Manfredi Alberti, il Fatto Quotidiano 12/9/2016, 12 settembre 2016
SCUOLA, IL LATO PIÙ OSCURO DEL FLOP NEL CONCORSONE
Il primo settembre, durante la Festa dell’Unità a Catania, il sottosegretario Faraone e la senatrice Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd, sono stati duramente contestati. In quell’occasione c’erano molti docenti arrabbiati, che da molti anni patiscono la precarietà, vedendo negato il proprio diritto al lavoro. Fra questi i partecipanti alla farsa dell’ultimo concorso a cattedra, il quale si sta rivelando ogni giorno di più un clamoroso flop. Alcuni docenti bocciati al “concorsone” hanno consegnato personalmente a Faraone un dossier che evidenzia con molta chiarezza tutti i contorni di questo concorso aberrante.
I PROFESSORI SCARTATI
La selezione avrebbe dovuto reclutare in tutta Italia 63.712 docenti, ma non potrà farlo perché più della metà dei 175.245 candidati, tutti abilitati, sono stati già bocciati alla prima prova, quella scritta.
In alcune regioni e per alcune classi di concorso si è assistito al paradosso del 100 per cento di bocciature. Per il prossimo anno scolastico circa 23.000 cattedre resteranno scoperte, e verranno assegnate a quegli stessi professori bocciati, richiamati in qualità di supplenti. Si tratta di un risultato del tutto anomalo, non paragonabile a quello del precedente concorso del 2012, il quale, a differenza di quello del 2016, era aperto anche ai laureati senza abilitazione.
La principale ragione di questa ecatombe di candidati non risiede certo nel livello di preparazione degli insegnanti. Molti di loro hanno superato il Tfa, un tirocinio abilitante molto selettivo, gestito da università e scuole, che equivale a un vero e proprio concorso. La vera causa delle bocciature, come evidenzia il dossier consegnato a Faraone, risiede nell’assurdità e nell’illogicità della prova scritta proposta ai candidati. A questi ultimi, infatti, è stato chiesto di rispondere in 150 minuti sia a sei domande a risposta aperta su argomenti molto vasti, articolati e spesso surreali, da declinare in chiave didattica, sia a diversi quesiti in lingua straniera.
NESSUNO HA VINTO
Il tempo a disposizione per ciascun quesito era palesemente sottodimensionato: circa 15 minuti per domanda. La prova scritta, per di più, era da svolgere al computer, con un software del tutto inadeguato. Tutti i partecipanti alla prova parlano di un compito concepito in modo squilibrato, impossibile da svolgere in maniera soddisfacente. Una sorta di talent show per bravi dattilografi.
Chi ha superato la prova scritta, e magari anche l’orale, non si sente un vincitore. Solo un fortunato che è riuscito a sfuggire alla mannaia di bocciature indiscriminate e casuali. È vero, “i concorsi selezionano”, come ha affermato la senatrice Francesca Puglisi. Ma un conto è selezionare attraverso una prova che permetta ai candidati di rivelare le proprie capacità, un altro conto è allestire una macchina concorsuale, come quella del 2016, rivelatasi una trappola per eliminare il più alto numero di candidati.
Per spiegare le bocciature di massa al “concorsone” non bisogna trascurare l’esame di un’altra variabile: il comportamento delle commissioni giudicatrici e la loro qualità.
L’approssimazione e la fretta con cui è stato allestito il concorso, insieme alla mancanza di un adeguato compenso per i commissari, hanno probabilmente imposto agli uffici scolastici regionali di raccattare per la correzione degli elaborati molti docenti non all’altezza della situazione, forse solo desiderosi di un po’ di visibilità e di micropotere. Candidati mediamente molto preparati (tutti abilitati, e molti con dottorati, pubblicazioni scientifiche ed esperienze all’estero) sono dunque stati eliminati senza nessuno scrupolo da colleghi tendenzialmente meno formati di loro. Molte commissioni si sono prestate a questa farsa, applicando in maniera arbitraria e scriteriata griglie di valutazione del tutto inadeguate. In molti casi chi ha partecipato alla prova orale ha potuto riscontrare da parte delle commissioni un atteggiamento punitivo e fazioso, sfacciatamente filogovernativo, e che tradiva spesso l’implicita volontà di falcidiare i candidati.
Molti commissari si sono dimessi in segno di protesta contro un simile atteggiamento vessatorio, tanto diffuso da lasciar pensare a una regìa dall’alto.
Le giovani generazioni di docenti abilitati sono state sufficientemente bistrattate Già penalizzate per non aver potuto partecipare al concorso del 2012 (il quale aveva imposto un assurdo sbarramento su base anagrafica, presto dichiarato illegittimo dalla magistratura), vengono ora umiliate con bocciature ingiuste e insensate.
Per rimediare al danno, è giunta l’ora che il governo riconosca a questi docenti il diritto a insegnare, prevedendo un loro inserimento nelle graduatorie a esaurimento in vista dell’assunzione a tempo indeterminato.
Manfredi Alberti, il Fatto Quotidiano 12/9/2016