varie 1/9/2016, 1 settembre 2016
ARTICOLI SUL MONZA E IL RINNOVO DEL CONTRATTO – Monza è la casa della Formula 1. Per altri tre anni
ARTICOLI SUL MONZA E IL RINNOVO DEL CONTRATTO – Monza è la casa della Formula 1. Per altri tre anni. Ieri l’annuncio della firma imminente nel cuore del Parco che questo weekend ospiterà il gran premio d’Italia. La conferma arriva dal presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani nella conferenza stampaal fianco del presidente dell’Automobile Club Milano, Ivan Capelli, proprietario dell’autodromo attraverso la società Sias. «Con un gioco di squadra siamo arrivati a definire il contratto del rinnovo - ha detto Sticchi Damiani -. Confido nella firma nel corso del fine settimana». Parlando di cifre sono 22 milioni di euro per i primi due anni (il precedente accordo era di 7-8 milioni) e 24 per il terzo, un totale di 68 milioni per il rinnovo triennale. «Il premier Renzi ha dato la svolta lo scorso anno incontrando Ecclestone ma, senza l’apporto della Regione Lombardia, oggi faremmo discorsi diversi. Ed Ecclestone ha avuto pazienza, segno che Monza è importante pure per lui», ha concluso Sticchi Damiani. E via twitter il sottosegretario del Consiglio Luca Lotti ha confermato: «È ufficiale: GP resta a Monza. Il lavoro di squadra, come in Formula Uno, paga!». *** ANDREA CREMONESI PER LA GAZZETTA DELLO SPORT – Mancano solo «due passi» per dirla con le parole di Angelo Sticchi Damiani, il grande regista dell’operazione «salva Monza». Dettagli, cavilli che i legali di Fom e Aci stanno spianando e che in queste ore dovrebbe portare allo «scambio» dei contratti che sanciranno la permanenza della F.1 sullo storico tracciato lombardo (risale al 1922) almeno sino al 2019. La firma con Bernie Ecclestone potrebbe arrivare già durante il fine settimana nel bel mezzo dell’87o GP d’Italia. «Il giorno giusto è venerdì», è il pensiero (scherzoso?) di Roberto Maroni, che con la decisione di contribuire con 20 milioni di euro in due anni a pagare Ecclestone, ha dato la spinta decisiva a concludere l’accordo. «Venerdì perché poi Renzi parte per il G-20 in Cina, così ci potremmo essere tutti». Insomma, ieri mattina nella sala stampa Tazio Nuvolari in occasione della presentazione della tappa tricolore del Mondiale si respirava un’aria di moderata euforia, ben diversa dalla cappa densa di preoccupazione di un anno fa. Unica nuvola all’orizzonte resta il ricorso al Tar del Lazio da parte di Formula Imola ma Sticchi Damiani si sente sereno: «Innanzitutto la firma non è in pericolo perché il ricorso riguarda solo la mia lettera con la quale ho negato la possibilità di dirottare a Imola i soldi dell’Aci per Monza. Sono sereno perché mi sono ottenuto alla volontà di Governo e Parlamento che nella legge di stabilità hanno esplicitamente scritto “Gran Premio d’Italia a Monza”. Parlano di aiuti di Stato? Posso garantire che lo stato non ci mette un euro, sono i soldi nostri, dell’Aci che ovviamente abbiamo tutto il diritto di investire dove e come preferiamo». Una risposta indiretta anche al Movimento 5 Stelle che ha già manifestato la volontà di rivolgersi all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e alla Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea per verificare se i soldi della Regione non rappresentino un aiuto di Stato illegittimo. «Imola è un autodromo importante — ragiona Sticchi Damiani — che ha ospitato 20 GP ed è del tutto legittimo che organizzatori e comune provino ad avere la F.1, ma non così con la politica dei ricorsi». E dello scontro fraticida. «Imola avrebbe rappresentato il nostro piano B se non si fosse trovata la collaborazione con gli enti locali — aggiunge il capo dell’Aci —. Ma se funziona il piano A... è bene che si comprenda quando la battaglia, pur legittima, è persa». Per mantenere il GP, Aci e Regione mettono sul piatto 68 milioni di euro, una cifra enorme: «Spendiamo 17 milioni di dollari in più del contratto attuale», ammette Sticchi Damiani. In sostanza Monza paga oggi circa 7 milioni di euro, nei prossimi due anni 22 e poi 24. Questo spiega perché Sias e Ac Milano sono state costrette a passare il testimone ad Aci e si firmerà un contratto «corto». «Quando si discuteva per una durata di 7 anni le cifre erano più abbordabili. E poi c’è uno scenario in evoluzione con organizzatori in difficoltà», spiega il capo di Aci, lasciando intendere che la crisi di tanti GP (ad oggi non c’è ancora un calendario 2017) potrebbe aiutare a strappare condizioni migliori dopo il 2020. L’enorme sforzo finanziario avrà di certo ripercussioni sulla governance monzese così entro fine anno Sias, la società che gestisce l’impianto, cambierà proprietà: Aci avrà il 60%, Regione e Ac Milano il 20 a testa. Ancora senza sponsor che alleggeriscano l’esborso, Aci sarà costretta a una politica di spending rewiew: il Rally di Sardegna ad esempio è a rischio. «Ci costa 3 milioni e la Regione ci mette 900 mila euro, se aumenta il contributo ok, altrimenti dovremo valutare altre opzioni», afferma il presidente dell’Aci che di un rally iridato