Ferdinando Cotugno, Vanity Fair 1/9/2016, 1 settembre 2016
UN TUFFO DOVE A RETE È PIÙ BLU
Avete sentito parlare del «deep web», il lato oscuro di Internet, e avete voglia di capire meglio che cos’è? Per cominciare, immaginate tutto l’Internet che usate ogni giorno, dalla casella email ai film su Netflix, a Facebook, come una casa. Voi pensate che Internet sia tutto lì, poi un giorno aprite la porta e scoprite che intorno a quella casa c’è un’intera città di cui non sapevate niente. Quella città è il «deep web», il «web profondo», tutto quello che è nascosto ai motori di ricerca. Un mondo digitale senza regole, popolato da chiunque abbia voglia (o bisogno) di tenere nascosta la propria attività online: spacciatori, mercanti di armi, pedofili, paranoici, ma anche attivisti e anarchici.
Aprire la porta ed entrarci non è difficile (né illegale), la chiave è un programma chiamato Tor, il «progetto cipolla» (The Onion Router, una crittografia a livelli, strati di cipolla appunto) avviato dalla Marina americana negli anni ’90, che permette di navigare anonimi. Avviato Tor, il primo luogo che si incontra è Hidden Wiki, una «Wikipedia nascosta» che raccoglie indirizzi del «deep web». Il più famoso, Silk Road, «la via della seta», era la più grande piazza di spaccio di Internet. Ora è stato chiuso dall’Fbi e il suo fondatore, Ross Ulbricht, è stato condannato all’ergastolo (anche se per molti è un eroe libertario). Ma al posto di Silk Road sono nati altri siti, dove comprare e vendere cannabis, allucinogeni, cocaina, eroina, metanfetamine, steroidi. Poi ci sono gli altri commerci illegali: con 6 mila dollari si compra un passaporto americano, con 640 euro si ordina una pistola calibro 7 con tanto di proiettili. Si offrono anche servizi: c’è il gestore di una pagina che, per esempio, per 1.000 dollari si offre di rovinare la reputazione online e distruggere la vita di chiunque («Avete voglia di far passare qualcuno per pedofilo? Affidatevi a me»). Non accettano la vostra carta di credito però, tutto si paga in Bitcoin, la criptomoneta digitale anonima.
Ma se tutti gli abitanti del «deep web» hanno scelto di essere nascosti, non tutti stanno facendo qualcosa di illegale. Molti hanno deciso di trasferirsi qui (ci sono social network, indirizzi email, forum e piattaforme blog) perché non vogliono più essere spiati dai loro governi. «Per esempio, il “deep web” è un luogo sicuro per gli attivisti gay nel Medio Oriente e in Africa, l’unico posto dove si può essere se stessi in Paesi dove l’omosessualità è illegale e un post su Facebook può farti finire in galera». spiega Sheera Frenkel nel documentario Down the Deep, Dark Web.
Più in profondità si trovano i canali dell’Isis o pagine di killer a pagamento. Le leggende metropolitane (come quelle sulle redroom, i siti che trasmetterebbero torture in diretta) si intrecciano alle teorie della cospirazione (si trovano video falsi su alieni o esperimenti scientifici).
E infine c’è il «deep web italiano», il cui forum più famoso è Italian Darknet Community: qui tutto è più all’italiana, dai consigli su come farsi arrivare la marijuana senza insospettire il portinaio all’offerta di sigarette di contrabbando. C’è anche il post di uno che racconta di essere stato arrestato in Canada per atti osceni in luogo pubblico: è libero su cauzione e chiede informazioni su come uscire dal Paese senza presentarsi al processo.