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 2016  agosto 18 Giovedì calendario

IL “RE DEL CRIMINE” FREGATO DA UNA ESTORSIONE

Shakro il Giovane non si nascondeva. Pensava di non averne bisogno. Forse perché aveva gli uomini giusti al posto giusto: cioè all’interno della polizia russa e persino nel Comitato investigativo. Così, quando hanno deciso di farlo finire in manette, gli agenti dell’Fsb sono andati a prelevarlo direttamente nella sua sfarzosa villa sulla Rublyovka, l’area residenziale dei “paperoni” a due passi da Mosca.
Shakro il Giovane, al secolo Zakhary Kalashov, 63 anni, non è un fuorilegge qualunque. È il ‘re del crimine’. Quelli come lui in Russia li chiamano “ladri in legge” perché si arricchiscono illegalmente senza sporcarsi le mani: loro ordinano e i loro scagnozzi eseguono senza compromettere il boss, ma magari compromettendo qualche alto funzionario pubblico: l’Fsb ha perquisito la sede del Comitato investigativo a Mosca e ha sbattuto in galera Mikhail Maksimenko, capo del dipartimento sicurezza interna, il suo vice Aleksandr Lamonov, e il numero due del Comitato investigativo, Denis Nikandrov. I tre sono accusati di aver coperto gli affari illegali del gruppo criminale di Shakro.
Il Giovane potrebbe essere ormai costretto a lasciare il trono, una corte ha stabilito che deve restare dietro le sbarre fino a metà novembre. Ma “morto” un re se ne fa un altro, e adesso secondo i criminologi è probabile che la guerra tra clan si riaccenda. L’episodio che ha fatto finire in carcere di Shakro il Giovane risale allo scorso dicembre, e sembrerebbe una storia di estorsione come tante. Tutto ha inizio da una diatriba tra Zhanna Kim, proprietaria di un ristorante coreano del centro di Mosca, e la designer Fatima Misikova, che ha progettato gli interni del locale.
A lavori finiti, Kim si dice insoddisfatta e paga a Misikova solo una quota della somma pattuita. Gli uomini del Giovane entrano in scena, intervenendo dalla parte della designer: 30 uomini armati irrompono nel ristorante e chiedono alla proprietaria 10 milioni di rubli (mezzo milione di dollari) minacciando di impossessarsi del locale. A guidarli sono due fedelissimi del boss: Andrei Kochuikov, detto l’Italiano, e Evgheny Surzhikov, un ex colonnello di polizia. Dopo un po’ però arriva anche un gruppetto che si schiera con la ristoratrice: si tratta dell’avvocato Eduard Budantsev, anche lui ex colonnello di polizia, e di almeno altre quattro persone.
Tra le due fazioni finisce in sparatoria, Budantsev uccide due persone. Una delusione per “Il Giovane” che era tornato a essere il re del crimine russo nel 2014, dopo 8 anni dietro le sbarre in Spagna per riciclaggio di denaro e crimine organizzato. Stando a quanto racconta a Lenta.ru il criminologo Andrei Konurov, è possibile che l’Fsb abbia colto l’occasione per il suo arresto e intorbidire così le acque all’interno del mondo criminale provocando una nuova guerra tra clan.
Giuseppe Agliastro, il Fatto Quotidiano 18/8/2016