VARIE 16/8/2016, 16 agosto 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - I GIORNALI DEL MONDO PREOCCUPATI PER L’ITALIA Laura Eduati per www.huffingtonpost
APPUNTI PER GAZZETTA - I GIORNALI DEL MONDO PREOCCUPATI PER L’ITALIA Laura Eduati per www.huffingtonpost.it Crescita zero, debito pubblico alle stelle e vulnerabilità delle banche. Dopo El Paìs e Le Monde, la pessima performance dell’economia italiana diventa il centro delle analisi preoccupate del Financial Times e del Wall Street Journal, che consigliano a Matteo Renzi una terapia-choc. In particolare il quotidiano finanziario americano titola "L’Italia sta provocando crescenti mal di pancia nell’Unione europea", fornendo però una soluzione: nel referendum di autunno il "sì" deve uscire vittorioso per dare al governo italiano maggiore stabilità e far ripartire in maniera conseguente la crescita. La consultazione popolare per il Wsj è addirittura "più importante del voto sulla Brexit" e più cruciale delle riforme economiche e fiscali che Renzi potrebbe mettere in campo: "la politica è la chiave", scrive il Wsj, "e il referendum marcherà una svolta importante per l’Italia e l’Europa". Il panico è scattato venerdì 12 agosto, quando sono stati resi pubblici i dati sulla mancata crescita della Penisola, completamente ferma nel secondo quadrimestre nonostante palazzo Chigi auspicasse un aumento dello 0,2%: poca cosa, ma avrebbe fatto la differenza. Ugualmente sconfortanti le cifre della disoccupazione, che ha cominciato nuovamente a salire seppure lievemente: 11,6% contro il 10,1% della media dell’Eurozona. Abissale come sempre la percentuale di giovani italiani senza lavoro: 36,5%, la media dei paesi europei è 20,8%. L’Italia stagna e cresce invece il timore che la nostra economia al palo possa trascinare nel baratro l’intera Unione europea. Dopo El Paìs che ha ribattezzato il Belpaese "la malata d’Europa", tocca a Le Monde formulare la domanda più difficile: "Perché Matteo Renzi non riesce a raddrizzare l’economia italiana?". Per il Financial Times invece non è il momento di discutere sulle ragioni della nostra crescita zero e in un articolo pubblicato proprio nel giorno di Ferragosto suggerisce al premier italiano di dare un "poderoso stimolo" all’economia, specialmente per scongiurare la deflazione: "Accelerare il taglio delle tasse sul reddito su vasta scala nel 2018 potrebbe essere una opzione", scrive il quotidiano finanziario britannico, che osserva come la frenetica attività legislativa di Renzi abbia subìto un rallentamento nel 2015. Per Ft l’economia stagnante rischia di portare conseguenze pesanti anche nel settore bancario, già vulnerabile e infragilito: "Questo panorama renderà molto più difficile agli istituti di credito superare il problema della grossa quantità di crediti deteriorati (non performing loans, ndr)". Inoltre "l’aggiunta della deflazione" farà in modo che per l’Italia sarà "più arduo rientrare nei parametri fiscali" ordinati da Bruxelles, e risulterà ugualmente difficoltoso "snellire il debito pubblico". Esiste una seconda via d’uscita, parallela al forte stimolo che Renzi dovrà dare all’economia attraverso nuove riforme: trattare con Bruxelles un "margine di manovra" che secondo il Financial Times deve essere accordato all’Italia in quanto è già successo per Spagna, Francia e Portogallo. "L’Unione europea deve essere comprensiva" con il governo italiano, e Matteo Renzi sa bene che questa è la soluzione visto che sta per chiedere all’Europa una flessibilità di 10 miliardi di euro. EL PAIS ITALIA MALATA D’EUROPA "In economia l’Italia diventa la nuova malata d’Europa". Con questo titolo lapidario il quotidiano spagnolo El Paìs mette in rilievo il problema della mancata crescita del nostro Paese, unito al debito pubblico ormai record. El Paìs fa propria l’analisi di Oxford Economics, secondo il quale "i maggiori