Francesco Grignetti, La Stampa 3/9/2016, 3 settembre 2016
MARRA, IL “RASPUTIN NERO” NEL MIRINO
Gli hanno appioppato il marchio di Rasputin de noantri e difficilmente si salverà. Raffaele Marra, vicecapo di gabinetto del Campidoglio, già nelle grazie di Gianni Alemanno e Renata Polverini, con passaggio alla Rai durante la gestione berlusconiana di Mauro Masi, rischia di fare da capro espiatorio del caos a Cinque Stelle. Per lui, che comunque è un dirigente capitolino, si parla già di un posticino in un Municipio.
L’uomo, che è sveglio, ha capito che tira una brutta aria. Ora che vogliono farlo passare per il pugnalatore del suo capo, la magistrata Carla Raineri, il dottor Marra fa sapere con veemenza che lui non c’entra. «Le carte per l’Anac le ha preparate e firmate la Raggi, che è un avvocato e non ha certo bisogno di me».
Per quanto riguarda le carte, ce ne sono altre che scottano: quelle relative al caso dell’assessora all’Ambiente, Paola Muraro. Lunedì infatti la procura potrebbe sciogliere il nodo sulla sua eventuale iscrizione nel registro degli indagati. Lunedì pomeriggio la sindaca Raggi e l’assessora saranno audite dalla Commissione parlamentare sulle ecomafie. E questa potrebbe essere l’occasione per sbloccare le comunicazioni della Procura.
Marra è un ex ufficiale della Guardia di Finanza dal cattivo carattere, ma, dicono, solido nel diritto amministrativo. La sua carriera pare non andasse a gonfie vele, segnata sempre da forti contrasti, e così dieci anni fa approda alla corte di Alemanno, che all’epoca era ministro dell’Agricoltura: prima al Cra (Centri ricerca per l’agricoltura), poi all’Unire (Unione incremento razze equine). Quando Alemanno ascende al Comune, Marra lascia definitivamente la Gdf e diventa un dirigente del Campidoglio, Ufficio assegnazione delle case. Il dossier è scottante e si circonda di sottufficiali della Finanza. Poi passa alla Rai. Dopo un paio di anni finisce alla Regione Lazio, dove gli si apre un paracadute grazie alla Polverini. Dovrebbe occuparsi di personale, ma il Tar annulla la sua nomina un paio di volte. Anche lì la delega è al patrimonio immobiliare.
È simile la parabola del fratello Renato, che è stato anche lui un ufficiale della Gdf con incarichi di prestigio quale la tenenza di Cortina d’Ampezzo, la consulenza presso la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, lo staff del ministro dell’Economia, e che cinque anni fa ha dato le dimissioni per diventare un dirigente dei Vigili Urbani di Roma. Attualmente Renato Marra è il comandante del gruppo Gruppo Sicurezza Sociale e Urbana, è uno dei responsabili della scorta della Raggi, e si diceva che potesse diventare persino assessore alla Legalità.
Difficilmente, insomma, vedremo Raffaele Marra insediarsi a capo di gabinetto, suo fratello Renato a sovrintendere sulla polizia locale, e meno che mai ci sarà la sponsorizzazione del Campidoglio sul rituale convegno dell’International Organization for Diplomatic Relations, una fantomatica associazione che ha sede a Malta, di cui è Governatore il terzo fratello dei Marra, Catello, che pure lui era nella Gdf ma dieci anni fa dovette dimettersi per uno scandalo, e da allora organizza a Roma quasi ogni anno convegni sontuosi di cui apre i lavori in divisa da ammiraglio napoleonico.
Francesco Grignetti, La Stampa 3/9/2016