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 2016  settembre 03 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA SANTIFICAZIONE DI MADRE TERESA DI CALCUTTA


REPUBBLICA.IT
CITTÀ DEL VATICANO - È uno degli eventi più attesi del Giubileo. Ed è anche l’ultimo passaggio del percorso ecclesiale di Madre Teresa di Calcutta, una delle figure più note nella storia del cattolicesimo del Novecento. Domenica, in piazza San Pietro, ci saranno delegazioni di 15 Paesi del mondo per rendere omaggio alla suora dei poveri, la donna che si definiva una "matita nelle mani di Dio" e che ora diventa santa. Greg Burke, che ha preso il posto di padre Federico Lombardi alla guida della Sala stampa vaticana, ha annunciato oggi che sono già centomila i biglietti gratuiti distribuiti ai fedeli per assistere alla cerimonia in programma alle 10,30 davanti alla basilica vaticana. Ma ai pellegrini registrati si aggiungeranno quelli che confluiranno fuori dai settori predisposti in piazza San Pietro. Quanti se ne prevedono? Burke non si sbilancia.
Madre Teresa di Calcutta: la suora dei poveri diventa santa
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Erano trecentomila in tutto - con 27 delegazioni ufficiali estere e rappresentanti di altre religioni - le persone accorse nel 2003 per la beatificazione presieduta da Giovanni Paolo II, il papa che - per la prima volta nella storia contemporanea - aveva accelerato l’iter derogando per Madre Teresa dal vincolo che impone di attendere cinque anni dalla morte prima di istituire una causa di canonizzazione. Un privilegio che, in seguito, sarebbe stato riservato proprio a Wojtyla. "La sua grandezza risiede nella sua abilità di dare senza calcolare i costi, di dare fino a quando fa male", disse il papa polacco proclamando beata la piccola religiosa albanese nata a Skopje nel 1910 e morta 87 anni dopo essere divenuta celebre nel mondo per il suo impegno tra i più bisognosi dell’India. Jorge Bergoglio, con la decisione annunciata nel concistoro del marzo scorso, ha voluto che fosse lei una delle icone dell’Anno Santo e ha scelto di canonizzarla nel giorno in cui il calendario giubilare prevedeva l’incontro con gli operatori della misericordia: a loro, sabato mattina, è riservata una catechesi del pontefice che inizia alle 10,30 e che fa da preludio alla grande festa di domenica.
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LA CERIMONIA HI-TECH. Per seguire la canonizzazione - che Repubblica.it trasmetterà in diretta sul sito - ci saranno telecamere da tutto il pianeta, con oltre 600 giornalisti accreditati e 125 emittenti collegate. Il Ctv, centro televisivo vaticano, ha reso noto che la ripresa sarà effettuata in 4K Ultra-Hd, "che è anche il moderno standard per l’archiviazione del materiale, in questo caso sicuramente storico". In piazza ci saranno nove telecamere. E farà l’esordio anche il progetto "Io c’ero", che prevede una ripresa ad altissima risoluzione di piazza San Pietro che sarà navigabile da lunedì sul sito della canonizzazione e con la quale, dalla visione panoramica, si potrà fare uno zoom sul volto di ogni singolo partecipante.
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LA PIAZZA BLINDATA. Ma a monitorare le presenze ci saranno soprattutto gli addetti alla vigilanza. Un secco ’no comment’ è arrivato in conferenza stampa da Burke alle domande relative alla sicurezza. Ma in contemporanea la questura di Roma ha reso noto che nelle ventiquattro ore saranno in azione "circa mille uomini, che andranno a rafforzare il piano preventivo di vigilanza e prevenzione disposto per l’interno anno giubilare che conta l’impiego di altri duemila uomini nell’intero territorio della Capitale, a partire dalle periferie". In campo scenderanno anchele squadre specializzate antiterrorismo della polizia e dei carabinieri. Dalle ore 8 alle ore 19 di domenica è stato interdetto il volo in una vasta area adiacente San Pietro con la creazione di una ’bolla di sicurezza’ controllata dall’Aeronautica Militare. I fedeli che arriveranno in piazza la troveranno, sin dalla serata di sabato, suddivisa in 3 aree - Sant’Uffizio, Traspontina e Porta angelica - ciascuna delle quali avrà un varco d’accesso con controlli sulle persone e sui bagagli, che, spiegano dalla questura, seguirà "una logica di cerchi concentrici".

