varie 9/9/2016, 9 settembre 2016
APPUNTI SUL BOLOGNA PER METRO – LUCA BACCOLINI, LA REPUBBLICA 9/9 – Sono ancora senza casa ma potrebbero aver già trovato un posto in squadra
APPUNTI SUL BOLOGNA PER METRO – LUCA BACCOLINI, LA REPUBBLICA 9/9 – Sono ancora senza casa ma potrebbero aver già trovato un posto in squadra. Domenica contro il Cagliari lo svedese Filip Viktor Helander e il greco Vasilis Torosidis si giocano una maglia nella Babele che è diventata la rosa del Bologna, quest’anno a maggioranza straniera (16 giocatori su 29). Se al problema della lingua il club rimedia con i corsi settimanali d’italiano (da quest’anno anche personalizzati e a domicilio), alle questioni tattiche Donadoni dovrà dedicare molto più tempo. Non bastasse la grana portiere, «che risolveremo lunedì, dopo gli esami a Mirante», spiegava Di Vaio, non escludendo l’arrivo di uno tra Avramov e Pelizzoli. La difesa, senza scomodare i 5 gol presi a Torino, reclama il ritorno di Maietta, che già ieri zampettava in campo, ma non abbastanza per potersi considerare arruolato. Il dubbio, a questo punto, coinvolge il nuovo centrale Helander: piace molto a Bigon, che l’aveva scelto a Verona e lo ha confermato qui, in cambio di Cherubin; Donadoni avrebbe preferito Paletta, ma questo ha passato il convento. E ora la corsa per una maglia al fianco di Gastaldello, che rimane un punto fermo, riguarda l’altro greco Oikonomou, che ha più d’una colpa da emendare sui gol del Torino. Retroguardia a trazione svedese o greca, il dubbio non è solo linguistico: il terzino Krafth potrebbe cedere il posto a Torosidis, ed Helander rubare il posto ad Oikonomou, un valzer incrociato di bandiere che Donadoni si riserva di studiare meglio negli ultimi due allenamenti, oggi e domani all’ora di pranzo. Dubbi estesi anche al centrocampo, dove Nagy e Viviani, tolto Pulgar che sta assorbendo il fuso orario, si contendono la regia in mezzo a Taider e Dzemaili. Con Krejci nel tridente offensivo (assieme a Destro e Verdi) gli stranieri arriverebbero a 7, una percentuale degna di Udinese e Inter. Di questi, Da Costa, Torosidis, Taider e Dzemaili sono già padroni se non del campo, di sicuro della lingua. Agli altri, il Bologna ha riservato un insegnante privato d’italiano: lo scorso anno lezione collettive nella sala stampa di Casteldebole; oggi si preferiscono le sedute individuali. Per Helander, in ogni caso, il ritornello di stagione è già assimilato: «Bisogna fare meglio dello scorso anno», ha detto in versione bilingue, e se si riferiva alla retrocessione col Verona, non si poteva che esser d’accordo con lui. Il suo futuro, infatti, passa dalla salvezza del Bologna: riscatto obbligato a due milioni quando i rossoblù saranno fuori pericolo. Lui, che da giocatore ha sfidato anche l’Elfsborg di Klas Ingesson, sa già come si deve lottare: «Sono forte di testa e nell’uno contro uno». Adesso, tocca solo convincere Donadoni. *** CORRIERE BOLOGNA 9/9 – Vlada Avramov davanti (anche se di poco) a Ivan Pelizzoli almeno stando ai gusti di Riccardo Bigon. Il responsabile dell’area tecnica del Bologna avrebbe scelto il portiere serbo dopo l’infortunio di Alfred Gomis e in attesa del ritorno di Antonio Mirante, ma per il momento è consigliabile usare il condizionale per due motivi. Il primo: Riccardo Bigon vuole verificare bene quelle che sono le sue condizioni fisiche, perché non avrebbe senso portare a Casteldebole un portiere che per mettersi a posto sul piano fisico ha bisogno almeno di un paio di settimane di lavoro, se non addirittura tre. Il secondo: non è detto che Avramov accetti senza pensarci su neanche un attimo un contratto a gettone, sapendo che poi sarà di sicuro tagliato. Magari l’estremo difensore serbo potrebbe anche decidere di restare a casa e di aspettare l’arrivo di una squadra che gli assicuri almeno un anno di lavoro. Inutile nascondere che in questo senso diventerà importante l’aspetto economico, ma è facile intuire che alla luce di quanto sta succedendo il Bologna non potrà e non vorrà offrirgli di sicuro numeri alti per convincerlo ad