VARIE 7/9/2016, 7 settembre 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - LA CRISI DEI CINQUESTELLE REPUBBLICA.IT ROMA - È iniziato a Nettuno il comizio del M5s
APPUNTI PER GAZZETTA - LA CRISI DEI CINQUESTELLE REPUBBLICA.IT ROMA - È iniziato a Nettuno il comizio del M5s. Parla i leader e fondatore, Beppe Grillo, che esordisce con "il regime reagisce compatto contro di noi". Ma il discorso più atteso è stato quello del vicepresidente della Camera. Luigi Di Maio ha spiegato il motivo per cui ha sottovalutato la questione dell’assessora all’Ambiente Paola Muraro pensando - dice - che l’iscrizione nel registro degli indagati "fosse stato fatto in seguito alle denunce dell’ex ad dell’Ama, nominato dal Pd". Il vertice del pomeriggio. Nel pomeriggio s’è svolto un vertice sulla vicenda di Virginia Raggi e della sua giunta comunale. La riunione del direttorio s’è svolta lontano dai riflettori della Capitale, sulla strada per Nettuno, dove si sta svolgendo la serata di chiusura della campagna coast to coast sul referendum di Alessandro Di Battista. Intanto la sindaca Virginia Raggi, che ha avuto un colloquio telefonico con Beppe Grillo, ha annunciato sui social alcune iniziative. Come quella, ad esempio, contenuta nel post scriptum del suo intervento sul blog del fondatore del Movimento, che "l’attuale vice capo di gabinetto Raffaele Marra sarà ricollocato in altra posizione". Retroscena, Grillo a Raggi: "Movimento resti unito". Il Movimento sta attraversando una forte fibrillazione: da quattro mesi la giunta romana annaspa, perde colpi. La base sulla protesta per le troppe polemiche, per gli scandali, per la crisi che sembra non avere via d’uscita. La sindaca ha dovuto affrontare varie criticità. La revoca della nomina del capo di gabinetto, Carla Raineri, già finita al centro delle polemiche per il suo mega stipendio da 193mila euro l’anno. E poi una sfilza di dimissioni: dell’assessore al Bilancio, Marcello Minenna, legato alla magistrata della Corte dei Conti. Del dg Atac Marco Rettighieri, dell’amministratore unico Armando Brandolese. Del neo presidente di Ama Alessandro Solidoro. Poi ha subito la gaffe dell’assessore in pectore al Bilancio Raffaele De Dominicis che ha ammesso di essere stato chiamato “dal suo amico Pieremilio Sammarco”, titolare dello studio dove lavorava Raggi e collaboratore dello studio Previti. Quindi ha dovuto affrontare le complicate polemiche che hanno avuto come protagonisti il vicesindaco Daniele Frongia, il vicecapo di gabinetto - ex braccio destro di Gianni Alemanno e Renata Polverini - Raffaele Marra, il dipendente del Campidoglio promosso a capo della segreteria politica Salvatore Romeo. In tutto questo è in corso uno scontro dietro le quinte tra due fazioni grilline. Da una parte Raggi, Muraro, Marra, Frongia, Romeo e Di Maio. Dall’altra, Grillo, Taverna, Lombardi, Vignaroli, Ruocco, Fico. La linea politica per supere l’impasse non è chiara. Grillo tenta di ricompattare le fila, e in una telefonata fatta nel primo pomeriggio alla sindaca Virginia Raggi, detta la sua linea politica: "Il Movimento deve rimanere unito adesso più che mai perchè Roma è troppo importante". Parole che lasciano trapelare il timore del leader e fondatore che il Movimento si sfaldi. I punti della telefonata Grillo-Raggi. Durante la telefonata tra i due, Grillo e Raggi hanno discusso. Il leader del Movimento si è fatto raccontare dal sindaco di Roma la sua versione sugli ultimi episodi che hanno riguardato la Capitale. La questione principale sembra essere quella dell’assessore all’Ambiente, Paola Muraro: in Campidoglio si aspettano le carte e si sarebbe poi entrati, durante la telefonata, nei tecnicismi di questo caso. Sul nome di Raffaele De Dominicis, invece, non ci sarebbe