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 2016  settembre 11 Domenica calendario

BACIO «Quando bacio la mi’ moglie è un contatto uguale: se è rigore non lo so» (Luciano Spalletti, allenatore di calcio, della Roma, a proposito del rigore che ha permesso alla sua squadra di vincere contro la Samp domenica scorsa)

BACIO «Quando bacio la mi’ moglie è un contatto uguale: se è rigore non lo so» (Luciano Spalletti, allenatore di calcio, della Roma, a proposito del rigore che ha permesso alla sua squadra di vincere contro la Samp domenica scorsa). CIRCO «Questo calcio non mi piace perché a settembre, ottobre e novembre tanti giocatori vanno via con la nazionale e poi in 20 giorni devono giocare 7 partite: questo non è vero calcio ma solo un circo per fare soldi» (Maurizio Sarri, allenatore di calcio, del Napoli). TESTA/1 «Come si fa essere decisivi anche a 40 anni? La testa è fondamentale e ti aiuta in tutto e poi anche la serenità che mi trasmette la mia famiglia. Quando stai bene con la testa poi in campo si vede. Come sto vivendo quest’ultimo anno da calciatore? Me lo vivo serenamente e quotidianamente, con la testa libera. Poi se sto così perché dovrei smettere?» (Francesco Totti, calciatore, capitano della Roma). TESTA/2 «Negli ultimi 50 metri ho pensato di non farcela, non capivo più niente. La mia testa dura mi ha fatto andare oltre quello che pensavo. Non mi sono neanche accorto che stavo per vincere, l’ho capito solo quando ho visto accendersi la lucina rossa sopra la mia mano. Dedico questa medaglia a me e solo a me, perché io solo so quanta fatica mi è costata» (Federico Morlacchi, nuotatore, medaglia d’oro nei 500 stile libero alle Paralimpiadi di Rio). PRESSIONE «È l’anno più bello della mia vita. Nessun dubbio. Ciò che mi è successo in queste ultime due settimane è incredibile. Ma sono orgogliosa di come ho saputo gestire la pressione» (Angelique Kerber, tennista, vincitrice degli U.S. Open e nuova numero 1 del ranking mondiale). TERRA «Sento parlare di Sassuolo da Champions: non scherziamo, dobbiamo rimanere coi piedi per terra e avere grande umiltà» (Eusebio Di Francesco, allenatore di calcio, del Sassuolo). SOGNO «Volete sapere qual è il mio vero sogno? Mio padre fa il radiocronista, vorrei tanto arrivare a giocare in nazionale mentre lui fa la radiocronaca della partita. Non saprei davvero dire chi di noi due, quel giorno, sarebbe più emozionato» (Luca Torreira, calciatore, centrocampista uruguaiano della Sampdoria). 17 «Dopo qualche stagione in cui ho avuto dei problemi fisici che non mi hanno dato continuità, con i miei amici ho deciso di prendere in contropiede la sfortuna scegliendo il 17» (Gianluca Caprari, calciatore, attaccante del Pescara).