varie, 6 settembre 2016
Dario Bavaresco, 66 anni. Romano, tassista vicino alla pensione, viveva con la moglie e col figlio Maurizio, 32 anni, istruttore di body building ma anche attore almeno fino al 2008 (il ruolo più significativo era stato l’infermiere di Grande, grosso e verdone nel 2007), a detta dei vicini «ragazzo innocuo ma strano, si vedeva che aveva qualche problema, spesso rideva senza motivo»
Dario Bavaresco, 66 anni. Romano, tassista vicino alla pensione, viveva con la moglie e col figlio Maurizio, 32 anni, istruttore di body building ma anche attore almeno fino al 2008 (il ruolo più significativo era stato l’infermiere di Grande, grosso e verdone nel 2007), a detta dei vicini «ragazzo innocuo ma strano, si vedeva che aveva qualche problema, spesso rideva senza motivo». E infatti stava per iniziare un ciclo di cure da uno psicologo. L’altro pomeriggio, la mamma fuori casa, il Bavaresco Maurizio s’avvicinò al padre che dormiva sul letto vestito, a pancia sotto, e gli infilò un coltello a serramanico almeno dieci volte nella schiena. Quindi lo sgozzò. Subito dopo andò in bagno, prese bende e cerotti con l’idea di fermare il sangue ma non riuscendoci scese in strada, fermò una volante della polizia e agli agenti disse tutto confuso: «Ho accoltellato il mio papà, ho fatto una grossa stupidaggine. Non so se è morto, aiutatemi vi prego. All’improvviso non ho capito più niente. Ero posseduto». Pomeriggio di mercoledì 7 settembre in un appartamento al quinto piano in via Vitelleschi 11, a due passi da San Pietro, a Roma.