ARTICOLO DEL 19 OTTOBRE 2003
CITTA’ DEL VATICANO - Davanti a trecentomila fedeli, stamattina a San Pietro, il Papa ha proclamato beata Madre Teresa di Calcutta. Giovanni Paolo II ha letto la formula di beatificazione, ma non è riuscito a pronunciare neppure poche parole dell’omelia. Solo in serata, dopo i fuochi di artificio che hanno illuminato Piazza San Pietro, il Pontefice si è affacciato a sorpresa dalla finestra della sua abitazione. E alla folla, che ancora si riuniva nella piazza ha detto: "Mi è piaciuto molto lo spettacolo dei fuochi d’artificio, ringrazio il sindaco di Roma per questa iniziativa, vi ringrazio". Un gesto di vicinanza a Roma, dopo una giornata faticosissima per il Pontefice.

Stanco e senza parole, il Papa ha presieduto la beatificazione di madre Teresa, nata albanese, fattasi indiana per amore dei più poveri della terra, premio Nobel per la pace nel 1979 e fondatrice di un piccolo esercito di circa 4.500 suore che in 133 paesi del mondo vivono il suo stesso stile di vita.

Per rendere omaggio a Madre Teresa sono giunti in piazza San Pietro delegazioni ufficiali da 27 paesi, presidenti, primi ministri, personalità della politica e della aristocrazia, delegazioni ortodosse e musulmane, missionarie e poveri, per tremila di questi sono stati riservati i posti nelle prime file, a sinistra dell’altare. E una folla di gente comune, quasi trecentomila persone.

Davanti a loro, con grande fatica, il Papa ha letto la formula in latino che la proclama beata, e ne autorizza il culto locale, e ha stabilito come sua festa il 5 settembre, giorno della morte. Mentre Giovanni Paolo II pronunciava la formula, è stato scoperto l’arazzo con il viso sorridente di Madre Teresa, appeso come è tradizione sulla facciata della basilica.

Molto solenne il rito, con la lettura della biografia della beata, la processione delle reliquie all’altare, le letture bibliche e le preghiere pronunciate in tantissime lingue del mondo, tra cui l’arabo e il russo. Il Papa lo ha seguito, pronunciando la consacrazione, ma rinunciando all’omelia. E’ toccato così al sostituto alla segreteria di Stato, monsignor Leonardo Sandri e all’arcivescovo di Bombay Ivan Dias, leggere il testo.

Le parole scelte dal Papa per tratteggiare la figura di Madre Teresa, ne esaltano "il modo di essere donna", il fatto di non fermarsi mai "nemmeno di fronte alle guerre" quando si trattava di amare i poveri, verso i quali aveva scelto "non di essere giusta, ma di servirli". "La sua vita è un vivere radicale e uno sfacciato proclamare il Vangelo" è la considerazione del Papa che spiega forse meglio il fatto che oggi egli sia "personalmente grato a questa donna coraggiosa, che - spiega - ho sempre sentito accanto a me".

La lunga liturgia ha avuto momenti di grande suggestione, nei canti e nelle processioni, in particolare quando all’offertorio una danza di donne in abiti tradizionali indiani ha portato all’altare petali di fiori, mentre il profumo penetrante dell’incenso si diffondeva tra i fedeli, coprendo quello dei tulipani rossi e gialli che adornavano il sagrato.

Alla fine della celebrazione Giovanni Paolo II ha fatto il giro di tutta piazza San Pietro sulla sua auto scoperta, prima di rientrare in Vaticano dall’Arco delle Campane. Il Papa ha salutato e benedetto con la mano destra la folla che lo ha applaudito, ha sventolato le bandiere multicolori e i fazzoletti bianchi e azzurri della beatificazione di Madre Teresa.
(19 ottobre 2003)

RITRATTO DI ANDREA TORNIELLI
n soli cinquant’anni dall’approvazione pontificia voluta da Paolo VI nel 1964 le Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta sono cresciute da qualche centinaio a oltre 5.300 religiose in 758 case sparse per il mondo. Ma sarebbe un errore madornale leggere la storia di questa piccola donna albanese piena di rughe, fragile come una farfalla e coraggiosa come una leonessa, alla luce delle statistiche o dei «successi» numerici. Madre Teresa ha portato con grande forza al centro della sua vita e perciò della sua testimonianza l’amore incondizionato per i poveri, per gli ultimi. Per quei poveri e quegli ultimi che raccoglieva per le strade di Calcutta, riuscendo soltanto, nella maggior parte dei casi, ad assicurare una morte degna e circondata di amore. Quell’amore che non avevano mai potuto sperimentare lungo la vita di mendicanti o scartati dalla società delle caste.