stata discussione. Raggi sul blog e su Facebook: "Facciamo chiarezza". "Lo dico chiaro a tutti: saranno i pm a decidere se c’è una ipotesi di reato o si va verso una richiesta di archiviazione. Non i partiti o qualche giornale. Intanto, l’assessore deve continuare ad impegnarsi per ripulire la città. E si metta fine alle polemiche". Lo afferma il sindaco di Roma Virginia Raggi in un intervento sul blog di Grillo, e in un post su Facebook. "Vogliamo leggere le carte della procura su Muraro - ha ribadito Raggi - stiate certi che, nel caso ravvisassimo profili di illiceità (è la procura che ha questo compito, ndr), agiremmo di conseguenza. Sconti non ne abbiamo mai fatti a nessuno e continueremo a non farli". "Voglio migliorare Roma - ha aggiunto - . Sono stati giorni e notti di lavoro senza sosta. Mi sto dedicando anima e corpo alla città. Siamo dei cittadini chiamati a ricostruire dopo 30 anni di cancrena di un sistema politico corrotto". Il vertice. I cinque stelle a nettuno per rilanciare l’amministrazione di Roma Capitale. Un vertice blindato in una struttura lungo la strada che porta alla città del baseball: Beppe Grillo e il direttorio hanno scelto la formula della riunione a porte chiuse, seguita da comizio finale nella cittadina laziale, per mettere ordine lungo la direttrice M5s-Campidoglio. Atteso a Roma, ieri sera Grillo aveva disdetto la prenotazione in un albergo della Capitale e aveva dirottato i suoi in una struttura in aperta campagna a pochi chilometri dalla cittadina che prende il nome dall’antica divinità romana. Con Grillo sono riuniti tutti i membri del direttorio. Si tratta di un ritorno alle origini, visto che la prima riunione dei neoeletti M5s si tenne in un agriturismo. Dopo la riunione il direttorio e Grillo, gli esponenti del Movimento si sposteranno a Nettuno. Là, ha annunciato Luigi Di Maio su Facebook, sarà fatta chiarezza sulla situazione che interessa il Campidoglio. Assente la sindaca. Al summit grillino non partecipa la sindaca Raggi, che si trova nel suo ufficio in Campidoglio da stamattina. Nel pomeriggio l’ha raggiunta il vice, Daniele Frongia. Grillo e Raggi non si vedranno. La diretta streaming. La tappa finale del ’costituzione coast to coast’ sarà trasmessa in diretta streaming sul blog di Grillo a partire dalle 20 circa. All’incontro in piazza, a Nettuno, parteciperanno - oltre a Di Battista e il leader del M5s e il vicepresidente della Camera - Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Di Maio nell’occhio del ciclone. Il vicepresidente della Camera è nell’occhio del ciclone perché il resto dei dirigenti del direttorio lo accusa di aver saputo dell’indagine sulla assessora Paola Muraro. E sulla Stampa si giustifica dicendo: "Scusate, ho letto quella mail ma ho capito male". Di Maio si fa sentire poco dopo su Facebook dove scrive che "il sistema dei partiti e dell’informazione legata ad essi ha montato un caso incredibile che tocca a noi smontare in un minuto. E oggi lo sta montando anche su di me". Il tour di Di Battista. La scelta della cittadina laziale non è casuale. Alessandro Di Battista, infatti, ha ripreso il suo tour coast to coast sul referendum interrotto ieri per la crisi in Campidoglio, e chiuderà la campagna stasera proprio a Nettuno. Il deputato grillino lega le vicende di Roma al voto sul prossimo referendum costituzionale: "Sono convinto - ha detto - che questo accanimento senza precedenti sui problemi che abbiamo a Roma (ovvio che ce ne sono ma vi aspettavate il contrario?), sia legato al referendum. E anche al tema delle Olimpiadi". Il membro del Direttorio aggiunge che si dovrà "sistemare alcune cose, correggere gli errori che inevitabilmente si fanno. E ripartire compatti, magari con un ’no’ alle Olimpiadi da far