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 2016  settembre 09 Venerdì calendario

DRUDGE E GLI ALTRI TEMUTI DAI PRESIDENTI


È nato venti anni fa come aggregatore di notizie di altri giornali. E oggi il Drudge Report è la prima fonte di traffico esterno (social esclusi) per le versioni online di testate quali il New York Time, il Washington Post, Cnn, Fox News, Reuters, The Wall Street Journal, secondo la società di rilevazioni SimilarWeb.
Fondato nel 1995 da Matt Drudge (classe 1966), il sito di gossip è salito alla ribalta internazionale solo un anno dopo la sua fondazione con uno degli scoop più importanti del secolo: il caso Monica Lewinsky.
A fine dello scorso anno Politico titolava: The Drudge Report still dominant aggiungendo che «questa doveva essere una campagna elettorale guidata dai social eppure è stato un altro anno eccezionale per Matt Drudge, il cui sito omonimo ha collezionato più di 8 miliardi di visite nel 2015».
Più recentemente la sua linea editoriale pro-Trump (Matt Drudge non ha certo mai nascosto le sue posizioni conservatrici) ha fatto infuriare pezzi grossi del partito Repubblicano come il senatore Ted Cruz che lo ha visto come una concreta minaccia alla sua corsa durante le primarie.
Drudge è la testata ammiraglia di un mercato, quello del gossip, che vale circa 3 miliardi di dollari negli Stati Uniti, secondo le più recenti stime fatte dal New York Times, anche se risalenti ormai al 2011. Non molto è però cambiato da allora visto che, tra alti e bassi, l’industria del gossip viaggia ancora alla grande, con nuovi protagonisti e testate che consolidano sempre più il loro successo tra il pubblico.
Come il sito Tmz fondato dall’ex avvocato Harvey Levin nel 2005 e oggi di proprietà della Warner, che è stato valutato oltre 100 milioni di dollari. Una vera e propria macchina da guerra su tutto ciò riguarda lo star System, in febbraio si è guadagnato le attenzioni di una testata come il New Yorker, che gli ha dedicato una delle inchieste più importanti realizzate quest’anno e che ha portato alla luce, dopo 24 mesi di lavoro, le pratiche e le strategie del sito pronto a qualsiasi cosa pur di ottenere un’esclusiva (come ad esempio offrire grosse somme di denaro per entrare in possesso di cartelle cliniche di personaggi famosi).
Le testate e i blog di gossip negli Stati Uniti sono ancora capaci di attirare il denaro degli investitori e l’attenzione dei grandi giornali per le storie che riescono a tirare fuori o per il loro stesso modo di raccontarle. Ultimo è il caso di Gawker, il sito di gossip che oggi ha dovuto chiudere le attività per una guerra legale con il miliardario Peter Thiel. Non sempre campione di etica e correttezza, il giornale online però è stato anche capace di condurre in modo indipendente inchieste scomode (anche in collaborazione di testate come ProPublica) su Hillary Clinton, Facebook o l’ex sindaco di Toronto Rob Ford.
L.S.