Luigi Perna, La Gazzetta dello Sport 6/9/2016, 6 settembre 2016
GIOVINAZZI: MONZA GLI APRE LE PORTE DI MARANELLO
L’effetto Giovinazzi non lascia indifferente neppure la Ferrari. Due giorni dopo l’incredibile trionfo a Monza, partendo dall’ultima fila, il pilota pugliese ha ricevuto un premio speciale. L’occasione che aveva sempre sognato. Per lui si sono infatti aperte le porte della fabbrica di Maranello, dove aveva appuntamento ieri per provare il simulatore di F.1 di solito utilizzato da Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen prima dei GP.
BATTICUORE Antonio è entrato nella sala che ospita il «Ragno», come viene chiamata la macchina virtuale, intorno alle 10 di mattina. E il test si è concluso solo nel tardo pomeriggio. Tanto che alla fine Giovinazzi era distrutto per il viaggio e l’impegno. «Era la mia prima volta a Maranello e l’emozione è stata grandissima — racconta —. Il cuore batteva forte. Quando mi sono seduto nel simulatore ero un po’ nervoso. Mi sentivo come prima di un esame all’università. Avevo provato solo quello del team Carlin, in F.3, ed era quindi un’esperienza tutta nuova. Però sapevo di essere preparato. Mi sono preso i miei tempi, con gradualità, per essere sicuro di non sbagliare niente».
CON RIVOLA Al test erano presenti solo Massimo Rivola, il direttore del vivaio Ferrari Academy, e due ingegneri. Giovinazzi ha provato le configurazioni di Monza e Singapore. La pista su cui si appena corso, velocissima, e quella su cui si correrà la settimana prossima, un cittadino. «Era una sessione riservata. Quindi sono rimasto tutto il tempo lì e non ho potuto visitare il resto dell’azienda — continua il pilota di Martina Franca, che non ha incontrato il capo della Gestione sportiva Maurizio Arrivabene —. Ovviamente ringrazio la Ferrari per questo invito. Sono contento che qualcuno si sia accorto di me, segno che i risultati alla fine ripagano. Spero che ci sia un seguito, come sognerebbe ogni pilota. Ma ora non voglio pensarci. Devo essere concentrato sul finale di stagione nel campionato GP2».
PILOTA FARO Il pilota di Martina Franca, 22 anni, è l’uomo del momento e il volto emergente del motorismo italiano. Al debutto in GP2, ha centrato quattro vittorie, con una doppietta a Baku (in gara-2 partì dal fondo) e un trionfo nel tempio di Spa, oltre al successo di domenica a Monza, tanto da essere in corsa per il titolo contro il francese Pierre Gasly, compagno di squadra alla Prema, dal quale lo separano 10 punti, con due (doppie) gare da disputare. La Ferrari non poteva fare a meno di mostrare interesse nei suoi confronti, altrimenti sarebbe stata criticata per l’indifferenza che da sempre le si rimprovera nei confronti dei giovani piloti italiani. Giovinazzi ha dimostrato quest’anno di essere velocissimo, deciso nei sorpassi e molto intelligente nella gestione delle gare. Meritava di essere almeno «valutato». Ma è presto per dire se ci sarà uno sbocco concreto con Maranello. Anche perché l’Academy ha già sotto contratto il monegasco Charles Leclerc, 18 anni, e il calabrese Antonio Fuoco, 20 anni, primo e secondo della serie GP3, oltre al figlio d’arte Giuliano Alesi. E si fatica a trovare un sedile in F.1 a cui poterli destinare, se è vero che Leclerc ha già provato la Haas, ma pare che sarà costretto a un altro anno di apprendistato in GP2.
SUDORE Nel caso di Giovinazzi, che ha appena un anno meno di Stoffel Vandoorne della Mclaren, non c’è tempo da perdere. Antonio ha già sudato sette camicie per arrivare al vertice, seguendo un cammino tortuoso cominciato nella Formula Pilota China, in Indonesia, dove il magnate dei fast food Ricardo Gelael (il «re del pollo») lo prese sotto la sua protettrice finanziandone la carriera, visto che è molto amico del figlio Sean. Poi Giovinazzi ha sfiorato il trionfo nell’Europeo di F.3 del 2015, vincendo sei gare e il Master di Zandvoort. Ma la Prema quest’anno ha fatto uno sforzo notevole per farlo gareggiare e potrebbe non esserci una seconda chance. Insomma, è un talento che merita una mano. E che sarebbe un delitto perdere.