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 2016  settembre 09 Venerdì calendario

GIGI D’ALESSIO E’ AL VERDE

GIGI D’ALESSIO E’ AL VERDE –
«Gigi è un mio amico». Valeria Marini non ce l’ha con Gigi D’Alessio, afflitto dai debiti e pronto a cantare altri 15 anni per ripianarli (poi però minimizza: «Magari ne facciamo due o tre e sistemiamo le cose»). Si era parlato di una situazione debitoria di 25 milioni, l’artista ha puntualizzato che «ringraziando Dio, si tratta di una cifra di tutt’altre dimensioni». Ma la Valeria nazionale che c’entra? Gli prestò 200 mila euro e non li aveva più rivisti. «Si trattava di un prestito “a titolo grazioso”, cioè tra amici», spiega a Oggi il legale della showgirl Antonio Villani. «Bisogna dire che D’Alessio ha sempre riconosciuto il suo debito che però, dopo tante promesse, negli anni non è mai stato ripianato. Ma ora ci sono segnali concreti per concludere questa vicenda». L’accordo di massima prevede un anticipo di 30 mila euro, più rate mensili di 5 mila. La Marini è donna generosa e non serba rancore. Gigi D’Alessio è stato suo testimone al matrimonio lampo con Giovanni Cottone, così come la compagna Anna Tatangelo lo era della sposa. Valeria ha un animo buono, ma chissà quanti altri, nella sfilza dei creditori di D’Alessio, non la pensano come lei.
Una cospicua fetta dei debiti deriva dall’infruttuoso affare portato avanti, proprio con Cottone, per rilanciare il marchio Lambretta in Italia. Un sogno nazionalpopolare, un affare a molti zeri che gli propone l’imprenditore con cui stringe amicizia quando questi inizia a frequentare la Marini. È il 2010 e D’Alessio si convince ad acquisire quote di minoranza di due società, Lambretta Motolife e Gi & Gi Technology, facenti capo a Cottone. «Volevo portare posti di lavoro ai giovani del Sud», dirà D’Alessio un paio di anni dopo, quando il sogno naufraga minato prima dalla crisi e poi dalla sentenza del Tribunale di Milano che assegna l’utilizzo del marchio a una società indiana.
LA PRIMA FRATTURA
Un sogno che gli costa caro, circa 3 milioni di euro, e che crea la prima frattura (di una lunga serie) con la compagna Anna Tatangelo: lei prova più volte a farlo desistere. Lo riconduce con i piedi per terra, puntando il dito sulla sua «eccessiva generosità nei confronti degli amici che spesso bussano alla porta del cantautore», come ci riferiscono intimi della coppia. Il rapporto con Cottone è ora ricucito.
È lo stesso imprenditore siciliano a dirlo a Oggi, raggiunto mentre si trova a Venezia con la neo fidanzata tutta curve Francesca Cipriani: «Con Gigi ci siamo chiariti e continuiamo a sentirci. Ha capito che a fregarmi è stato il mio ottimismo e io mi sono preso le mie colpe. Ma non mi va che si indichi il progetto Lambretta come l’inizio dei guai di D’Alessio. Gli investimenti possono andare bene o male. Ora abbiamo un concordato con la banca: lui pagherà il suo 50 per cento, io il mio restante».
Ma proprio mentre si chiude l’affare Lambretta, ecco una nuova tegola. D’Alessio viene accusato del mancato pagamento di un’auto acquistata anni prima. Non una vettura qualunque, bensì una lussuosissima Mercedes McLaren coupé da circa 500 mila euro. Anche stavolta è un «amico» a metterlo nei guai: Marco Palumbo, broker di auto di lusso che riforniva calciatori e personaggi dello spettacolo. «Non ci ho fatto neanche un giro. Sono stato ingannato», confesserà D’Alessio, una volta che la bega diventa di dominio pubblico. «Palumbo mi chiese il favore di acquistare per suo conto l’auto. Gli ho dato un anticipo e sottoscritto un finanziamento, in attesa del passaggio di proprietà che però non è mai avvenuto». Una cortesia a una persona di cui si fidava ciecamente, ma che di lì a poco sparisce senza lasciare tracce e mettendolo nei guai. Perché di quell’auto D’Alessio non saprà più nulla. «Ho firmato contratti con troppa facilità. Sono stato un ingenuo a credere nell’amicizia», ammetterà.
E POI C’E’ PURE IL FIGLIO
Chissà se tra gli investimenti sbagliati e le operazioni avventate sono annoverati anche quelli nel settore dell’abbigliamento e degli accessori. Suoi e del figlio Claudio, che qualche anno fa si lanciò con il brand Playa Nevada e Look@me, di cui è sopravvissuto solo quest’ultimo. Un figlio che portò turbolenze anche in occasione delle sue love story, con Nicole Minetti prima e Cristina Buccino poi, entrambe poco simpatiche alla Tatangelo.
La Gigi D’Alessio Holding, cioè l’insieme di società riconducibili al cantante napoletano, avrebbe debiti superiori, come cifra in euro, ai 20 milioni di dischi venduti. Le banche avrebbero pignorato ogni fonte di reddito e ipotecato l’intero patrimonio immobiliare di D’Alessio, terreni, la villa all’Olgiata dove vive con la compagna e il figlio Andrea, e quella di Porto Rotondo. Immobili dove il lusso è palesato in ogni angolo. In particolare la residenza di Roma, con una piscina scenografica, il giardino lussureggiante, arredi elegantissimi e rari pezzi di design, dove non manca lo studio di registrazione con al centro il pianoforte di Renato Carosone, acquistato senza limiti economici. C’è poi la villa in Sardegna, senza contare quell’amore mai nascosto per i mega yacht e «i jet con cui sbarca sull’isola», come riferisce un noto paparazzo. D’Alessio ha anche una passione sfrenata per le supercar come Ferrari e Bmw, per gli orologi che colleziona maniacalmente e che in parte gli furono sottratti durante un furto all’Olgiata tre anni fa, insieme ai gioielli di Anna e un po’ di contanti, per un ammontare di 200 mila euro. Tutti elementi che denotano un tenore di vita che ora Gigi dovrà contenere.
E poi ci sono gli alti e bassi con Anna. Lui è geloso. Lei disapprova la sua generosità e su Twitter scrive: «Mai parlato di matrimonio». La scommessa di Gigi è tenerla stretta a sé con quelle che sarebbero le nozze dell’anno.