Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  settembre 05 Lunedì calendario

“LA FESTA È FINITA, O LAVORANO O LI CACCIO IMMEDIATAMENTE” – [Intervista a Raffaele De Dominicis] – “La festa è finita”

“LA FESTA È FINITA, O LAVORANO O LI CACCIO IMMEDIATAMENTE” – [Intervista a Raffaele De Dominicis] – “La festa è finita”. L’avvertimento è di Raffaele De Dominicis, il nuovo assessore al bilancio del Comune di Roma. Nominato ieri dal sindaco Virginia Raggi, dopo che il suo predecessore Marcello Minenna ha lasciato solo pochi giorni fa, insieme al capo di gabinetto Carla Raineri e ai vertici delle due municipalizzate Ama (rifiuti) e Atac (trasporti). Il 4 marzo scorso, De Dominicis inaugurava l’anno giudiziario della Corte dei Conti del 2016 e adesso si ritrova a dover mettere le mani nei bilanci della Capitale: circa 13 miliardi di debiti affidati alla gestione commissariale, oltre 234 milioni fuori bilancio, secondo l’Oref, l’organo di revisione economico finanziario. Fino a due mesi fa, De Dominicis ha guidato i magistrati contabili del Lazio, mentre indagavano sul danno erariale di Mafia Capitale ma anche su quello dei lavori (fatti a metà o non fatti) della Metro C di Roma. Dottor De Dominicis, da magistrato diventa politico? No, io sono un tecnico. Ho accettato questo incarico di assessore al Bilancio per spirito di servizio per Roma, una città che se lo merita. Ma soprattutto ho accettato con uno spirito assolutamente laico. Si spieghi meglio. Nel senso che ho un solo precedente in politica, con Marco Pannella, leader dei radicali (scomparso a maggio scorso, ndr), con il quale ero amico. Come è arrivata questa nomina? Tramite un avvocato che conosce sia il sindaco della Capitale, Virginia Raggi, che me. Il primo cittadino ha fatto dei controlli sulla mia attività lavorativa di questi anni e ha deciso che sono la persona giusta. Il suo non sarà un lavoro facile: si trova in mano bilanci di una città che ha un debito da 13 miliardi. Il punto è un altro. Per un’amministrazione come quella della Capitale d’Italia, la lettura dei bilanci non vuol dire nulla. Ciò che conta è la capacità dei tecnici di fare un corretto uso del bilancio. Il responsabile amministrativo politico è colui che conosce le norme che si applicano per orientare il corretto uso del bilancio, quindi dare i corretti indirizzi a chi poi deve applicarli. Per adesso non conosco i dettagli della situazione di Roma. Ma so che non ci sono mai problemi irrisolvibili. Ci sono, probabilmente, situazioni debitorie. Ma ciò che bisogna fare è capire cosa in tutti questi anni non ha funzionato. Poi agiremo di conseguenza. Qual è la prima cosa che farà? Convocherò i dirigenti nel settore di competenza e dirò loro chiaramente che con me la festa è finita. Io sono un procuratore, ma anche un professore universitario. Vado in giunta con la competenza che ho. Adesso le cose sono cambiate: chi non lavora, verrà cacciato. Su questo non si scherza. Adesso però la giunta si ritrova in una situazione abbastanza particolare: dopo le dimissioni del capo di gabinetto, del suo predecessore al Bilancio e dei vertici di Ama e Atac. C’è anche il problema dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro, indagata dalla Procura di Roma. Questi sono problemi del sindaco Virginia Raggi. Voglio essere sincero: il Movimento cinque stelle é un sodalizio vergine, con pochi (se li ha) scheletri nell’armadio. Non è un partito compromesso. Questo agevola anche il lavoro di una persona come me che viene dalla magistratura. di Valeria Pacelli, il Fatto Quotidiano 5/9/2016