tremare tutti i palazzi del potere!". L’attacco/1: Alfano. Le reazioni non si fanno attendere. A partire da quella del ministro dell’Interno Angelino Alfano. "Il M5s non ha superato il crash test: non aveva l’airbag e si è andato a schiantare", dice il titolare del Viminale. "Quando sono stato indagato pochi mesi fa per aver trasferito il prefetto di Enna ad Isernia, Di Maio ha detto che mi dovevo dimettere in 5 minuti - continua Alfano -. In tre giorni sono passati diversi 5 minuti. Lui non si è dimesso, è scappato dalla tv. L’Italia ha bisogno di uomini veri e non di conigli". M5s, Bonini: "Chi è davvero Muraro e perché ’se cade lei viene giù tutto’" Condividi L’attacco/2: il Pd. Sul piede di guerra anche il Pd romano: "Di Battista, sulle vicende romane, prosegue nella pratica che gli è più congeniale, quella di gettare la palla in calcio d’angolo per distogliere l’attenzione dai problemi del proprio partito" dice il deputato Marco Miccoli. REPUBBLICA.IT Marra è fuori. "L’attuale vice capo di gabinetto Raffaele Marra sarà ricollocato in altra posizione": la notizia arriva in serata in un post scriptum sul blog di Beppe Grillo. Nel pomeriggio l’assessore al commercio Adriano Meloni aveva definito proprio Marra, ancora vice capo di gabinetto, e Salvatore Romeo, capo segreteria della sindaca Virginia Raggi, "Bravi ragazzi". Smentendo con un secco: "No", le dimissioni dell’assessore capitolino all’Ambiente, Paola Muraro. Chiosando, infine: "È tutto a posto". Ma non è stato così. La telefonata. Tutto inizia con una telefonata, nel primo pomeriggio, di Beppe Grillo alla sindaca Virginia Raggi: vuole avere la sua versione dell’accaduto negli ultimi giorni, sottolineando che il movimento deve rimanere unito adesso più che mai perchè Roma è troppo importante. Il colloquio telefonico dura una decina di minuti. L’incontro tra i due non ci sarà, ma, dicono, solo per problemi logistici: Grillo infatti questa sera parteciperà alla manifestazione a Nettuno. Sui suoi spostamenti è tutto però top secret, soprattutto per riuscire a evitare i walking dead, come lui stesso definisce i giornalisti che con taccuini, registratori o telecamere assaltano le sue macchine esattamente come gli zombie del famoso telefilm. La divisione. Per depistare la stampa il comico tra l’altro avrebbe scelto non più l’Hotel Forum ma un altro albergo. E sempre per depistare, il vertice dei big del Movimento 5 Stelle, con Grillo e i componenti del direttorio nazionale, si tiene in una località misteriosa tra Roma e Nettuno. Ma a quella riunione, dove si decideranno i destini di Paola Muraro, Raffaele De Dominicise Salvatore Romeo, e dove si è deciso il destino di Marra, Raggi non ci sarà. È chiusa in Campidoglio da questa mattina, protetta dal muro di silenzio di tutto il suo staff. Nel pomeriggio è rientrato anche il vicesindaco Daniele Frongia. Una divisione simbolica netta, quindi, tra i pentastellati alla guida del Campidoglio e i big del movimento, che in questo momento, però, hanno in mano le sorti dell’amministrazione comunale. E infatti. Il video. Alle 18.20 Virginia Raggi poi pubblica sulla sua pagina pubblica di Facebook un video messaggio in cui tra l’altro dice: "Sono qui oggi per fare chiarezza. Voglio raccontarvi con semplicità cosa è accaduto e sta accadendo. Sappiamo che c’è in procura un fascicolo sull’assessore Muraro. Ma non sappiamo quali siano i fatti contestati. Vogliamo prima leggere le carte. Ma se dovessero emergere delle responsabilità non faremo sconti a nessuno. Tuttavia saranno i pm a decidere se ci sono delle ipotesi di reato, non saranno certo i partiti né tanto meno i giornali" sottolinea la sindaca. "L’assessora Muraro continuerà a lavorare per pulire questa città". "Lo dico altrettanto