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 2016  settembre 11 Domenica calendario

Che cos’è l’Italicum e come funziona? L’Italicum è la legge elettorale per l’elezione della Camera dei deputati approvata il 4 maggio 2015 ed entrata in vigore il primo luglio 2016

Che cos’è l’Italicum e come funziona? L’Italicum è la legge elettorale per l’elezione della Camera dei deputati approvata il 4 maggio 2015 ed entrata in vigore il primo luglio 2016. È un sistema elettorale proporzionale a due turni con un premio di maggioranza: vince al primo turno la lista, non sono previste le coalizioni, che supera il 40 % dei voti Chi vince ottiene 340 seggi pari al 55% dei seggi della Camera. Nel caso nessuno superi la soglia del 40% si prevede un secondo turno di ballottaggio fra le due liste più votate. Chi vince ottiene sempre 340 deputati. Fra i due turni non sono previsti apparentamenti. È prevista una soglia minima del 3 per cento nazionale per accedere alla ripartizione dei seggi. Gli elettori sono divisi in 20 circoscrizioni e 100 collegi: i capilista nei 100 collegi sono bloccati, cioè vengono eletti automaticamente in caso di conquista di seggi: gli altri eventuali sono asseganti in base alle preferenze raccolte dai candidati. Perché è legato al referendum sulla riforma costituzionale? La nuova legge elettorale e la riforma costituzionale sono due leggi dverse. In autunno si voterà solo sulla seconda. Ma molti oppositori della riforma lamentano il “combinato disposto “ delle due leggi. Le modalità di elezione della Camera, soprattutto le nomine bloccate di parte degli eletti e il premio di maggioranza, rischierebbero secondo questi critici di ampliare ulteriormente i nuovi poteri del governo previsti dalla riforma Boschi. Soprattutto in materia di agenda parlamentare. Il rischio sarebbe uno sbilanciamento dei poteri e un’alterazione degli equilibri costituzionali. Il timore è anche che la maggioranza di Camera e Senato possa eleggere in maniera solitaria il presidente della Repubblica e altri organi di garanzia. Nel panorama politico è soprattutto la sinistra del Pd a subordinare il proprio Sì al referendum costituzioanle all’immediato cambiamento dell’Italicum. La Consulta deve ancora pronunciarsi Può bocciarlo? Il 4 ottobre la Consulta deciderà sull’ammissibilità di sei ricorsi contro l’Italicum presentati dal Coordinamento democrazia costituzionale, lo stesso gruppo che aveva presentato i ricorsi che hanno portato alla parziale bocciatura del Porcellum, e rimessi ai giudici costituzionali dal Tribunale di Messina. E partendo da questa sentenza molti costituzionalisti pensano che la Corte possa bocciare l’Italicum perché, come il Porcellum, non permette agli elettori di scegliere parte degli eletti e non prevede una soglia minima per partecipare all’attribuzione del premio di maggioranza. La decisione della Corte naturalmente inciderà sullo svolgimento del referendum e sulla possibile modifica dell’Italicum. In caso di bocciatura resterebbe in vigore il Consultellum, il metodo proporzionale di risulta dopo la parziale bocciatura del Porcellum da parte dei giudici costituzionali. C’è una maggioranza parlamentare per modificarlo? Nell’ultimo voto alla Camera, il 4 maggio del 2015, hanno votato a favore dell’Italicum Pd, Ncd, Udc, Scelta Civica, Centro democratico, Psi e Maie. La minoranza del Pd, che ha votato la riforma costituzionale, però ha deciso di votare no. I numeri dicono che, in caso di volontà del Pd di modificare l’Italicum, si aprono due strade. Una prevede la rinascita del Patto del Nazareno. E Berlusconi sarebbe ben contento di passare dal premio alla lista al premio alla coalizione che risolverebbe molti problemi politici del suo centrodestra. E sarebbero d’accordo anche i gruppi centristi della maggioranza che vedrebbero alzarsi le probabilità di tornare in Parlamento. L’altra strada prevede invece un accordo più ampio con il Movimento Cinque Stelle che in Parlamento si è opposto ferocemente al varo dell’Italicum. Ma nel momento in cui si è cominciato a parlare di modifiche i grillini hanno subito detto no. Perché il M5S contrario alla legge ora non vuole cambiarla? Il Movimento Cinquestelle, soprattutto dopo i risultati delle ultime amministrative e le dinamiche elettorali che si sono registrate, si è convinto che il doppio turno dell’Italicum è lo strumento ideale per una sua vittoria su scala nazionale. Al secondo turno, infatti, i non vincenti del primo si coalizzano in genere contro il Pd e votano il candidato grillino arrivato al ballottaggio. Inoltre il M5S non ha alcun interesse a passare dal premio di maggioranza alla lista al premio di maggioranza alla coalizione. In primis perché rifiuta ideologicamente l’idea di coalizzarsi alle elezioni con altre forze politiche. Ma soprattutto ancora una volta per calcolo: una coalizione di centrosinistra, allargata a sinistra, e una coalizione di centrodestra che raccolga tutti gli spezzoni potrebbero infatti arrivare prima e seconda, estromettendo i grillini dal possibile ballottaggio vincente. Quali sono i modelli alternativi proposti finora? Nei cassetti delle commissioni parlamentari giacciono naturalmente molte altre proposte di legge elettorali. L’ultima in ordine di tempo è arrivata dalla minoranza del Pd, proposta a Renzi come terreno di mediazione sul Sì al referendum costituzionale. I bersaniani vogliono un ritorno al Mattarellum con alcune rivisitazioni. Scelgono di eleggere 475 deputati nei collegi uninominali, più 12 all’estero. I restanti 143 li vogliono divisi in due premi di maggioranza: 90 alla coalizione, o alla lista, vincente a livello nazionale, tale da portare il numero dei deputati al massimo a 350. Trenta seggi andrebbero al gruppo arrivato secondo e 23 sarebbero divisi fra chi ha superato il 2%. I giovani turchi vogliono adottare il modello greco con un premio di maggiranza del 15%. Anche i grillini hanno una proposta: un sistema proporzionale con collegi intermedi e possibilità di dare preferenze positive e negative.