Domenica la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta



La piccola grande suora che ora viene proclamata santa non ha fondato una ONG. Nella casa madre delle Missionarie della Carità, all’entrata ha sempre campeggiato un crocifisso con la scritta: «I thirst!» («Ho sete!»). Le parole di Gesù sul Calvario. L’amore per i poveri, l’assistenza a coloro che nessuno vuole assistere, toccare e curare, è stato originato e ha preso quotidianamente forza nella preghiera: un’ora di adorazione e in tutto tre ore di preghiera al giorno. «Non le pare troppo lungo questo tempo dedicato alla preghiera?» aveva chiesto un giorno un visitatore. «No – è stata la risposta di Madre Teresa – non si può fare il nostro lavoro se non per amore e per grazia di Cristo. La nostra forza sono le ore di adorazione».



Un altro aspetto importante della sua testimonianza è stata la sua capacità di essere indiana tra gli indiani. Non si è presentata come una missionaria occidentale con mire di proselitismo. Voleva solo far brillare il volto della misericordia di Dio tra i miseri e i poveri. Lasciando a Dio ogni iniziativa sui cuori di coloro che venivano a contatto con lei. L’India, sempre molto sensibile al senso religioso - ha osservato padre Piero Gheddo - non la vedeva «come una che curava i malati, ma come il segno umano che Dio era presente in quei poveri e in quelle suore». Lo si è visto ai suoi funerali di Stato nel 1997.



Madre Teresa non ha fatto grandi piani, complicati progetti pastorali, strategie mediatiche o di marketing religioso. Ha curato il primo lebbroso che ha incontrato sul suo cammino. Poi il secondo, il terzo e così via. Riconoscendo nel volto dell’uomo e della donna sofferenti e abbandonati sul marciapiede il volto di Gesù. Semplicemente perché così Gesù ha chiesto di fare, come si legge nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo. E non ha voluto grandi strutture e grandi sicurezze per le sue suore, alle quali è chiesta una vita austera e di sacrifici. Non ha voluto tenere conti in banca per garantire il futuro della sua congregazione, spendendo tutto ciò che riceveva, «perché il nostro pericolo maggiore è diventare ricche». Ha mostrato che nell’amore, nell’accompagnamento, nella prossimità non c’è vita che non valga la pena di essere vissuta fino all’ultimo respiro. Non è andata a evangelizzare i poveri, si è lasciata evangelizzare da loro. «I poveri sono la riserva di umanità di cui tutti abbiamo bisogno, la riserva di amore, la riserva di capacità di soffrire e di gioire - ha detto -. Ci danno più di quanto noi diamo a loro».



È stata ed è una santa «controcorrente» perché per una lunga parte della propria vita ha sperimentato l’oscurità, i dubbi di fede. Per molti anni non ha potuto più ascoltare la voce di Dio. Questa umanissima, tragica esperienza la rende lontana mille miglia dall’immagine di un agiografico santino. È stata ed è controcorrente per la sua difesa della famiglia e della vita. Nel discorso in occasione del Premio Nobel assegnatole nel 1979 disse: «Oggi l’aborto è il più grande distruttore della pace, perché se una madre può uccidere il proprio figlio, non c’è più niente che impedisce a me di uccidere te e a te di uccidere me».



Ma è stata ed è controcorrente anche rispetto a quanti pensano, sulla base di vecchie agende, che la necessaria valorizzazione della donna - ancora da realizzare nella Chiesa - passi attraverso una sua «clericalizzazione», con sacerdotesse o diaconesse ordinate. Madre Teresa non avere potere istituzionale nella Chiesa, eppure cardinali e Papi si sono inchinati davanti a lei. È stata ed è infine controcorrente di fronte a certo cattolicesimo contemporaneo ammantato di perbenismo e di «fisse» dottrinalistiche, che sembra provar fastidio di fronte all’insistenza sull’amore concreto e incondizionato per i poveri. Se fosse viva oggi, Madre Teresa sarebbe a Lesbos o a Lampedusa, a medicare le ferite di migranti e rifugiati.

LASTAMPA.IT
Per la messa con cui, domenica 4 settembre alle 10.30 in Piazza San Pietro, papa Francesco proclamerà santa Madre Teresa di Calcutta, sono stati distribuiti tutti i 100 mila biglietti previsti per l’accesso alla piazza, ma la folla dei fedeli sarà ovviamente molto più grande, invadendo tutta Via della Conciliazione e gli spazi circostanti.



Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento, stamane alla Sala stampa vaticana, il direttore Greg Burke non ha fatto previsioni numeriche sull’afflusso dei fedeli (se non appunto il dato dei 100 mila biglietti distribuiti), che si ritiene comunque ingente.



