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 2016  settembre 11 Domenica calendario

MURARO-STORY: CERRONI, FISCON E QUEL RITOCCO AL CURRICULUM

Nonostante le bugie raccontate in merito all’indagine a suo carico, Paola Muraro gode ancora della fiducia della sindaca di Roma Virginia Raggi. A suggerirle Muraro per il ruolo di assessora all’Ambiente, è stato un altro Cinque Stelle, Stefano Vignaroli, vicepresidente della commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che conosceva l’esperienza di Muraro in Ama, l’azienda capitolina di igiene urbana.
Muraro diventa consulente di Ama nel 2004, ma ha già alle spalle altre collaborazioni, soprattutto nel suo settore di competenza, quello del compostaggio dei rifiuti. A cavallo con l’esperienza nell’azienda pubblica romana c’è anche un rapporto professionale con Sogenus spa, dal 1996 al 2012, ultimo compenso: 30 mila euro lordi all’anno. “Una professionista capace” ricordano dall’azienda. Tra il 2010 e il 2012, poi, è consulente di Bioman, società che nel 2013 vince in Ati con altre aziende un appalto proprio per Ama.
Ma come e perché nel 2004 Paola Muraro arriva in Ama, dove resta fino al giugno 2016? L’allora amministratore delegato dell’azienda Domenico Tudini racconta: “Era un’esperta molto preparata. Non riceveva un compenso enorme all’inizio (un milione di euro in 12 anni, ndr). La selezione dei consulenti veniva effettuata da Giovanni Fiscon, allora direttore generale e da Giuseppe Rubrichi”. Due nomi che tornano. Rubrichi è stato coinvolto nel processo sull’inceneritore di Colleferro e con Muraro condivide un posto nel comitato tecnico dell’associazione Atia Iswa che riunisce i tecnici del settore, presieduta proprio da Muraro. Giovanni Fiscon, invece, ex direttore generale di Ama, è stato arrestato per Mafia capitale con l’accusa di corruzione, ed è più volte citato, ma non indagato, nelle carte dell’inchiesta sul sistema di Manlio Cerroni, detto “il supremo”.
In Ama Paola Muraro è stata molto vicina a Giovanni Fiscon fino all’arresto di quest’ultimo: oggi condividono lo stesso avvocato, Salvatore Sciullo. Muraro è stata anche chiamata, lo scorso ottobre, come testimone di difesa nel processo a carico di Fiscon e Panzironi. Il Fatto ha raccontato un altro episodio singolare. Lo scorso aprile in aula era presente Fiscon, in un processo che lo vede imputato per la gestione dei rifiuti dell’Ama nell’impianto di Rocca Cencia della società dell’avvocato Cerroni. Al suo fianco c’era Paola Muraro, eppure i giudici non dovevano sentire né lei né Fiscon. Muraro, nel 2016, non aveva nel suo contratto l’assistenza nei procedimenti penali, forse potrebbe aver scelto di terminare l’incarico iniziato durante il precedente contratto. In aula Muraro chiacchierava con Fiscon, suo ex capo, mentre veniva ascoltato come teste un maresciallo dei carabinieri del Noe.
A proposito di militari, in Ama, era proprio Paola Muraro che “accoglieva” i carabinieri quando c’erano ispezioni presso gli impianti. E in quelle occasioni ricordava spesso di essere sposata proprio con un colonnello dei carabinieri, Gianfranco Lusito, oggi con incarico a Roma, ma già comandante provinciale dei carabinieri di Treviso, in buoni rapporti anche con i vertici dei carabinieri dell’Ambiente.
Muraro vanta anche altro nel suo curriculum: “Supporto tecnico professionale alla Procura della Repubblica di Napoli per la formulazione dell’impianto accusatorio del processo instaurato in conseguenza dell’emergenza rifiuti”. In realtà Muraro era solo una teste chiamata dall’accusa, visto che l’attuale assessora era consulente di Impregilo, l’impresa che ha gestito il ciclo rifiuti in Campania. Il Fatto ha scoperto la vicenda e raccolto l’opinione dell’ingegnere Paolo Rabitti, allora consulente della Procura di Napoli, che ha spiegato: “Muraro ha dato supporto a Impregilo, non alla Procura. Nessun supporto tecnico”. Una conferma che arriva rileggendo la sua testimonianza in aula del 20 gennaio 2010, durante la quale affiora anche qualche “non ricordo”: il pubblico ministero è costretto a rileggerle quanto aveva dichiarato nel verbale di sommarie informazioni per rinfrescarle la memoria.
A far discutere, nel percorso di Muraro da assessora c’è anche il primo incontro con l’ex ad di Ama Daniele Fortini, quando Muraro, vista la crisi in corso a Roma, propose l’uso del tritovagliatore di proprietà di Cerroni, il cui iter autorizzativo è sotto indagine. Per la sua esperienza professionale, non sono mancati incroci con un uomo dell’anziano avvocato, come l’ingegnere Rosario Carlo Noto La Diega, arrestato lo scorso anno, poi scarcerato, in un’inchiesta a Viterbo sulla gestione dei rifiuti. Proprio in questi giorni è emersa una consulenza di Muraro con la Gesenu, società, destinataria lo scorso anno di interdittiva antimafia, partecipata dal Comune di Perugia, ma anche da una società dell’impero di Cerroni oltre che dallo stesso Carlo Noto La Diega. In una nota Manlio Cerroni conferma l’incarico, datato ottobre 2015, ma spiega: “Dal maggio 2015 abbiamo affidato ad un professionista il ruolo di consigliere di Gesenu e dal maggio 2016 abbiamo venduto le nostre quote”. Il Fatto ha contattato l’ingegnere Carlo Noto La Diega che ha spiegato: “Muraro la conosco molto bene fin dagli anni Novanta” ma poi ha chiuso la conversazione. Nel comitato scientifico di Ecomondo 2016 compaiono in coppia Paola Muraro e proprio Noto La Diega. Rapporti al vaglio degli inquirenti, così come il ruolo svolto da Muraro negli impianti Ama, che dal 2010 al 2012 hanno lavorato a singhiozzo, a vantaggio delle strutture di Cerroni. Un’inchiesta che si allarga mentre Raggi continua, in pubblico, a difendere la sua assessora, sempre più una presenza ingombrante nella giunta.
di Nello Trocchia, il Fatto Quotidiano 11/9/2016