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 2016  agosto 19 Venerdì calendario

LA CINA FA LA GUERRA ALLE BANCHE OMBRA

Prosegue in Cina la caccia agli operatori finanziari e agli istituti di credito illegali per tentare di bloccare un traffico transfrontaliero di immenso valore. Mercoledì, il ministero per la Sicurezza pubblica ha comunicato che dall’inizio dell’anno sono stati 450 i sospetti arrestati, attivi in 192 banche, responsabili di transazioni illecite stimate in 200 miliardi di yuan, equivalenti a 26,5 miliardi di euro. Il giro di vite cerca di frenare la forte esortazione di capitali, fattasi ancora più intensa in questi ultimi tempi per la prospettiva di una ulteriore svalutazione della valuta cinese. Una circostanza che ha contribuito negli ultimi dodici mesi a un’erosione delle riserve in valuta equivalente a 450 miliardi di dollari. Ai cinesi è consentito cambiare yuan per un massimo di 50mila dollari l’anno e investimenti in valuta sono vietati ai privati se non attraverso poche istituzioni riconosciute. Di conseguenza, investitori alla ricerca di destinazioni lucrose o sicure per i propri capitali, come cittadini e funzionari corrotti che debbano spostare altrove guadagni illeciti hanno poche alternative se non ricorrere a centinaia, se non migliaia, di intermediari che operano un po’ in tutto il Paese, ma soprattutto nelle provincie e municipalità meridionali e di confine: Fujian, Gansu, Guangdong, Hebei, Hunan Liaoning, Shandong, Shanghai, Sichuan, Jiangsu, Jilin, Zhejiang.
Un problema non solo economico e di salvaguardia della legalità se, come confermato da funzionari della Pubblica sicurezza, le iniziative illegali non solo coprono e alimentano attività criminali, come contrabbando, gioco d’azzardo, traffico di stupefacenti, ma anche dissenso e terrorismo. Un esempio, è quello segnalato dal quotidiano Legal Daily. Funzionari addetti alla lotta contro i crimini di carattere economico hanno confermato che nella sola città di Shenzhen, prossima a Hong Kong, la rete illegale ha ripulito e esportato più di 30 miliardi di yuan negli ultimi cinque anni. Per questa attività, a giugno sono stati arrestati 17 individui considerati «pericolosi per la sicurezza nazionale» perché coinvolti, secondo le autorità, in attività terroristiche e traffico di droga. Per deviare ogni controllo, avevano fatto transitare il denaro su 360 conti in 13 banche commerciali.