chiaramente" chiosa: "Non è passato un giorno senza attacchi, polemiche e accuse: io ho le spalle larghe, non è un problema per me, per i miei consiglieri, per i miei assessori. Noi dobbiamo lavorare per Roma ed è quello che faremo. Ci siamo assunti l’onere di ripulire Roma dal marcio e dal malgoverno che da trent’anni affligono questa città. Sappiamo bene che questo modo di lavorare può dare fastidio a qualcuno o addirittura fare paura. Ma non ci fermeranno. Noi dobbiamo fare l’interesse dei romani, è quello che siamo stati chiamati a fare ed è quello che faremo". Lo pubblica anche sul blog di Grillo con il post scriptum su Marra di cui sopra. Raggi si difende su Facebook: ’’Su Muraro saranno i Pm a decidere, non i giornali’’ Condividi Il nuovo incarico. La exit strategy decisa dal Campidoglio, dopo la richiesta del direttorio M5S di depotenziare Marra dal ruolo di vicecapo di gabinetto, sembra essere quella di nominarlo nuovo direttore del dipartimento Commercio del comune. Il fedelissimo della sindaca non avrebbe preso bene la decisione arrivata ieri sera dalla riunione dei big pentastellati, che avrebbero imposto un ridimensionamento del suo ruolo, oltre a quello di Salvatore Romeo. Secondo i bene informati Marra avrebbe anche minacciato di rivolgersi al tribunale. A quel punto, l’attuale capo amministrativo di via dei Cerchi, Silvana Sari, dovrebbe essere spostata ad altro incarico. Tra le opzioni sul tavolo, anche quella di una sua nomina a vicecapo di gabinetto. Una casella che però dovrebbe essere riempita solo dopo la nomina del capo di gabinetto. La riunione. Martedì Beppe Grillo era rimasto per i tutto il pomeriggio in collegamento con i parlamentari 5Stelle riuniti alla Camera per risolvere una crisi che rischia di spazzare via la sua creatura: perché in gioco non c’è solo il governo di Roma ma anche le ambizioni nazionali. Il diktat arrivato in serata suonava più o meno così: "Adesso basta, si fa come dico io. Via Muraro, Marra, Romeo e pure De Dominicis". Se Virginia sembrava pronta a cedere sul caposegreteria Romeo e sul vicecapo di gabinetto Marra, era invece fermissima sui nomi dei due assessori. Continua la polemica su Luigi Di Maio che avrebbe saputo della Muraro indagata già da un mese e poi si è giustificato dicendo che avrebbe letto male. L’interrogatorio. Sul fronte indagini, potrebbe essere fissato per la settimana prossima l’interrogatorio in Procura, davanti al pm Alberto Galanti, di Paola Muraro. Negli uffici di piazzale Clodio si è ancora in attesa della trasmissione degli atti depositati in commissione Ecomafie nel corso dell’audizione dell’assessora avvenuta il 5 settembre scorso. I pm di piazzale Clodio continuano a concentrare la propria attenzione su tutto ciò che ruota attorno al tritovagliatore di Rocca Cencia, di proprietà di Colari, il consorzio riconducibile a Manlio Cerroni, l’ex patron della discarica di Malagrotta. Per questa ragione, e anche alla luce di quanto affermato in Ecomafie dall’assessore all’Ambiente, una nuova delega di indagine è stata affidata ai carabinieri del Noe. La piazza. "Io stasera torno in piazza. Il #Costituzionecoasttocoast quindi si chiude stasera a Nettuno, in piazza Cesare Battisti. Arriverò intorno alle 19.45. E più tardi darò un appuntamento a macchine, moto e motorini per scortarmi a Nettuno". Scrive così su Facebook il deputato M5S Alessandro di Battista, dopo che ieri aveva annullato in fretta e furia la tappa del suo tour anti-riforma dicendo: "Ci sono problemi a Roma". Le reazioni. Nel frattempo il "dissidente" Federico Pizzarotti, sindaco di Parma sospeso dal M5S e in attesa di un verdetto definitivo, torna a parlare del caos romano. "Consiglio a Raggi di ragionare con la testa sua e di consultarsi con i suoi