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 2016  settembre 07 Mercoledì calendario

LE PORNO-VENDETTE INTASANO I TRIBUNALI INGLESI

Non è una novità. Da tempo immemore gli amanti, le coppie sposate, i fidanzati amano ravvivare le loro gesta amorose o mettere un po’ di pepe nei loro amplessi fotografandosi o riprendendosi per poi riguardarsi e, magari, riaccendere sopite passioni. Una cosa, se vogliamo, innocente. Il problema è che oggi esiste Internet.
Dove finivano un tempo tutte quelle foto o quelle riprese amatoriali in Super8? Dimenticate in un cassetto, nel peggiore dei casi, condivise con qualche amico guardone o utilizzate per ricattare la donna sposata o l’uomo sposato che avevano incautamente tradito il coniuge. Oggi, invece, la tecnologia consente alla povera donna abbandonata o al pover’uomo tradito di vendicarsi postando in Rete filmati a luci rosse, foto ‘ginecologiche’ e chi più ne ha più ne metta. Il risultato è spesso quello di distruggere la vita e la reputazione di persone, spesso colpevoli solo di aver rotto una relazione perché non più innamorate. Gli inglesi hanno battezzato questo fenomeno “porno vendicativo”. Il fenomeno ha assunto dimensioni preoccupanti tanto che circa un anno e mezzo fa, nell’aprile del 2015, il legislatore ha approvato una legge che punisce questo specifico tipo di reato. Le conseguenze sono state sorprendenti. In agosto Channel 4 ha trasmesso un documentario dal titolo Revenge Porn che faceva il punto sullo stato di attuazione della legge. L’inchiesta citava un rapporto ufficiale del ministero della Giustizia: dal giorno di entrata in vigore della legge sono stati avviati oltre 200 processi penali. Il Procuratore generale della Gran Bretagna ha parlato di “trend in ascesa” delle denunce per reati sessuali commessi tramite i social media. Tra l’aprile 2015 e l’agosto 2016 sono state rinviate a giudizio 206 persone per aver postato su Internet, senza il consenso dell’interessata e o dell’interessato, immagini a sfondo sessuale. Prima dell’intervento del legislatore questi comportamenti rientravano nella più generica fattispecie delle molestie sessuali o della violazione del diritto di immagine.
La nuova legge sul “porno vendicativo” prevede, in caso di condanna, una pena massima di 2 anni di reclusione. Considerato che, a differenza di quanto avviene in Italia, la concessione della sospensione della pena è, in Gran Bretagna, l’eccezione e non la regola, non è una pena da poco.
I dati pubblicati dall’Ufficio della procura generale rivelano anche che i reati di “oscenità” e di possesso di immagini di porno estremo hanno fatto segnare un incremento di oltre il 20% arrivando a poco meno di 7000 l’anno. Alison Saunders, funzionario della Procura ha dichiarato: “I reati commessi sui e/o tramite i social media sono in continuo aumento. Da quando è entrata in vigore la nuova legislazione, ci sono stati altre 200 rinvii a giudizio nei confronti di soggetti che hanno diffuso in Rete immagini sessuali private senza il consenso. In sostanza è in preoccupante aumento il ricorso a Internet, ai social media e ad altre forme di tecnologia per umiliare, controllare o minacciare altre persone”.
L’annuale Rapporto sulla Violenza contro le donne e i minori evidenzia un aumento dei processi per stupro, molestie, abusi sessuali, violenze domestiche e abusi su minori. Oltre 100.000 persone – di cui 75.000 condannate – sono state processate per violenze domestiche mentre i processi per stupro sono stati 4.643 con 2.689 condanne. L’aspetto positivo è che sono in aumento le denunce e le condanne. Saunders ha commentato: “Oggi è molto più probabile che chi si rende autore di stupri, violenze domestiche, molestie sessuali o abusi su minori venga processato e condannato”.
Sicuramente è aumentato il numero delle donne che non hanno più paura di denunciare. “Ma il numero delle donne che non si rivolgono alla polizia è ancora superiore al 50%”, ha commentato Rachel Krys, condirettrice della End of Violence against Women Coalition.
di Carlo Antonio Biscotto, il Fatto Quotidiano 7/9/2016