Guido Fontanelli, Panorama 25/8/2016, 25 agosto 2016
2030, FUGA DAL MOTORE DIESEL
Tra meno di 15 anni il motore diesel sarà diventato un prodotto di nicchia? Lo scandalo che ha investito la Volkswagen per la frode sulle emissioni (negli Stati Uniti ha già patteggiato un risarcimento di quasi 15 miliardi di dollari e ora rischia un’altra multa per i risvolti penali) è la spia di un malessere che sta colpendo i produttori di propulsori a gasolio: con i nuovi limiti imposti dalle autorità per ridurre l’inquinamento, sarà sempre più difficile costruire motori diesel a costi accettabili e in grado di superare i test di omologazione.
In un rapporto appena pubblicato, la società di consulenza Alix Partners, specializzata nel settore dell’auto, tratteggia uno scenario dell’industria delle quattro ruote da qui al 2030 in cui vincono alla grande gli ibridi (uniscono motore a scoppio ed elettrico) e perdono i diesel. Il motivo è, appunto, il costo: attualmente produrre un motore base a gasolio costa mediamente da 6.500 a 9.450 euro, ma il prezzo delle tecnologie necessarie per soddisfare i limiti sulle emissioni fa salire il conto a 9.100-12.850 euro, a seconda delle cilindrate. E crescerà ancora in futuro. Parallelamente il prezzo delle batterie diminuisce, rendendo sempre più convenienti le vetture ibride o elettriche.
Tutto ciò avrà un forte impatto sulle vendite. Oggi in Europa più della metà delle auto vendute va a gasolio, il resto monta motori a benzina e solo una quota marginale è rappresentata da vetture ibride ed elettriche. Tra 15 anni, invece, le ibride saranno le più vendute con una quota del 28 per cento, seguite dalle auto a benzina con il 25 per cento, le elettriche con il 20, le ibride plug-in (le cui batterie possono essere caricate anche collegandole alla presa) con il 18 per cento e infine i veicoli diesel con appena il 9 per cento. Una vera débâcle. La tendenza non risparmierà neppure le auto piccole: in questo segmento di mercato le vetture diesel passeranno, sempre secondo Alix Partners, dall’attuale 40 per cento ad appena il 5, mentre ibride ed elettriche conquisteranno il 60 per cento del mercato.
Una rivoluzione che richiede forti investimenti e che metterà sotto pressione le case automobilistiche. Compreso il gruppo Fiat-Chrysler: per questo Sergio Marchionne dovrà riaprire le danze per trovare un partner da unire alla sua Fca.
(Guido Fontanelli)