la Repubblica 17/8/2016, 17 agosto 2016
DOMANDE E RISPOSTE
PERCHÈ SI COMBATTE IN YEMEN?
Dal 2011 in poi i miliziani sciiti houthi, appoggiati dall’Iran, hanno chiesto la cacciata del presidente Abdel Rabbo Monsour Hadi, arrivato al potere dopo la primavera yemenita e la caduta nel 2012 di presidente Ali Abdullah Saleh, che aveva governato per 30 anni. Dopo un momento di smarrimento Saleh si è alleato con gli ex nemici houthi: insieme hanno preso il controllo di diverse zone della capitale e altre città, costringendo il governo alla fuga.
QUANDO È INIZIATA LA GUERRA?
Nel 2014 gli houthi prendono il controllo della capitale Sana’a e costringono Hadi alle dimissioni e alla fuga. Poi, il 19 marzo 2015, lanciano un’offensiva per estendere il loro controllo nelle province meridionali. Pochi giorni dopo, il 25 di marzo, l’offensiva degli houthi e dei loro alleati arriva alle porte di Aden, la sede del governo di Hadi. Questo fugge dal Paese e si rifugia nella vicina Arabia Saudita. Il giorno sopo, nella notte fra 25 e 26 marzo, iniziano i bombardamenti della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita e a cui partecipano anche altri Stati del Golfo, Giordania, Egitto, Marocco e Sudan per restaurare il deposto governo di Hadi.
QUAL È LA POSTA IN GIOCO?
Secondo la maggior parte degli analisti l’interesse della monarchia sunnita dell’Arabia Saudita è principalmente sottrarre il vicino Yemen all’influenza crescente del’Iran sciita: a guidare l’offensiva saudita è l’ambizioso vice erede al trono di Riad, principe Mohammed Bin Salman.
QUANTE SONO LE VITTIME?
Secondo dti delle Nazioni Unite, tra il marzo 2015 e il febbraio 2016 ci sono state almeno 6000 vittime, principalmente a causa dei continui bombardamenti Circa la metà (2997 persone) sarebbero civili: il Paese, già il più povero del mondo arabo, è di fatto allo stremo.
la Repubblica 17/8/2016