Fulvia Caprara, La Stampa 15/8/2016, 15 agosto 2016
QUANDO IL DESTINO DI UN FILM È UNA QUESTIONE DI TRAILER
È l’aperitivo che fa venire voglia del pasto completo. Dal trailer, che impazza sul web, al cinema e in tv, può dipendere il destino di un film. Se è cucinato male, il risultato sarà che il pubblico non avvertirà il desiderio di continuare a mangiare, ma se è venuto bene, ed è capace di spandere intorno a sè un clima di attesa, allora il gioco è fatto: «Nella promozione di un film – spiega Carlo Rodomonti, responsabile marketing di 01Distribution – i trailer sono la cosa più importante, il primo canale attraverso cui contattiamo il pubblico».
Uno strumento delicato perché da quel flash di immagini il pubblico ricava la prima impressione, quella determinante: «Anche se poi i film hanno un loro percorso indipendente – dice Martina Federico, semiologa e analista di trailer che all’argomento ha dedicato la tesi di laurea in «Discipline semiotiche» –, a livello subliminale, nello spettatore, il trailer resta».
E incide, talvolta in maniera negativa: «Nel caso di Irrational man di Woody Allen, il trailer aveva il difetto di raccontare la storia lasciando interrogativi aperti che poi coincidevano con i punti deboli del film. In quello degli Amanti passeggeri di Pedro Almodóvar, il trailer aveva l’effetto di sgonfiare il film, le parti divertenti erano solo lì». Per non parlare della Comune di Thomas Vinterberg: «Sembrava che il film parlasse solo delle esperienze delle comuni Anni ‘70, in realtà il nodo era tutto nella fine dell’unione tra i genitori della protagonista».
Il processo di creazione di un trailer comporta almeno tre giorni di confronti e «forte dialettica fra produttori e registi», poi possono essere necessarie anche due o tre settimane di realizzazione. Il lavoro può essere affidato al regista dell’opera, al montatore, al trailerista «puro», da solo, o insieme a società specializzate. La durata varia da un minuto e mezzo ai due.
ANCHE I «LIKE» CONTANO
Le piattaforme da cui poi viene lanciato sono il cinema, «dove il livello di attenzione è più alto», poi la tv, la radio, e, soprattutto, il web: «On-line è possibile monitorare i sentimenti, i “like” e le visualizzazioni sono indicatori strategici, servono a capire la reattività degli spettatori. Certe volte i trailer sono subito esplosivi». Altre meno: «Un trailer viene male quando non si riesce a individuare l’identità di un prodotto». Anche se, spiega Rodomonti, di un film bisogna sempre offrire il profilo giusto. Nel caso di Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek, con Kasia Smutniak ammalata di cancro, «abbiamo fatto una sola raccomandazione: evitare riferimenti espliciti al dolore, l’obiettivo è portare la gente al cinema, meglio non mettere in primo piano l’elemento disturbante dell’ospedale».
Per Il capitale umano, Paolo Virzì ha avuto l’idea di scegliere un brano musicale che nel film non c’era: «Era importante, più che raccontare la storia, trasmettere una sensazione». Con Giuseppe Tornatore «è impossibile non parlare. Per La corrispondenza sono stati confezionati due diversi trailer, uno più in linea con l’aspetto romantico della vicenda, l’altro con quello drammatico». Per Drive di Nicolas Winding Refn è stato costruito un trailer destinato ai multipex «solo con i primi dieci minuti della pellicola».
L’obiettivo, aggiunge Rodomonti, «è sempre non mistificare, cerchiamo di essere semplici e chiari, di stabilire un rapporto fiduciario. E questo anche quando usiamo frasi tratte dalle critiche dei giornali. Altrimenti si rischia la reazione opposta a quella desiderata: se si va in un ottimo ristorante e si mangia male, la delusione è forte. Se succede in un ristorante medio, ci si arrabbia meno».
La caratteristica più affascinante di quest’universo, osserva Martina Federico, è il modo con cui il trailerista «può entrare nella catena di immagini di un film ricostruendo storie autonome». Mettendo in campo una grande capacità creativa. Eppure, nota la studiosa, «nei titoli di coda dei film non c’è mai il nome di chi ha fatto il trailer».
Fulvia Caprara, La Stampa 15/8/2016