consiglieri comunali", dice ai microfoni di Radio Anch’io. Poi a Omnibus, su La7, punta nuovamente il dito contro il direttorio: "Il direttorio si è dimostrato inadeguato, dovrebbe dimettersi". E ammette che sarebbe pronto a candidarsi alla leadership del Movimento. "Lo farei volentieri - spiega - se il mio aiuto potesse servire per risolvere i problemi". "Questioni di poltrone". Interviene anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. "Io se fossi stato a Roma avrei votato Virginia Raggi - dice ai microfoni di Rtl 102.5 - perché penso che ce ne fosse bisogno dopo lo scandalo di Mafia Capitale e tutto quello che c’è stato: devo dire però di essere particolarmente sorpreso in negativo. Meriterebbe una coppa. Nessuno avrebbe immaginato che in così poco tempo si riuscisse a non parlare di un argomento che affligge la città di Roma (la spazzatura, ndr), ma a farne soltanto una questione di potere interno, poltrone. Si evocano poi i poteri forti, ma si tratta nomine che ha fatto la sindaca Raggi: mi sembra veramente imbarazzante". "Passo indietro". Poi è la volta di Antonio Di Pietro ai microfoni di Agorà Estate (Rai tre) dice: "Ho sentito Grillo. È sereno, allegro e a modo suo se la ride, anche se amaramente". L’ex sindaco, Gianni Alemanno, invece, commenta: "Difficile chiedere le dimissioni della Raggi solo per questo, ma è inevitabile che la Muraro faccia un passo indietro". Mentre il capogruppo regionale del M5S, David Porrello chiosa: "Non so se tutto l’impasse si supera con le dimissioni della Muraro. Io so che nessuno è intoccabile. Non abbiamo da difendere persone, abbiamo da difendere idee. Se le persone sono sbagliate vanno a casa. In ogni caso vedremo come andrà la discussione di oggi". Raineri torna al Csm. Carla Romana Raineri, l’ex capo di gabinetto della sindaca Raggi, si appresta a tornare alla Corte d’appello di Milano, dove era in servizio prima di diventare il capo della segreteria tecnica del commissario Francesco Paolo Tronca. La Terza Commisione del Csm ha accolto all’unanimità la sua richiesta di essere ricollocata nelle stesse funzioni. Un atto dovuto, spiegano a Palazzo dei Marescialli, in base alla normativa vigente. Il via libera definitivo potrebbe arrivare già oggi da parte del plenum. Alla Corte di Appello di Milano Raineri tornerà a esercitare le funzioni di consigliere. Mentre con l’aspettativa che aveva preso per ricoprire il ruolo di capo di gabinetto di Raggi è ormai decaduta la sua domanda per essere nominata presidente di sezione nello stesso ufficio giudiziario. REPUBBLICA.IT DA PIÙ di un mese Luigi Di Maio sapeva. Almeno lui, sapeva tutto dal 4 agosto, quando era stato informato nei dettagli dell’indagine su Paola Muraro. E quindi anche Di Maio, come la sindaca e l’assessora, mentiva quando sosteneva di non potersi pronunciare sulla vicenda in mancanza di notizie giudiziarie certe. In quel giovedì 4 agosto sui quotidiani si parlava del caos rifiuti, delle dimissioni del vertice della municipalizzata ambientale e delle ricche consulenze incassate da Muraro, ma il giovane leader pentastellato viene messo a conoscenza di una questione più scottante: l’inchiesta della procura sulla manager a cui Virginia Raggi ha affidato la sfida di ripulire Roma. A Di Maio le informazioni sono arrivate dai membri del direttorio capitolino, il comitato ristretto che vigila sulle mosse del Campidoglio. Quello che Raggi ha subito avvertito della grana più grande. Sono loro ad avere fatto salire la notizia fino al vertice dei Cinquestelle. E qui bisogna fare i conti con la cronologia nota finora, rivelata dagli stessi protagonisti del lungo silenzio che sgretola la promessa di "legalità e trasparenza" della giunta grillina, sospettata invece di avere peccato in