Alessia Severin, Libero 14/8/2016, 14 agosto 2016
ROBOT, PANCREAS E OLOGRAMMI VIAGGIO AL MUSEO DELLA MEDICINA
PADOVA Se normalmente nei musei vige la regola del guardare, ma non toccare», al Musme, il nuovo Museo di Storia della Medicina di Padova, l’imperativo è partecipare, interagire e appunto toccare. Pensato far conoscere come è fatto, come funziona, come si guasta e come si cura il corpo umano, il Musme è una realtà che rivoluziona il concetto stesso di museo scientifico. Dimenticate le teche polverose, le esposizioni statiche o le spiegazioni noiose: il Musme è uno spazio espositivo di nuova generazione che racconta in maniera inaspettata e coinvolgente lo straordinario percorso della Medicina, da disciplina antica a scienza moderna, con un’attenzione particolare alla storia della scuola medica padovana tra il 1400 e la fine del Settecento, legata all’Università di Padova, la culla della Rivoluzione Scientifica, della Repubblica Serenissima. In quel periodo a Padova lavorarono alcuni degli scienziati più importanti di tutti i tempi, tra i quali Galileo Galileo, Andrea Vesalio, William Harwey, Giovanni Battista Morgagni e molti altri. A dare il benvenuto al Musme, la padrona di casa in persona, Sibilia de Cetto. Insieme a lei, altri grandi protagonisti del passato fanno da guida al visitatore attraverso dei video a grandezza naturale che si attivano bussando ai portoni virtuali collocati lungo il percorso espositivo. Con oltre 300 reperti di grande valore storico e scientifico, exhibit interattivi e giochi multimediali, il Musme è un viaggio di scoperta nel mondo della Medicina. Si parte dall’Anatomia per esplorare com’è fatto il nostro corpo: la guida di questa sala è affidata ad Andrea Vesalio, il grande studioso che per primo sfatò il mito di Galeno. La verità, sosteneva Vesalio, non stava in ciò che per secoli i testi galenici avevano tramandato, ma in quello che chiunque, coi propri occhi, poteva osservare nel corpo che gli stava davanti. E al Musme anche noi possiamo entrare in azione simulando una dissezione su un tavolo anatomico touch screen lungo due metri che ci permette di osservare il decorso delle vene, di scoprire ossa che non sapevamo nemmeno di avere, di imparare una volta per tutte dove stanno il fegato, la milza o il pancreas. Dall’anatomia, si passa alla Fisiologia, dove si sperimenta il funzionamento del corpo. In questa sala si trova l’oscillometro con cui Santorio Santorio misurava le pulsazioni, la stadera (una bilancia di origine romana basata sul principio delle leve), e una delle prime macchine per l’ecografia. Ma ci sono anche gli strumenti più moderni con i quali ci misuriamo la pressione e l’ossigenazione del sangue. Nella sala della Patologia, a raccontare come si guasta il corpo umano, c’è il robot sembiante Giovan Battista Morgagni. Qui i più audaci possono giocare al dottore ascoltando i suoni del cuore e dei polmoni quando si ammalano, osservare microbi e batteri grazie ad un microscopio innovativo, ma anche vedere il cuore malato di Ilario Lazzari, che proprio a Padova, il 14 novembre del 1985, subì il primo trapianto di cuore in Italia. Poi, per chi ha davvero fegato, c’è una sezione nascosta con alcuni reperti del museo di anatomia patologica dell’Università di Padova. Prospero Alpini ci accoglie, infine, nella sala della cura, nella quale, tra farmacologia botanica e moderne stampanti 3d per creare protesi su misura, troneggia un polmone d’acciaio degli anni Sessanta. Ma non è finita: nella città che custodisce il più antico teatro anatomico stabile al mondo, non poteva mancare un sorprendente Teatro Anatomico moderno con corpo umano di polistirolo lungo 8 metri sul quale vengono proiettate lezioni di Anatomia e Fisiologia, Il Musme è già nella top ten dei siti più interessanti da vedere secondo le classifiche di Tripadvisor e ha vinto il premio eContent Award Italy per i migliori contenuti e servizi in formato digitale.
www.musme.it