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 2016  agosto 18 Giovedì calendario

KENNY-TROTT, SONO NOZZE D’ORO. IN CASA SPICCANO I 10 TITOLI OLIMPICI

Laura e Jason, i fidanzatini d’Inghilterra. Dovevate vederla, lei, come trepidava in tribuna. Aveva appena vinto il suo secondo oro. Aveva appena ripetuto la doppietta di quattro anni prima a Londra: l’omnium dopo l’inseguimento a squadre. Era appena diventata la prima atleta britannica della storia - e mica solo del ciclismo - a conquistare quattro ori olimpici. Aveva appena surclassato la fama della pin up Vicky Pendleton, l’ex reginetta della velocità oggi amazzone di buon livello, che ne aveva appena tessuto le lodi dai microfoni della Bbc. Dovevate vederla, Laura, mordicchiarsi nervosamente le unghie in attesa dell’ultima gara, fremere in preda all’agitazione, saltellare sul posto manco toccasse proprio a lei scendere in pista. E infatti non era Laura a dover correre, bensì il suo Jason, l’uomo più veloce dei velodromi, il ragazzo che non buca il video anche se ha un curriculum in pista da far paura, il fuoriclasse dei tondini forse più sottovalutato, anche se qui a Rio aveva già vinto l’oro nella velocità a squadre e poi quello della velocità individuale. E adesso era lì a giocarsi nel keirin il tris da leggenda: vincerlo per fare come colui che 4 anni prima gli aveva passato idealmente il testimone, quel Chris Hoy pronto per essere raggiunto nell’Olimpo degli immortali dello sport proprio dal suo erede, lui con le sue sei medaglie d’oro (e una d’argento) mai toccate da nessun altro figlio d’Albione, prossimo però ad essere eguagliato dal ragazzo di Bolton.

BACI E LACRIME Ebbene sì, alla mezzanotte di martedì 16 agosto, in un tripudio di urla e di bandiere, Jason Kenny si è preso a mani basse anche il keirin, con l’aperitivo peraltro di una decina di minuti di palpitazione per un’ipotesi-squalifica. Poi tutto è rientrato e tutto s’è risolto. E Laura Trott, appena il suo amato è sceso di sella, gli si è buttata tra le braccia, gli ha dedicato un tenero bacio, discreto, intimo, pieno di dolcezza, ha versato il suo bel ruscello di lacrime per poi mangiarselo con gli occhi quando lui era sul podio e «God Save The Queen» si irradiava per la sesta volta nel cielo del Velodromo olimpico.

ZATOPEK E BORZOV Tre lui, due lei: cinque ori in due qui a Rio. Sei lui, quattro lei: già dieci titoli olimpici in carriera. Ma soprattutto la ciliegina, in chiusura, della vittoria nello stesso giorno, quasi in contemporanea, a un’ora e venti l’una dall’altro, novelli Zatopek e Borzov dell’era moderna. Ricordate? Helsinki ‘52, atletica, «L’uomo chiamato cavallo» vince i 5000, seconda delle sue tre perle di quei Giochi da leggenda, e subito dopo la moglie Dana lo imita nel giavellotto. Monaco ‘72, Valeriy Borzov trionfa sui 100 metri e, di lì a poco, Lyudmila Turishcheva, che ha appena scaldato il cuore del velocista ucraino, per poi sposarlo tre anni più tardi, è la regina del concorso completo nella ginnastica artistica.

NOZZE IN VISTA Laura e Jason: se proprio non si vuol dire che sono la coppia più bella del mondo, come cantavano Adriano Celentano e Claudia Mori, di certo sono la più vincente di sempre. S’erano fidanzati ufficialmente proprio ai Giochi di Londra, la foto del loro bacio in tribuna tra una vittoria e l’altra aveva riempito le prime pagine dei tabloid inglesi. E poco importa se non sono ancora marito e moglie: le nozze sono comunque alle porte, questione di dettagli. «Laura si preoccupa abbastanza per entrambi, si agita spesso e piange molto - ha detto Jason -. Ma è stato bello vincere insieme. Sono stato molto contento per lei, è stata bravissima. Sono davvero orgoglioso di quello che ha fatto». «Beh, speriamo che i nostri figli ereditino un po’ dei nostri geni» il controcanto di Laura. E la parola figli è già più di una promessa di matrimonio.