parole, opere e omissioni. Sappiamo che il 5 settembre, durante l’audizione della Commissione parlamentare sulle ecomafie, Muraro rivela di essere indagata. La procura ha infatti risposto a una sua istanza sulla base dell’articolo 335 del codice di procedura penale, comunicandole che il 21 aprile scorso, guarda caso la ricorrenza della fondazione di Roma, era stato aperto un fascicolo contro di lei. Dichiara di averlo saputo il 18 luglio: 47 giorni prima, un mese e mezzo di mutismo. Di questo ha discusso subito con la sindaca, che risulta avere fatto due cose. Anzitutto si è confrontata con Carla Maria Rainieri, capo di gabinetto ma soprattutto fino a luglio giudice della Corte d’Appello di Milano, che ha sconsigliato Muraro dal presentarsi ai pm. Poi Raggi affronta l’aspetto politico della vicenda. "Muraro è pulita?". "No". I messaggi che inchiodano Di Maio: sapeva che era indagata Condividi Stando alle sue dichiarazioni, comunica la novità solo al direttorio romano. Si tratta di Paola Taverna, Stefano Vignaroli, Fabio Massimo Castaldo, Gianluca Perilli. Tutti sostengono di non avere detto nulla a Beppe Grillo. E anche Davide Casaleggio si è mostrato totalmente all’oscuro. Ma tacciono pure con il comitato che governa il movimento? Oltre a Di Maio, è composto da Alessandro Di Battista, Carla Ruocco, Roberto Fico e Carlo Sibilia. Sabato 2 agosto c’è una cena che vede allo stesso tavolo la sindaca, il suo fidato vice Daniele Frongia, il direttorio romano e quello nazionale. Ruocco e Sibilia hanno dichiarato pubblicamente di non essere stati informati del caso Muraro. Anche Fico dice di non averne saputo nulla. "Muraro è pulita?". "No". I messaggi che inchiodano Di Maio: sapeva che era indagata Condividi Ma Repubblica è in grado di documentare come almeno il 4 agosto la cabina di regia romana abbia avvertito Di Maio. Rispondendo a un suo messaggio, Paola Taverna gli scrive che dalla procura è arrivato il documento sulla posizione della Muraro. "È pulito o no?", chiede il deputato. E ottiene immediatamente risposta: "Non è pulito". "Muraro è pulita?". "No". I messaggi che inchiodano Di Maio: sapeva che era indagata Condividi Nella stessa data Di Maio ottiene un quadro più preciso. Glielo trasmette l’altro membro del direttorio romano Fabio Massimo Castaldo, l’eurodeputato con doppia laurea in legge: il reato contestato dai pm alla Muraro è la "fattispecie di cui al comma 4 dell’articolo 256 del Testo unico sull’Ambiente". Ossia come chiarisce citando il codice: "L’inosservanza delle prescrizioni o la carenza dei requisiti previsti per legge da parte del gestore" degli impianti per il trattamento dei rifiuti. A richiesta del deputato, Castaldo non sa precisare se gli addebiti siano relativi alla gestione dello stabilimento Ama di Rocca Cencia o a quello del Salario. "Muraro è pulita?". "No". I messaggi che inchiodano Di Maio: sapeva che era indagata Condividi Ma in quel momento Di Maio ha tutti gli elementi per valutare la portata dell’indagine. Ne discute con gli altri big dei 5Stelle o preferisce tacere? È una domanda fondamentale. Perché nel primo pomeriggio di quel 4 agosto, quando già è a conoscenza dell’inchiesta, il deputato lancia un tweet: "La nostra colpa a Roma è non avere risolto in venti giorni le emergenze create dai partiti in vent’anni ". Quelle parole sembrano dettare la linea al Movimento, che pochi minuti dopo prende posizione compatto con l’hashtag #SiamoTuttiConVirginia. Di Maio, Grillo, Di Battista, Fico, Ruocco, Sibilia si scagliano contro "retroscena e notizie false sui rapporti con Virginia e assessori nel tentativo di screditare l’operato del sindaco e nella speranza (vana) di spaccarci. Virginia e tutti gli assessori stanno lavorando a testa bassa per restituire ai