Burke ha spiegato che fino ad ora sono 600 i giornalisti di tutto il mondo accreditati per l’evento, 125 i corrispondenti televisivi. La Radio Vaticana farà la cronaca in diretta nelle sei lingue tradizionali e anche in albanese, sia domenica, giorno della canonizzazione, sia lunedì 5 settembre, quando, nella prima festa di Santa Teresa di Calcutta, alle 10.00 il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin celebrerà la messa sempre in Piazza San Pietro.


Domenica la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta



Le misure di sicurezza saranno tutte quelle previste appuntamenti analoghi. «C’è tutta una serie di misure - ha spiegato il portavoce vaticano -. Via della Conciliazione sarà chiusa. Gli aspetti della sicurezza sono stati tutti considerati».

Al momento, sono attesi anche 13 capi di stato e di governo, tra i quali spicca il Primo Ministro Indiano. Le misure a carattere preventivo sono scattate già dal pomeriggio del primo settembre,



In campo circa 1.000 uomini nell’ambito delle 24 ore, che andranno a rafforzare il piano preventivo di vigilanza e prevenzione disposto per l’interno anno giubilare che conta l’impiego di 2.000 uomini nell’intero territorio della Capitale, a partire dalle periferie.



L’area di San Pietro, sin dalle ore 19 di sabato, sarà suddivisa in 3 aree, ciascuna delle quali avrà il compito di assicurare controlli sulle persone e sui bagagli, secondo una logica di cerchi concentrici che realizza una condizione di massima sicurezza nell’area di stazionamento dei fedeli e di presenza del Santo Padre.Messe in sicurezza anche le file dei fedeli in attesa dei controlli.



E domenica ci sarà il divieto di sorvolo su San Pietro. La Questura di Roma ha reso noto che «con provvedimento del Prefetto di Roma, su proposta del Questore, dalle ore 8 alle ore 19 di domenica è stato interdetto il volo in una vasta area adiacente San Pietro con la creazione di una `bolla di sicurezza´ controllata dall’Aeronautica Militare con il sistema «Slow Mover Interceptor», un sistema di rilevamento dei velivoli non autorizzati».





Durante la conferenza stampa, suor Mary Prema Pierick, superiora generale delle Missionarie della Carità, è tornata sulla figura della futura santa. «Con il suo instancabile lavoro per i poveri - ha detto -ha reso migliore Calcutta e ora la sua eredità non va dispersa». «Madre Teresa - ha raccontato - viveva la vita religiosa come gioia come un privilegio e condivideva lo stesso dormitorio con noi senza preoccuparsi di aver una stanza per sé. Di fronte ai fallimenti ci incoraggiava a continuare. Ho sempre sentito la sua presenza. Ha sempre messo in pratica l’amore per Gesù» .



Sabato 3 settembre sarà possibile venerare le reliquie della religiosa nella Basilica di Sant’Andrea della Valle. Dopo la canonizzazione saranno trasferite nella Basilica di San Giovanni in Laterano dove potranno essere venerate lunedì 5 settembre, dalle 16 alle 18.30, e martedì 6 settembre, dalle 7 alle 18.30. Il 7 e l’8 la venerazione sarà possibile dalla 9 alle 18 nella Chiesa di San Gregorio Magno e negli stessi giorni sarà visitabile la stanza di Madre Teresa nel convento di San Gregorio (8.30-11.30 e 16.30-19).



In occasione della Canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, la segreteria per la Comunicazione della Santa Sede realizzerà, in collaborazione con Mc360photo, il progetto “Io c’ero”, una ripresa panoramica ad altissima risoluzione di Piazza San Pietro che, dalla visione generale dell’intera piazza colma di fedeli, consentirà di zoomare sul volto di ogni singolo partecipante.



Precederanno la canonizzazione diversi appuntamenti di preghiera organizzati dalle Missionarie della Carità; due si svolgeranno nella basilica di San Giovanni in Laterano. Il primo di essi, venerdì 2 settembre, sarà la Veglia di preghiera presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini. Intitolata «Irradiando la luce di Cristo: una chiamata alla santità», inizierà alle 20.30.



Sarà sempre la basilica lateranense a ospitare dal pomeriggio di lunedì 5 (ore 16-18) a martedì 6 settembre (ore 7-18) la venerazione delle reliquie di Santa Teresa di Calcutta. Venerazione che proseguirà mercoledì 7 e giovedì 8 settembre nella chiesa dei Santi Andrea e Gregorio al Celio, dalle 9 alle 18, con la possibilità di visitare la stanza di Madre Teresa nel convento di San Gregorio (ore 8.30-18).



Il programma degli eventi prevede anche una mostra alla Lumsa e un momento di preghiera e meditazione con arte e musica a Sant’Andrea della Valle.