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 2016  agosto 27 Sabato calendario

QUANTI AL VERDE DOPO LA PREMIER


L’ultimo è Lucas Neill, 96 presenze con l’Australia e una carriera tra Millwall, Blackburn, Everton, Galatasaray e West Ham. Qualche settimana fa è stato dichiarato fallito, bancarotta. Poi sono arrivate le drammatiche immagini di luglio sulla prima pagina del Sun: Paul Gascoigne a piedi nudi in strada, vestito come un homeless. Così, con la partenza del campionato, è scattato di nuovo l’allarme su un fenomeno che non accenna a diminuire. La Premier League allunga da anni stipendi d’oro ma, secondo studi recenti, resta la maggior produttrice di atleti finiti sul lastrico entro pochi anni dalla fine della carriera. Gazza non è l’unico protagonista del principale torneo inglese ad aver dichiarato bancarotta. Investimenti errati, una gestione poco oculata del conto in banca, un trend che colpisce spesso anche la Nfl nello sport americano. Peggio di lui è andata ad altri simboli del calcio britannico, dall’ex principe del Liverpool di fine Anni 80 John Barnes a Paul Merson, ex Arsenal, che ha dilapidato circa 15 milioni di euro al gioco d’azzardo. E il casinò è stato micidiale anche per Keith Gillespie, ex idolo al Newcastle, che al black-jack si è divorato 8 milioni di euro. Sempre un paio d’anni fa finiva in bolletta David “Calamity” James, ex portiere della nazionale inglese dalla papera facile rovinato dalla separazione dalla moglie: all’asta per qualche sterlina giradischi, maglie autografate, una vecchia auto. Ad aiutare chi smette ci prova da tempo la XPro, associazione benefica che tutela gli ex giocatori: già due anni fa aveva rivelato che il 60% di loro accusava problemi finanziari entro 5 anni dal ritiro, con il 20% in bancarotta.
Nicola Sellitti