Renato Benedetto, Corriere della Sera 7/9/2016, 7 settembre 2016
ITALIA UNICA SI È SCIOLTA. QUALCUNO SE N’È ACCORTO?
Italia unica chiude i battenti: il movimento politico fondato due anni fa da Corrado Passera esce di scena. «Non tutto è andato come avremmo voluto», ammette l’ex banchiere, ed ex ministro del governo Monti, nella relazione approvata ieri. «Forse non era il tempo giusto» o forse «la scorciatoia populista oggi ha presa maggiore rispetto al ragionamento». Pesa la delusione del voto milanese: «Il bilancio complessivo, lo sappiamo tutti, non è positivo», continua il presidente del movimento, dimissionario insieme a tutto il comitato esecutivo. Ma pur senza voler «far confluire Italia unica in un partito esistente o in un altro movimento», l’invito rivolto ai sostenitori — 6 mila iscritti in 150 sedi nel Paese — è di «portare avanti le battaglie e le idee laddove c’è terreno fertile». A cominciare dalla Festa del No, organizzata da Gaetano Quagliariello a Matera (8 e 9 settembre), che raccoglie quanti — in maggioranza, ma non solo, del centrodestra — si oppongono alla riforma costituzionale. È lì che si ritroveranno i Comitati per il No-che-serve — ne sono stati costituiti 200 — di Italia unica. Per fare campagna contro una riforma della Carta definita «un compromesso al ribasso» e contro la legge elettorale. La loro proposta è: maggioritario a doppio turno di coalizione, collegi elettorali uninominali, monocameralismo perfetto. Per il futuro, Italia unica ha proposto un «Decalogo per rilanciare l’Italia». La base per il dialogo con le forze di un asse liberale, a guida moderata: «Non mancherà l’appoggio dei sostenitori di Iu a chi si riconoscerà nei punti salienti del Decalogo».