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 2016  agosto 14 Domenica calendario

ERA ANNEGATO NELLA COCA RIEMERGE 16 ANNI DOPO

Antonhy Ervin leva la testa dall’acqua subito dopo il tocco, ruotando lo sguardo verso il tabellone luminoso. Un centesimo di secondo è quasi il nulla, un attimo senza definizione, sufficiente però a restituire la vita a quell’uomo dannato e a condannare all’argento Florent Manaudou. 21 secondi e 40 centesimi, il tempo che dona a Ervin l’oro olimpico dei 50 stile libero, 16 anni dopo quello conquistato a Sydney. Il paradiso due volte, agli estremi di una vita solcata dalla depressione, dall’alcol, della droga.
A Sydney, il 19enne Ervin conquista uno dei 14 ori olimpici del nuoto americano, ritirandosi solo tre anni più tardi, divorato dai riflettori della celebrità e dalle aspettative di una nazione. L’abisso della depressione porta Ervin ad accarezzare il suicidio: esagera con i medicinali che gli erano stati prescritti per la sua sindrome di Tourette, ma si salva. Quella volta come altre, come quando inforca una moto dopo aver abusato di cocaina. La sua vita, evidentemente, viaggia su un binario circolare: tornerà, prima o poi, da dove è passata. Per redimersi, nel 2005 Ervin vende all’asta la sua medaglia per aiutare le vittime del maremoto dell’Oceano Indiano, racimolando 17mila dollari. Ma il mondo del nuoto, intanto, si è dimenticato di lui. Ervin si trasferisce a New York improvvisandosi tatuatore: dipinge la pelle degli altri per sopravvivere, la sua per ricordarsi il sapore dell’inferno. Le prova tutte, perfino la carriera da musicista nella band «Weapons of Mass Destruction», ma la droga e l’alcol rimangono i compagni di una vita destinata a terminare presto.
Nel 2007 un amico gli tende la mano della salvezza, convincendolo ad insegnare nuoto ai bambini. Lentamente Ervin si appassiona, smette di bere e drogarsi, studia letteratura per guadagnarsi un nuovo benvenuto nel mondo. Il 2010 ha l’orizzonte sulle Olimpiadi di Londra: l’unico motivo valido per tornare a nuotare. Ervin ci prova, nonostante avesse perso la struttura muscolare da atleta: l’acqua lo accoglie come se non aspettasse altro, il respiro cadenzato dalle bracciate torna a scandire la sua vita. Nel 2011 tocca 2 ̊ nei 50 stile libero ai Trials americani, a Londra conquista il 5 ̊ posto. La strada è tracciata, gli ultimi quattro anni sono un percorso verso l’oro di Rio.
Ervin torna a vincere a 35 anni, diventando così il più vecchio a conquistare un oro in una prova individuale olimpica del nuoto, primato sottratto al connazionale Michael Phelps, 31enne. Quest’ultimo poco prima veniva battuto nei 100 farfalla da Joseph Schooling, il 1 ̊ nuotatore di Singapore a conquistare un successo olimpico. In una foto sgualcita datata otto anni, il piccolo Joseph sorride di fianco al suo idolo, una versione giovane dello Squalo. Il cerchio della vita ha una cadenza quadriennale, fa tappa alle Olimpiadi e poi torna. Eccome se torna.