Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  agosto 18 Giovedì calendario

PIL FERMO, LA TOPPA DEL TG3 È PEGGIO DELL’OSCURAMENTO

Il Tg3 non l’ha presa bene. Sul Fatto di ieri abbiamo raccontato come la notizia della crescita zero del Pil nell’ultimo trimestre sia stata imboscata in posizioni poco nobili nelle scalette dei telegiornali del servizio pubblico. A partire da quello che fino a una settima fa era diretto da Bianca Berlinguer e ora è nelle mani di Luca Mazzà.
La Rai ha dettato una replica alle agenzie, in cui “precisa che il telegiornale ha affrontato l’argomento nei titoli di testa di tutte le principali edizioni del giorno”. Nell’edizione delle 19 – quella citata nell’articolo del Fatto – “il Tg3 ha dedicato a questo tema quasi un terzo dello spazio complessivo del giornale articolando il racconto in quattro servizi per una durata totale di circa 8 minuti”.
Tutto vero. Vale la pena però di rivedere questi quattro servizi (e l’intero telegiornale) per cercare di capire quale parte dell’articolo del Fatto fosse poco accurata, o difficile da comprendere.
Tg3 delle ore 19. La notizia ferale per il governo e per l’economia italiana – il Pil immobile nell’ultimo trimestre – è stata in cima ai siti d’informazione dalla mattina. È un fatto rilevante, ma sulla terza rete arriva al minuto 18, oltre la metà del telegiornale. Prima – come abbiamo scritto ieri – c’è tempo per i servizi su Siria, Thailandia, Turchia, Ucraina, innalzamento della sicurezza nei porti italiani e lunghe code di fronte i traghetti (con vivace vox di una signora che mangia il panino in attesa dell’imbarco) e un’ampia pagina sulle Olimpiadi aperta in studio da Franco Lauro e chiusa con un pezzo biografico sulla ginnasta Usa Simon Biles. Finalmente, ecco i servizi sul Pil.
È vero: sono quattro. Il primo inquadra la notizia – l’economia è ferma – e la condisce con i commenti rassicuranti del ministero dell’Economia. Alcune citazioni dal testo: “Un rallentamento registrato in tutta Europa nonostante il buon dato della Germania”, “L’effetto Brexit e la minaccia terroristica pesano ovunque”, “Al ministero dell’Economia nessuno si dice sorpreso: i segnali di rallentamento erano già emersi da tempo, anche per effetto della situazione internazionale”, “La crescita è più fragile ma i conti pubblici sono sotto controllo, anche grazie alle privatizzazioni” (queste sono parole del Tesoro), “Ora il governo si concentrerà sugli investimenti, che potrebbero rilanciare quel clima di fiducia che per gli economisti è l’unico motore per rimettere in moto il Paese”.
Il secondo servizio è un pastone politico. Alterna le critiche dei partiti di minoranza (Brunetta, Di Maio, Salvini, D’Attorre e Fitto) e la replica del responsabile economico del Pd, Filippo Taddei: “Il dato di oggi ci dice che la crescita non è un problema italiano, ma un problema europeo, basti pensare che la Francia ha una crescita intorno allo zero”. Ma noi “creiamo molta più occupazione: 600 mila posti di lavoro in più, di cui 400 mila a tempo indeterminato”.
Il terzo servizio è un asettico “spiegone” su cosa sia il Prodotto interno lordo: “Fate la spesa al supermercato? È Pil. Prendete un taxi? È Pil. Un’azienda compra un macchinario? È Pil”. Infine, il quarto servizio che secondo la Rai affronta la crescita zero, è dedicato all’ottimo andamento dell’agricoltura: “Si annuncia positiva la vendemmia che inizia proprio oggi”. Un raccolto di notevole qualità, spiega un produttore: “Ottime acidità, maturazione regolarissima: una grande vendemmia”.
Ecco gli 8 minuti dedicati dal Tg di Mazzà alle brutte notizie sull’economia italiana. La sera successiva, invece, si parte col solito pastone di critiche dell’opposizione. Risponde in diretta il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Che argomenta il suo ottimismo, senza fare una piega, con l’andamento della stagione turistica: “Sono in campeggio a Cervia. È tutto pieno”.
di Tommaso Rodano, il Fatto Quotidiano 18/8/2016