Carlo Valentini, ItaliaOggi 27/8/2016, 27 agosto 2016
I RIFIUTI MILIONARI DEI 5 STELLE
Il sindaco antirifiuti farà il bilancio del Comune grazie ai rifiuti. Succede a Parma dove Federico Pizzarotti ha ricevuto una gradita lettera dall’amministratore delegato di Iren, Roberto Paterlini: «In adempimento a quanto previsto negli accordi tra le parti poiché nel primo semestre 2016 i rifiuti urbani oggetto di termovalorizzazione sono ammontati a 68.276 tonnellate, al vostro Comune spettano 450.627 euro».
Iren è la multiutility che gestisce (anche) i rifiuti e che i 5stelle in campagna elettorale promettevano di fare chiudere.
Era venuto perfino Beppe Grillo a urlare in piazza contro il termovalorizzatore che Iren stava costruendo. Poi i 5stelle hanno conquistato il Comune e di fronte alle penali insostenibili che si sarebbero dovute pagare nel caso la struttura fosse stata bloccata (ormai era in dirittura d’arrivo) e alle prese col problema (che ora coinvolge anche la sindaca di Roma,Virginia Raggi) che comunque i rifiuti vanno tolti dalle strade e gestiti, il sindaco pentastellato s’è rimangiato la promessa e ne è nato il primo, forte dissapore con Beppe Grillo. Tanto che anche le vicende della sospensione a maggio di Pizzarotti dal M5s e la sua tenuta sulla graticola (reintegrato o espulso?) ad appena un anno dalle elezioni (a Parma si svolgeranno nel 2017) sembra avere radici in tale querelle.
Adesso Pizzarotti si accorge che i termovalorizzatori di nuova generazione non sono poi il diavolo e che i rifiuti che necessariamente sfuggono alla raccolta differenziata debbono essere lavorati e si trasformano in business. Tanto che il bilancio comunale grazie a Iren può godere di una sostanziale boccata d’ossigeno che a fine anno si aggirerà sul milione di euro. Più un altro gruzzolo dai dividendi (il Comune possiede il 4,6% delle azioni Iren). E anche gli altri Comuni azionisti riceveranno un assegno proporzionato alla quota di rifiuti conferiti più i dividendi.
Non è un mistero che le multiutility (insieme alle fondazioni bancarie) siano i puntelli dei bilanci locali tosati dai tagli statali. Iren ha fatturato (nel 2015) 3,1 miliardi di euro con 124 milioni di utile diviso tra i soci. E’ nata dalla fusione, nel 2010, tra Iride (che a sua volta aveva raggruppato l’Aem di Torino e l’Amga di Genova) e l’Enia (di Piacenza, Parma e Reggio Emilia). È quotata alla borsa di Milano (indice Ftse). Il termovalorizzatore di Parma, finora una spina nel fianco del sindaco 5stelle, funziona a pieno regime e distribuisce prebende ai Comuni asfittici. Ma non è solo per questo che Pizzarotti s’è messo il cuore in pace. La vicenda della Raggi è per lui più che una rivincita. Si tratta della dimostrazione che una cosa è lanciare slogan ammiccanti e un’altra è fare i conti con l’amministrare quotidiano. Il bello è che la Raggi (Grillo silente) ha chiesto solidarietà, cioè che i «suoi» rifiuti vengano bruciati laddove ci sono gli impianti, e quindi anche a Parma, proprio nel termovalorizzatore che Grillo voleva bloccare. Quasi un gioco del cerino acceso. Che ha fatto insorgere i 5stelle emiliani. È esplicito il capogruppo regionale grillino Gianluca Sassi: «Noi non siamo disposti a diventare la pattumiera d’Italia, a prescindere dai colori politici e dagli schieramenti. I problemi ognuno se li risolva a casa sua. Abbiamo sopportato già i rifiuti della Liguria e della Puglia, adesso basta. Avere gli impianti che rendono possibile anche accogliere rifiuti da altre regioni non significa che dobbiamo prendere l’immondizia di tutti. Questo tipo di smaltimento è contrario alla linea del nostro movimento».