non vorrebbe fare a meno. Intanto, malgrado la Ferrari sia ancora inchiodata a quota zero nella casella vittorie, gli appassionati stanno rispondendo bene: «Al 31 agosto abbiamo raccolto dalla vendita dei biglietti 9.200.000 euro contro gli 8.400.000 di un anno fa», racconta Ivan Capelli, presidente di Ac Milano. Un 10% in più. Gli spettatori dovranno però munirsi di pazienza perché, di fronte alla minaccia terroristica, si è deciso di rafforzare le misure di sicurezza. «Tutti — avverte Capelli — dovranno sottoporsi ai controlli con il metal detector». Infine Capelli smentisce che la pista possa cambiare nel 2017, un caso nato dal comunicato della Pirelli che nell’anteprima del GP aveva parlato di ultima edizione prima della realizzazione di un bypass alla prima variante: quel progetto, ideato dalla vecchia gestione Sias per la Superbike (e bocciato da Aci e Fmi), per ora è congelato. *** FRANCESCO PRISCO PER IL SOLE 24 ORE – Dopo un “testa a testa” di due anni con la Fom di Bernie Ecclestone, ecco il traguardo: il circuito di Monza resterà tempio del Gran premio d’Italia. L’accordo di massima per le edizioni dal 2017 al 2019 c’è già, «gli avvocati – spiega il presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani – si stanno scambiando le carte». Il contratto da 68 milioni di dollari tra l’Automobile Club e Mister B. arriverà nel fine settimana, mentre in pista si correrà l’87ª edizione della gara che fu di Nuvolari e Schumacher. «Forse venerdì», lascia intendere il governatore lombardo Roberto Maroni, facendo riferimento alla successiva partenza del premier Matteo Renzi per il G20 in Cina. In sua vece ci sarà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti che nel frattempo twitta: «Il lavoro di squadra, come in Formula Uno, paga». Di questo si è trattato: prima la legge di Stabilità che consente all’Aci di attingere a tutte le sue risorse – compresi i soldi del Pra – per salvare Monza. Poi Maroni che l’8 agosto ha stanziato 20 milioni per spese di esercizio (non d’investimento, passaggio chiave). Quindi l’Aci che si accredita con Fom come soggetto abilitato a trattare al posto di Sias, società dell’Automobile Club Milano storica organizzatrice della manifestazione che usciva da anni difficili, culminati nelle note vicende giudiziarie. Per il presidente di Aci Milano Ivan Capelli, il Gran premio che parte domani «chiude un’era e ne apre un’altra». E non c’è parto senza travaglio: «Mi tremano i polsi – confida Sticchi Damiani – a pensare che firmeremo un contratto per un importo superiore di 17 milioni a quello in scadenza». Rispetto ai 68 milioni del deal, la Lombardia ne metterà sul piatto 5 all’anno che si affiancano ai 70 milioni in dieci anni a sostegno del parco di Monza «che candideremo – ha annunciato Maroni – a patrimonio Unesco». Il resto ce lo metterà l’Aci, quanto agli sponsor «siamo a disposizione di chi vorrà investire», precisa Sticchi Damiani. Intanto Heineken, multinazionale della birra che sponsorizza l’intero circus, ha scelto Monza insieme con i Gp di Canada e Messico come evento “brand” (questo sarà infatti il primo Gran premio Heineken d’Italia). Certo, ci sarà da vedere l’esito del ricorso al Tar del Lazio di Formula Imola, società di gestione dell’autodromo emiliano che contesta la formula irrituale che ha consentito il salvataggio di Monza. Nell’udienza di martedì, se non altro, ha ritirato la sospensiva, consentendo al giudice di aggiornarsi. Sticchi Damiani ha parole di distensione: «Non ho nulla contro Imola. Quello sarebbe stato il piano b, qualora a Monza non fossimo riusciti a fare fronte comune». *** LA REPUBBLICA – Il Gp d’Italia di F1 resta a Monza. Così giurano, all’unanimità, i responsabili di Aci e Regione Lombardia. «Il rinnovo è fatto» ha detto ieri Angelo Sticchi Damiani, n. 1 Aci. Manca la firma, e quella dovrebbe apporla Bernie Ecclestone. E fin quando manca quella, conoscendo anche il carattere del personaggio, è sempre meglio usare il condizionale. Tanto è vero che sempre ieri, via web, anticipazioni del calendario 2017 sono state date, e Monza è ancora affiancata a Imola. Ma tutto questo non sembra impensierire Monza, che rivela come l’accordo sia per tre anni: alla Fom 68 milioni di euro (15 dalla Regione). «Trovo legittimo che Imola abbia provato e provi ad avere un Gp, ma a colpi di ricorsi è difficile trovare accordi» ha tenuto a far sapere Sticchi Damiani. «Imola è sempre stata un’opzione B, se non si fosse concretizzata l’opzione A. E l’alternanza del Gp non avrebbe logica: scontenterebbe due organizzatori anziché uno. Infine: i soldi dell’Aci non sono aiuti di stato, ma soldi dell’Aci con l’aiuto della Regione Lombardia. Ricordo anche che abbiamo chiesto, e avuto, l’autorizzazione del Governo e del Parlamento per affrontare questi impegni economici di grande portata. Quando arriveremo alla firma potremo dire che anche Ecclestone avrà fatto la sua scelta». Resta in sospeso il ricorso al Tar del Lazio di “Formula Imola”: solo a ottobre sarà scritta la parole fine a una storia che dura ormai da oltre due anni.