accettare. Morale: alla fine della fiera Bigon sceglierà chi tra Avramov e Pelizzoli starà meglio fisicamente e chi sarà più felice di sbarcare a Casteldebole. Sì, ecco il motivo per il quale il governo rossoblù ha fatto sapere di voler prendere tempo e di rifletterci su fino all’inizio della prossima settimana per quanto riguarda l’eventuale ritorno sul mercato per il portiere, dopo che mercoledì Riccardo Bigon aveva detto che nel giro di due giorni sarebbe stata presa una decisione sul daffarsi. Ieri Marco Di Vaio ha assicurato che prima di fare una scelta su questo tema la società vuole conoscere fino in fondo quelli che sono i tempi di recupero di Mirante, non potendo mettere in piazza fino in fondo quella che è la verità, perché tu puoi essere fiducioso quanto vuoi e dire anche che Mirante tornerà a disposizione di Roberto Donadoni prima di Gomis, ma anche nella migliore delle ipotesi almeno un mese il portierone rossoblù lo impiegherà per essere di nuovo pronto a tornare in campo. E allora la domanda che il Bologna deve porsi è una sola. Questa: è legittimo presentarsi nelle prossime 4 partite di campionato con Da Costa in porta e il giovane Sarr in panchina aspettando il ritorno di Mirante o Gomis oppure è troppo rischioso, considerato anche l’andazzo? La risposta è scontata: se passerà la prima idea il Bologna resterà così com’è, se passerà la seconda ecco che Bigon deciderà di mettere a disposizione di Donadoni uno tra Avramov, se starà bene fisicamente e accetterà il contratto a gettone (appunto), e Ivan Pelizzoli, che ha come procuratore Giovanni Branchini, lo stesso di Simone Verdi e Blerim Dzemaili. Certo, ora come ora più Avramov e Pelizzoli di Amelia, che in questi giorni si sta allenando con il Sunderland e che almeno a oggi non sembra disposto ad accettare un contratto a termine. Va ricordato che Avramov, classe 1979, ha alle spalle l’esperienza in Giappone con l’FC Tokio, mentre Pelizzoli, classe ’80, ha giocato l’ultima annata a Vicenza. Claudio Beneforti *** CORRIERE BOLOGNA 9/9 – Il carisma di «capitan» Torosidis e la gioventù di Helander: le ultime due aggiunte al roster rossoblù vanno a rimpolpare una difesa che domenica contro il Cagliari dovrà riscattarsi dopo la baraonda di Torino. Difficile che i due ultimi arrivati giochino dal primo minuto, ma la voglia c’è e il club, come sottolineato da Marco Di Vaio li considera «due innesti importanti, due nazionali che abbiamo cercato anche su indicazione dell’allenatore». La pausa per le nazionali ha consegnato al Bologna un Torosidis goleador contro Gibilterra e in campo per 135 minuti in due partite (45’ nell’amichevole contro l’Olanda). «Fisicamente sto bene — spiega il greco — in estate ho giocato tutte le amichevoli con la Roma e la nazionale mi ha aiutato a mantenere il ritmo partita». Dal 2014 è capitano dei greci e in rossoblù ha firmato un contratto biennale. «Siamo un gruppo di giocatori forti, ci sono alcuni giovani e 7-8 elementi un po’ più anziani. Dovremo usare la nostra esperienza per migliorare il campionato dello scorso anno. Dovrò conquistarmi il posto in squadra». C’è una casa ancora da trovare («se qualcuno ne ha una disponibile…»), ma la sua nuova casa sportiva gli piace: «Oikonomou mi aveva detto che il Bologna era un club serio». Palpabile anche l’entusiasmo dello svedese Helander, classe ’92 arrivato in prestito con obbligo di riscatto a 2 milioni dal Verona: «Sono molto felice di essere qui, voglio dare il meglio, lavorare con la testa giusta e chiaramente voglio giocare. Lo scorso anno il Bologna ha fatto un buon campionato e ora vuole migliorarsi: so che qui ci sono difensori molto forti, ma voglio dimostrare di non essere da meno». Helander, dopo l’annata difficile di Verona, si descrive come un difensore «bravo nel gioco aereo e nell’uno contro uno». Non poteva mancare un ricordo del connazionale ed ex rossoblù Ingesson: «L’ho conosciuto, grande giocatore e persona straordinaria. Da noi era molto popolare». Ricalcarne anche solo in parte le orme bolognesi sarebbe un trionfo. Alessandro Mossini