Pentastellati divisi. Pizzarotti non è più nell’angolo, dietro la lavagna e il presidente pidiessino della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, può rimarcare: «Visto che abbiamo approvato la legge e il piano regionale sui rifiuti più avanzati d’Italia, che ci consentiranno di superare il 70% di differenziata e raggiungere il 70% di riciclo nel 2020, spero si colga cosa significhino serietà e buon senso invece della propaganda a fini elettorali». Aggiunge il segretario regionale Pd, Paolo Calvano: «Più che portarci i rifiuti, la Raggi dovrebbe venire in Emilia-Romagna a chiedere come si fa il ciclo integrato». Mentre l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo, Pd, chiosa: «Adesso che hanno l’emergenza a Roma sono finalmente entrati nel mondo reale». L’Emilia-Romagna (grillini compresi) chiude le porte all’ipotesi di potere smaltire una parte dei rifiuti romani. Sul tema interviene anche il ministro all’Ambiente, Gian Luca Galletti (Udc): «La solidarietà fra le varie aree del Paese è eticamente prima che politicamente doverosa. Credo che sia davvero assurdo e anche un po’ vergognoso (oltre che stupido economicamente) che si mandino i rifiuti nei termovalorizzatori all’estero mentre ci sono impianti in Italia che potrebbero accoglierli. L’ultima cosa che vorrei vedere in questa vicenda è la demagogia politica e purtroppo la vedo spesso affiorare nei discorsi e nei comportamenti. Però voglio ribadire con forza una cosa: io non credo che inviare fuori regione o fuori dall’Italia i rifiuti sia una via percorribile, sia un sistema di smaltimento dei rifiuti. I rifiuti vanno smaltiti dove vengono prodotti: lo dicono le norme europee e nazionali. Chi non riesce a farlo e manda all’estero o in altre regioni certifica un fallimento della propria capacità amministrativa».
A Parma non nascondono la soddisfazione per il fatto che il sindaco di Livorno (graziato da Beppe Grillo al contrario di Pizzarotti, ancora nel limbo) Filippo Nogarin, abbia inviato qui una delegazione della municipalizzata livornese, l’Aamps, guidata dall’amministratore delegato Paola Petrone per studiare la gestione dei rifiuti, tra differenziata a termovalorizzatore, realizzata nella città emiliana. Dice Pizzarotti: «Inoltre a settembre verrà a trovarci per studiare il nostro modello una delle città più importanti al mondo, NewYork, 8 milioni di abitanti, la capitale mondiale dell’innovazione e delle grandi visioni futuristiche. Vengono a vedere come riusciamo a risolvere il problema dei rifiuti arrivando al 74% di raccolta differenziata. Ma i tecnici Iren e delle cooperative lavorano ogni giorno anche per raccogliere quello che spesso inciviltà ed ignoranza lasciano in giro. Perché un materasso di fianco a una campana del vetro, o prima a fianco ad un cassonetto, è questione di scarsa cultura. La situazione è migliorata e lo sarà ancora».
Intanto il sindaco intasca quasi un milione di euro che gli serviranno, in parte, per ridurre la Tari, la tassa sui rifiuti, a vantaggio dei cittadini più collaborativi. Spiega: «Il modello della raccolta differenziata spinta ci dice che il cassonetto non aiuta a una corretta gestione dei rifiuti, perché incentiva il buttiamo tutto dentro il cassonetto, mentre quando sono obbligato a dividere sto più attento. Inoltre chi differenzia meglio e produce minori rifiuti sarà premiato perché pagherà meno e in un momento di crisi come questa la gente ma anche le imprese, i piccoli negozi, gli esercizi commerciali come ristoranti e bar, ne avranno un grande beneficio».
Twitter: @cavalent
Carlo Valentini, ItaliaOggi 27/8/2016