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 2016  agosto 14 Domenica calendario

PROVACI ANCORA BRITNEY

Quando la supplica «...Baby one more time», tesoro dammi un’altra occasione, l’aveva portata in vetta alle classifiche — era il 1999, e restò ai primi posti della «Hot 100» di Billboard per 32 settimane — Britney Spears non sapeva, forse, che la ricerca di «un’altra occasione» (attraverso anni Zero dominati da droghe, matrimoni lampo e mattane quali la celebre rasatura dei capelli) sarebbe stato il mantra di molti degli anni a venire.

Compreso il 2016. Pochi giorni fa Britney, che oggi di anni ne ha 34, ha twittato: «È l’inizio di una nuova era». Slogan per annunciare «Glory», il suo nuovo album in uscita su Apple Store il 26 agosto. Il disco è preceduto dai singoli «Make Me», lanciato a metà luglio e fermo in classifica in posti non notevoli — 17esimo per Billboard negli Usa, 24esimo nella chart globale di iTunes, assente dai primi 50 dell’italiana Fimi — e «Clumsy», online da tre giorni.

La «nuova era» di Britney ha per ora come legge unica la sensualità: lingerie da battaglia, animalier e una piramide umana di toy boy, ad esempio, sono la «trama» del video originale di «Make Me», diretto da David LaChapelle e sostituito all’ultimo con uno più innocuo (ma alcune immagini del primo circolano online, e su Change.org 15 mila firmatari chiedono di riesumarlo). Stesso tono per «Private Show», altro video del nuovo album, e «Clumsy», in pratica il report di una notte hot. Non è un caso se il palco dove sembra più a suo agio — dopo «Britney Jean», 2013, che non ebbe nemmeno un tour — è quello del Planet Hollywood di Las Vegas, dove il suo show a base di mise sexy e hit del passato è in cartellone da tre anni.

Da quel palco che ormai è casa sua, hanno dovuto precisare gli organizzatori dopo recensioni nere, «Britney non canta in playback e sta prendendo lezioni di canto per migliorare»: la voce, spesso «ritoccata» con Auto-tune, non è mai stata il suo punto di forza. Né lo sono i testi — quasi tutti, negli ultimi anni, incentrati solo sul sesso, da «Femme Fatale» in avanti — e non lo è più la danza, ridotta a «una semplice somma di mosse delle braccia» ( Rolling Stone ) o «all’ombra di quel che era un tempo, grazie anche a un misto di psicofarmaci e conseguenze di un incidente nel 2004» (il sito Popdust ).

Una ricetta che, forse, patisce la concorrenza di rivali più «di sostanza». Da Beyoncé, che ha promosso le sue traversie sentimentali con Jay-Z da feuilleton qualunque a concept album («Lemonade», uscito ad aprile sulla piattaforma Tidal, 115 milioni di stream in una settimana), a Rihanna, che prima del traballante «Anti» aveva imposto un nuovo passo alla carriera delle colleghe, sfornando sette dischi strapieni di hit in sette anni; e che allo stesso ritmo ha conquistato Instagram, dove ha 42,5 milioni di seguaci, il quadruplo di Britney Spears. Che nemmeno su Twitter batte colleghe come Katy Perry — 92 milioni di follower, l’account più seguito al mondo — il cui nuovo singolo «Rise», a tema terrorismo e violenza, è uscito lo stesso giorno di «Make Me». O Taylor Swift, «perfettina» che suona la chitarra, scrive le sue canzoni (come «Blank Space», il quarto video più visto al mondo), ha amiche «giuste» (da Cara Delevingne a Gigi Hadid).

Quando Britney debuttò, tra i suoi fan c’era il principe William: la corteggiava, hanno rivelato poi i tabloid, via email. Ma con lui sul trono andrà Kate Middleton. E anche nel regno del pop, di cui Britney era stata per un momento reginetta indiscussa, i requisiti per la corona sono cambiati.