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 2016  agosto 17 Mercoledì calendario

VOGLIA DI CONTANTE

Carovane di camion blindati adibiti al trasporto di banconote. Materassi con il doppio fondo incorporato per contenere il gruzzoletto di famiglia. E carte di credito destinate al macero. Può essere questo il risultato, paradossale, della stagione dei tassi sotto zero. Paradossale ma non troppo, visto che il Financial Times, Bibbia serissima del mondo del denaro, ha ieri calcolato che per ospitare tutti gli euro in contanti (per l’astronomica cifra di 2,075 trilioni di euro) sarebbero necessari 22.984 letti a due piazze o, se preferite, 195 camere d’albergo stipate, dal pavimento al soffitto di banconote da 500 euro che, peraltro, andranno fuori corso nel 2018.
Il calcolo è giustificato dalla risposta di banche, assicurazioni e fondi pensione ai tassi di interesse negativi chiesti dalla Bce (o alla banca nazionale svizzera) per parcheggiare i soldi presso la tesoreria di Francoforte. Un costo che si sta rivelando sempre meno sostenibile. I rendimenti negativi (-0,40%), infatti, si sono tradotti in meno di sei mesi in un salasso di 2,64 miliardi di euro finora sopportati dal sistema ma che presto, come è già avvenuto in una piccola banca bavarese, destinati a coinvolgere i depositi della clientela. Anche perché non è affatto escluso che Mario Draghi, nel tentativo finora fallito, di rilanciare l’economia, debba aumentare la presa.
Ma non sarà facile, perché la grande finanza, banche in testa, è pronta a reagire: se le tariffe del “parcheggio” presso la Bce resteranno così care (o peggio) i gestori sono pronti a ritirare i quattrini dai caveaux di Francoforte. Se così avvenisse, la politica della Bce sarebbe un’arma spuntata: le banconote, custodite nelle casseforti delle banche, non potranno essere tassate. È quel che hanno pensato in Munich Re, il colosso assicurativo tedesco già noto alle cronache per aver fatto affari d’oro scommettendo sull’esito del referendum inglese. L’istituto da mesi ha aumentato la dotazione cash (sopra i 10 milioni) in varie valute per «un esperimento», come sostiene il ceo Nikolaus von Bohmard. Anche Commerzbank, la seconda banca tedesca, ha ammesso che ha avviato uno studio per valutare costi e benefici del ritorno al contante.
Il ritorno al passato, infatti, non sarà indolore. I movimenti di denaro presso la banca centrale sono solo virtuali, assai più comodi e sicuri delle banconote. Sia per i tesorieri che, naturalmente per le autorità fiscali. L’uso del contante comporterebbe un aumento dei rischi e dei costi legati alla mobilità del denaro. Secondo i primi calcoli, l’aumento della spesa potrebbe oscillare tra lo 0,50 e l’1 per cento del valore del denaro. Di più dunque, della tassa imposta dalla Bce.
Ma il ragionamento non vale per la Svizzera, ove il tasso negativo è arrivato allo 0,75 per cento. Non a caso nei giorni scorsi diversi fondi pensione elvetici hanno chiesto di riavere indietro i quattrini depositati a Berna. Ma la banca centrale elvetica, per ora, ha opposto un fermo rifiuto. Come probabilmente farà, di fronte ad una richiesta analoga, la stessa Bce. Ma la politica del
rifiuto ha i suoi limiti. Non sarà facile, salvo una modifica dei tassi, invertire il trend dei mercati: i rendimenti zero, combinato con la diffusa insicurezza favoriscono l’uso del cash come forma di risparmio. E i costi praticati dal sistema bancario, in una situazione di interessi al lumicino, rendono sempre meno conveniente la mediazione delle banche.
Di questo passo non è affatto escluso, dunque, una nuova stranezza in questa folle situazione finanziaria: dopo il prelievo ai correntisti, gravati da un interesse negativo, è più facile il ritorno al vecchio ed insicuro cash, esposto a tarme, topi e terremoti. Ma protetto dalle alchimie della politica monetaria o dai prossimi bail-in in linea con le regole bancarie che finora hanno colpito il risparmio. Tenetevi caro il vecchio letto matrimoniale o, se potete permettervelo, comprate un Tir, sufficiente a caricare 7,8 miliardi in banconote di grossa taglia. Alla faccia di Mario Draghi.