romani una città pulita, ordinata, funzionante, viva e risolvere i danni lasciati da venti anni di mala politica". E accusano "amministratori politici che hanno usato l’azienda pubblica Ama e i soldi dei cittadini per fare i propri porci comodi". Ossia proprio le vicende di cui si occupa la procura, che non solo sta rileggendo le intercettazioni tra Salvatore Buzzi, il braccio destro di Carminati nelle speculazioni di Mafia Capitale, e Muraro ma l’ha anche messa sotto accusa per le certificazioni rilasciate agli impianti dei rifiuti, incarico che le ha fatto incassare un milione e 156 mila euro in dodici anni. "Muraro è pulita?". "No". I messaggi che inchiodano Di Maio: sapeva che era indagata Condividi Il vertice dei M5S è stato ingannato da Di Maio, spingendolo a una difesa senza se e senza ma di Muraro? Il giorno dopo il deputato ottiene altre notizie. Sono quelle che gli aveva promesso Paola Taverna: una mail riassuntiva della situazione giudiziaria. Anche in questo caso, però, non sembra sia stata condivisa con il resto del direttorio. Che in quel 5 agosto con una nota ribadisce: "C’è estrema fiducia nei confronti dell’assessore Muraro e del lavoro che sta portando avanti. Gli attacchi politici che le stanno muovendo dimostrano che è la persona giusta al posto giusto per scardinare il sistema". "Persona giusta al posto giusto" un’assessora che in quel momento la sindaca, i leader romani e Di Maio sapevano essere sotto inchiesta proprio per la malagestione dei rifiuti? Di Maio torna occuparsi della capitale soltanto il primo settembre quando l’ondata di dimissioni fa vacillare il Campidoglio: "Subiremo altri attacchi, perché ci siamo inimicati le lobby dell’acqua, dei rifiuti e delle Olimpiadi". L’indomani aggiunge: "A Roma ci sono ancora frattaglie di Mafia Capitale ma la magistratura e i carabinieri stanno continuando a lavorare". Certo, omette però il fatto che stanno lavorando anche sul ruolo dell’assessora nella gestione dell’affare rifiuti. "Muraro è pulita?". "No". I messaggi che inchiodano Di Maio: sapeva che era indagata Condividi Due giorni dopo, il 4 settembre, l’indagine viene infine rivelata pubblicamente. Di Maio si trincera dietro una posizione da Prima repubblica, il distinguo cavilloso tra iscrizione sul registro degli indagati e avviso di garanzia. "A oggi Muraro afferma di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. Non esistono le carte per poter valutare. Non faccio dichiarazioni sui se". Un maldestro sofisma per cercare un’estrema difesa. La stessa evocata da Muraro e Raggi per giustificare oltre un mese di menzogne: "Noi abbiamo sempre detto che non è arrivato alcun avviso di garanzia". Il peso dei silenzi rischia però di innescare un cortocircuito di falsità. Come è successo due giorni fa, mentre era ancora in corso l’audizione alla Commissione Ecomafie. Alle 19.13 viene fatta trapelare sulle agenzie seguente dichiarazione: "Il direttorio ignorava che Muraro fosse indagata, né tantomeno ne era a conoscenza il mini-direttorio". Tre ore dopo, a precisa domanda della deputata dem Stella Bianchi, è Raggi stessa a smentire, sostenendo di averne parlato con la regia capitolina. E adesso sappiamo che anche Di Maio era informato. Perché tante bugie? Nessuna spiegazione, solo l’evocazione di complotti. Di Battista twitta: "Credetemi, gira tutto intorno alle Olimpiadi il loro attacco. Ovvero l’obiettivo di quei palazzinari che controllano molti giornali e che hanno perso il controllo della Capitale". Intanto però ha deciso ieri di sospendere il tour estivo nelle piazze per sostenere il No al referendum. Così come Di Maio ha scelto di disertare la prima puntata del talk di Rai 3 Politics, nel quale era previsto come ospite principale. Una fuga dalla verità?