Pietro Acquafredda, Anno Santo 1450. Alceste Santini. Il primo Giubileo dell’era telematica. 1997, 17 agosto 2016
Giubilei– Il Giubileo del 1450, indetto da Niccolò V (che regnò dal 1447 al 1455) fu detto “d’oro”, non soltanto perché Cosimo de’ Medici, che aveva scoperto anche l’aspetto commerciale dell’anno giubilare, aveva avuto l’idea geniale di far coniare dalla tesoreria una speciale moneta denominata “giubileo”, che i pellegrini acquistarono, non tanto per spenderla, ma per riportarla a casa come particolare ricordo
Giubilei– Il Giubileo del 1450, indetto da Niccolò V (che regnò dal 1447 al 1455) fu detto “d’oro”, non soltanto perché Cosimo de’ Medici, che aveva scoperto anche l’aspetto commerciale dell’anno giubilare, aveva avuto l’idea geniale di far coniare dalla tesoreria una speciale moneta denominata “giubileo”, che i pellegrini acquistarono, non tanto per spenderla, ma per riportarla a casa come particolare ricordo. A tale proposito, Vespasiano di Bisticci ci ha lasciato questa testimonianza: «Fu la volta che il banco dei Medici nel Giubileo ebbe della Chiesa nelle mani più di cento migliaia di fiorini, secondo che io ho udito da persone degne di fede che stavano con loro... e venne perciò alla sede apostolica grandissimo numero di denari; per questo cominciò il papa a edificare in più luoghi e a mandare per libri e greci e latini in ogni luogo donde ne poté avere, non guardando a prezzo ignuno». Niccolò V, umanista e con una passione innata per la bibliofilia tanto da avvalersi della collaborazione del libraio Vespasiano di Bisticci e del grande Lorenzo Valla, non badò a spese per fare acquistare molti libri e manoscritti, che fece trascrivere nei vari paesi d’origine per destinarli alle biblioteche e, prima di tutto alla Biblioteca Vaticana. Questa già sotto di lui vantava 1200 manoscritti, in larga parte di carattere teologico. (Anno Santo 1450. Alceste Santini. Il primo Giubileo dell’era telematica. 1997)