ItaliaOggi 27/8/2016, 27 agosto 2016
SNACK DI GRILLI E BARRETTE DI CAVALLETTE, GLI INSETTI NEL PIATTO VALGONO 280 MILIONI DI EURO E NELLA UE LA FILIERA SI STRUTTURA
C’è una piccola rivoluzione in atto nell’universo della nutrizione che vuole proporsi come un’alternativa alla carne: sempre più gli insetti volano nei nostri piatti. Già 2 miliardi di persone li consumano, nel mondo, soprattutto nell’America del Sud, nel Sudest asiatico, in Cina, in Australia, nell’Africa subsahariana.
E la filiera che sta nascendo comincia a strutturarsi. A favore degli insetti in tavola (2.300 specie commestibili) ci sono argomenti come quello di offrire proteine alternative e il fatto che questi invertebrati abbondano e crescono rapidamente. Sono ricchi di aminoacidi, minerali, grassi buoni e vitamine (A e B2). Inoltre, la filiera ha consumi limitati per acqua e energia. Gli oppositori, invece, sfoderano argomentazioni psicologiche e culturali, rischi sanitari, prezzi elevati (per un chilo di grilli secchi si va da 5 a 200 euro) e una normativa dai contorni ancora troppo vaghi. E non tutti i paesi autorizzano il consumo di insetti: gli Stati Uniti sì, l’Europa ha una situazione diversa nei vari paesi. L’Olanda è il principale produttore di insetti commestibili e ne assicura la tracciabilità.
Moda o un fenomeno durevole? Un istituto inglese di ricerca prevede che entro il 2020 questo mercato varrà più di 280 milioni di euro in Europa. I consumatori bio, vegani e quelli che scelgono i cibi senza glutine tendono a esserne consumatori.
Inoltre, molti esperti vedono in questo mercato una risposta alla scarsità di cibo per nutrire il pianeta.
Nel 2050 gli esperti concordano sul fatto che mancheranno cereali, proteine di origine animale in quote sufficienti ad alimentare i 9,5 miliardi di esseri umani.
Intanto, cominciano a crescere le imprese di trasformazione alimentare degli insetti. E qualche chef stellato, David Faure e Miguel Prosper, li hanno proposti nel menù attirando curiosità. In Francia, a Melun capoluogo del dipartimento Seine-et-Marne, nella regione dell’Île-de-France, Jimini’s produce snack aperitivi con insetti allevati in Thailandia e barrette energetiche a base di farina di cavallette e frutta secca, mela e cannella, vendute a Londra da Selfridges. Snack bio e senza materie grasse. Fondata nel 2012 da Bastien Rabasten, oggi Jimini’s è uno dei principali fabbricanti europei di prodotti alimentari a base di insetti. «Abbiamo iniziato con una gamma destinata all’aperitivo che è il momento nel quale le persone sono più disposte ad assaggiare», ha spiegato a Le Figaro Rabastens, cofondatore dell’impresa, «all’epoca era una filiera interessante oggi ha un’immensa potenzialità di sviluppo». Jimini’s si rifornisce di insetti dai Paesi Bassi e l’anno scorso ha venduto 50 mila scatole di snack a base di insetti con un giro d’affari di 500 mila euro.
Micronutris scommette sul Made in France e alleva a Tolosa i vermi della farina e grilli per produrre pasta, biscotti di pasta frolla e pop-corn. Negli Stati Uniti, dove sperano di svilupparsi le due imprese francesi, Exo confeziona barrette proteiche a base di insetti e ha raccolto 4 milioni di dollari. Nella regione dello Jura c’è la prima fabbrica francese di allevamento e trasformazione di insetti completamente automatizzata, Ynsect che fabbricherà in particolare farine e oli a base di insetti e entrerà anche nel settore della chimica verde con biomateriali e cosmetici appena la normativa verrà definita. Inoltre, con gli insetti produrrà cibo per l’alimentazione del pollame e per l’acquacoltura, un mercato che secondo gli esperti crescerà del 70% entro il 2050. Entomo Farm ha inventato un box chiavi in mano di 28 metri quadrati destinato alle industrie agroalimentari. Autonomo e trasportabile permette loro di disporre di una propria produzione. Oltre a una moltitudine di piccoli allevatori di insetti per l’alimentazione in Europa, i principali attori del settore dell’entomocoltura si trovano nei Paesi Bassi, in Canada, e in Africa del Sud. E per la maggior parte producono farine a base di mosche spesso alimentate con rifiuti biodegradabili.
ItaliaOggi 27/8/2016