Emanuela Audisio, la Repubblica 17/8/2016, 17 agosto 2016
LA NORMALITÀ DEI SENTIMENTI ESIBITI
Era sport, ora sono unioni civili. Lei e lei. Lui e lui. Lei e lui. La normalità ai tempi dei Giochi è ancora la diversità in molti paesi. Rachele dedica anche a Diletta il suo argento nel nuoto. È la prima volta nello sport azzurro. Non è un proclama, né ostentazione, ma la condivisione di un sentimento. La necessità di non mistificare un amore, di non nascondere una vita a due che esiste e funziona. Anche in Italia, anche nello sport azzurro, anche nella squadra dell’esercito dove Rachele Bruni, 25 anni, è caporal maggiore scelto. Esiste un modo di vincere anche nella società e sulla società cercando semplicemente di essere se stesse. Non ci sono sussurri e grida, c’è che lo sport insegna lotta e verità, e spesso gioca d’anticipo su leggi e mentalità in affanno. Se sai combattere contro le avversarie lo sai fare anche contro i pregiudizi. Rachele però vorrebbe restare nella storia perché è arrivata seconda ai Giochi di Rio non perché ha detto a chi vuole bene. A Seoul nell’88 il tuffatore americano Greg Louganis che aveva perso sangue da una ferita alla testa per un colpo sul trampolino, non aveva potuto dichiarare a nessuno la sua omosessualità, era sieropositivo, e l’Aids era un’epidemia che metteva paura. A Rio l’amore a cinque cerchi ha molte sfumature. Con una medaglia al collo ce l’ha ancora di più. Perde ogni stranezza, diventa traguardo di molte vite. Rio 2016 in questo è stata molto arcobaleno. Già dall’inizio: il bacio gay inquadrato dalla kiss cam, tra una coppia di ragazzi alla cerimonia di apertura. Il tuffatore cinese Qin Kai, bronzo nel sincronizzato, che alla premiazione s’inginocchia e chiede la mano di He Zi, argento nel trampolino, e lei fa ok alle telecamere. Però discorso lunghissimo, anello non inquadrato, niente bacio. Esplicita anche la volontaria Marjorie Enya, che dopo la premiazione del rugby a 7 ha preso il microfono e ha chiesto alla giocatrice brasiliana Izzy Cerullo, davanti alle telecamere di tutto il mondo, di sposarla. Lei ha detto sì e si sono baciate. Stanno insieme da due anni, convivono a San Paolo, dal 2013 nel paese esiste il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il primo oro brasiliano di questi Giochi, Rafaela Silva, judoka, ne ha approfittato per dire che deve tutto alla fidanzata, l’ex atleta Thamara Cezar, annunciando che festeggeranno la medaglia a Disneyworld, in Florida. L’inglese Tom Bosworth, sesto nella 20 km di marcia, si è consolato chiedendo la mano del suo compagno Harry Dineley, sulla spiaggia di Copacabana. Anche lo schivo Niccolò Campriani, due ori nel tiro a segno, dopo il trionfo dai 10 metri, è corso verso la fidanzata Petra Zublasing, anche lei tiratrice, per un doppio bacio. Il pallanuotista australiano Tyler Martin si è dipinto sul torace la scritta «Marry me, Ash», riferito alla compagna di squadra Southern. Una volta ci si dichiarava nell’intimità e poi in famiglia, ora davanti a tre miliardi di testimoni. Vabbè, nessuno è perfetto.
Emanuela Audisio, la Repubblica 17/8/2016