rischi a breve termine (per la zona euro) si corrono in Italia. La combinazione di una crisi bancaria e politica può rappresentare una seria minaccia per il debole recupero europeo". Il pericolo, dunque, non sarebbe limitato alla Penisola ma potrebbe coinvolgere l’intero continente. E l’Italia fa paura. "L’Italia è diventata il motivo principale delle preoccupazioni, poiché una ricaduta del Paese potrebbe avere conseguenze letali per tutta l’Unione", scrive il giornale spagnolo in un lungo articolo di analisi. "Si tratta del terzo paese più importante della zona euro, però la sua economia si trova al palo dopo mesi di lieve miglioramenti e i dati di Eurostat sono peggiori di quanto si pensasse". Tre sono i rischi che corre l’Italia: "Il Paese affronta seri problemi di debito pubblico e di morosità bancaria, ai quali si somma la possibilità di una nuova crisi politica in autunno, quando si terrà il referendum (sulle riforme costituzionali, ndr) che potrebbe portare alle dimissioni del premier Matteo Renzi, il quale ha promesso di fare un passo indietro se la sua riforma della Costituzione non otterrà l’appoggio popolare". El Paìs ricorda i dati negativi per l’economia italiana: da aprile a giugno crescita zero, per colpa soprattutto della produzione industriale calata dello 0,4% rispetto a maggio e dell’1% rispetto allo scorso anno. In questo quadro, la crescita si ferma allo 0,7% rispetto al 2015 - molto poco se confrontata con il 3,2% della Spagna. "In Italia crea preoccupazione il fatto che la domanda interna sia in calo e soltanto le esportazioni sono il motivo principale per il quale le cifre non sono peggiori", continua il quotidiano con sede a Madrid. "In questo scenario il governo già pensa di abbassare le prospettive di crescita sia per il 2016 che per il 2017, secondo quanto scrivono i giornali italiani. Il Sole24 ore scrive che la crescita generale del paese si fermerà allo 0,6% a dicembre 2016, e cioè la metà di quanto promettesse il governo l’anno scorso". LEMONDE Pourquoi Matteo Renzi ne parvient pas à redresser l’économie italienne LE MONDE ECONOMIE | 13.08.2016 à 09h03 • Mis à jour le 14.08.2016 à 09h10 | Par Marie Charrel Abonnez vous à partir de 1 € Réagir Classer Partager Tweeter Le premier ministre italien, Matteo Renzi, le 24 juin, à Rome. La magie Matteo Renzi a-t-elle cessé d’opérer ? Arrivé au pouvoir en février 2014 avec la promesse de relancer la croissance, le jeune président du conseil italien (41 ans) avait soulevé de grands espoirs. Sa loi sur le marché du travail, le « Jobs Act », allait faire des miracles. Ses réformes du secteur bancaire, du Sénat et du système électoral allaient déverrouiller le pays. L’économie de la Péninsule allait enfin renouer avec son dynamisme, et faire mentir les Cassandre lui promettant un long et douloureux déclin. Deux ans et demi après, force est de constater que la tâche est plus complexe que ce que l’ancien maire de Florence imaginait. Après l’embellie de 2015, l’activité donne à nouveau des signes de faiblesse. Au deuxième trimestre, le produit intérieur brut (PIB) a stagné, selon les chiffres officiels publiés vendredi 12 août. Fin juillet, le ministre de l’économie, Pier Carlo Padoan, avait pourtant tablé sur une augmentation de 0,2 %. Las, le taux de chômage est reparti à la hausse en juin (+ 0,1 point, à 11,6 %), mois où les populistes du Mouvement 5 étoiles ont également raflé les mairies de Turin et Rome au Parti démocrate (centre gauche), le parti de M. Renzi. Surtout : le système bancaire italien, très fragile, concentre désormais toutes les inquiétudes en Europe… « Trajectoire opposée à celle de l’Espagne » Que s’est-il passé ? « La reprise n’est pas aussi forte que ce que le gouvernement espérait », constate Lorenzo Codogno, professeur à la London School of Economics et ancien directeur général du Trésor italien. « Si..