrerà invece aspettare più del solito. Apple ha infatti comunicato che, al contrario di quanto è accaduto sinora, non fornirà alcun dato sulle vendite realizzate tramite i pre-ordini sul proprio sito, partite venerdì 9 settembre, né sul primo week-end di commercializzazione dei nuovi iPhone, che debutteranno anche in Italia il prossimo 16 settembre. «Le vendite iniziali saranno determinate dalla disponibilità dei prodotti e non dalla domanda dei consumatori e abbiamo ritenuto che questo dato non sia più significativo per i nostri azionisti né per i nostri clienti», ha dichiarato Apple, che ha aggiunto di avere la certezza di un sold-out per iPhone 7 già prima di registrare il primo pre-ordine, anche per via della rete di distribuzione capillare in tutto il pianeta e degli accordi con gli operatori.
Le caratteristiche di iPhone 7 (al proposito si veda altro servizio a pagina 55) sono del resto osservate con attenzione spasmodica non solo da centinaia di milioni di consumatorima anche dagli investitori e dagli analisti proprio per via del ruolo centrale che il dispositivo riveste ormai nei conti del colosso di Cupertino, che realizza circa due terzi del proprio fatturato proprio grazie al geniale smartphone creato da Jobs che ha rivoluzionato in meno di dieci anni almeno tre mercati e lo stesso volto del settore hi-tech. Nel corso della presentazione del 7 settembre il titolo Apple non ha registrato grandi scossoni a Wall Street, viaggiando in territorio leggermente negativo per poi chiudere poco sopra la parità vicino ai 108 dollari e poi flettere nel corso delle successive sedute di giovedì e venerdì. Wall Street, che pure scontava già la mancanza di novità esplosive specie a livello di design rispetto ai modelli esistenti, ha confermato quindi grande prudenza sulle prospettive di vendite dei nuovi modelli, che devono inoltre confrontarsi con i numeri record raggiunti da iPhone 6 e 6 Plus, che due anni fa hanno convinto decine di milioni di consumatori a fare la fila per comprare smartphone con display più grandi rispetto al passato. Anche l’apertura in Cina aveva contribuito al balzo degli scorsi trimestri, che però appare difficile da sostenere su base continuativa specialmente in un mercato, quello degli smartphone, la cui crescita ha evidenziato una frenata a livello mondiale e anche in molti Paesi emergenti si basa ormai sulla sostituzione di modelli esistenti.
Uno scenario quindi complesso e reso ancora più difficile dall’aggressività di concorrenti come Samsung, Asus e Huawei, che molti analisti hanno però invitato a non sopravvalutare. A 108 dollari, infatti, il titolo Apple quota con rapporto tra prezzo e utili per azione di appena 12,1, decisamente inferiore a quello di competitor come Microsoft (27,7), tanto che Ubs sulle azioni della Mela ha lasciato invariati tanto la raccomandazione di buy quanto il target price di 115 dollari, legato al solo raggiungimento di un rapporto prezzo/utili di 13, tipico di società con un business model decisamente meno redditizio.
Oltre a iPhone 7, alla seconda generazione di orologi intelligenti Watch e a una serie di cuffie e auricolari senza fili, Apple ha anche comunicato numeri in crescita per servizi come Music, i cui sottoscrittori sono cresciuti in tre mesi da 15 a 17 milioni, mentre i download di app e altri prodotti digitali da App Store sono raddoppiati su base annua superando i 140 miliardi.
A sostenere le vendite dell’iPhone 7, che presenta in ogni caso numerosi passi avanti rispetto all’attuale generazione di smartphone, può essere però anche un altro dato, ovvero l’età media dei dispositivi della casa di Cupertino già sul mercato. Secondo i dati elaborati dalla società di ricerca Consumer Intelligence Research Partners, il 36% dei consumatori statunitensi ha cambiato il proprio iPhone con il nuovo modello dopo 2-3 anni, mentre il 40% dopo 1-2 anni. Numeri che fanno ben sperare Apple, se non altro considerando le centinaia di milioni di iPhone 5 e 5S venduti, la cui batteria dopo 2-3 anni si sta avvicinando alla fine del ciclo di vita.
di Davide Fumagall, MilanoFinanza 10/9/2016