Notizie tratte da: Philip Knigtley, Colin Simpson, Le vite segrete di Lawrence d’Arabia, Odoya, pagine 364, 22 euro, 15 agosto 2016
LIBRO IN GOCCE NUMERO 114 (Le vite segrete di Lawrence d’Arabia) Vedi Biblioteca in scheda: manca Vedi Database libro in scheda: 2366445 I SEGRETI DI LAWRENCE D’ARABIA – Thomas
LIBRO IN GOCCE NUMERO 114 (Le vite segrete di Lawrence d’Arabia) Vedi Biblioteca in scheda: manca Vedi Database libro in scheda: 2366445 I SEGRETI DI LAWRENCE D’ARABIA – Thomas. Il proprietario terriero irlandese Thomas Robert Tighe Chapman nel 1884 lasciò la sua prima moglie Edith e le quattro figlie per mettersi con la governante scozzese Sarah. Cambiarono nome, non si sposarono, ma ebbero cinque figli. Il secondo era Thomas Edward Lawrence, noto in seguito come Lawrence d’Arabia. Alfabeto. Sosteneva sua madre che T.E., chiamato in famiglia Ned, aveva imparato l’alfabeto ancor prima di compiere tre anni. Segreto. Ernest Cox, insegnante alla Oxford High School, dove studiò T.E.: «Di poche parole, egocentrico, avveduto, insondabile. In moltissime cose era un ragazzo come tutti gli altri, e tuttavia era diverso in quanto, soprattutto, dava l’impressione di possedere delle capacità nascoste, oltre a una vaga sensazione che vi fosse in lui un qualcosa di segreto e totalmente irraggiungibile». Sensualità. «Era assolutamente privo d’ogni sensualità e d’ogni carnalità: non capiva e basta. Accettava il mio affetto, anzi la mia abnegazione, e alla fine la mia totale subordinazione, come se gli fossero dovuti. Non diede mai il minimo segno di aver compreso i miei motivi o d’essersi accorto del mio desiderio. Ricambiò tutto quello che gli offrivo – ovviamente con secondi fini – col rispetto, l’affetto e l’amore più puri che avessi mai ricevuto da alcuno. Amore e rispetto che erano squisitamente spirituali. Solo ora mi rendo conto che era asessuato, o almeno che ignorava il sesso» (Vyvyan Richards). Digiuno. Un amico riferisce che Lawrence metteva alla prova la resistenza fisica digiunando per giorni, compiendo col solo aiuto della bussola marce nelle campagne circostanti, durante le quali faceva nuotate o scalate di qualsiasi tipo, passando intere serate a esercitarsi con la pistola nel poligono di tiro finché non diventò abile con ambedue le mani e pedalando in bicicletta fino a crollare esausto al lato della strada. Guerriglieri. La vita di Lawrence insieme ai guerriglieri arabi, raccontata dal suo mitragliere, Tom Beaumont: «Dormivamo in una buca scavata nella sabbia con una coperta, massimo due, per ripararci. Passavano spesso quattro mesi prima che potessimo cambiarci d’abito. Per lavare i vestiti usavamo benzina d’aviazione. Per raderci avevamo a disposizione un barattolo da cinquanta Players pieno d’acqua in dieci uomini. Lawrence, lui era fortunato in questo, perché non aveva bisogno di radersi se non forse ogni tre o quattro mesi». Eroe. Il 2 luglio 1917, diretto con lo sceicco Auda e i suoi uomini alla conquista di Akaba, attaccò i turchi al passo di Aba el Lissan. Dopo un combattimento durato tutta la mattina, alla fine del quale non s’era ottenuto nessun risultato, Auda guidò i suoi uomini contro i turchi in una carica su cammello. Lawrence, correndo come un forsennato e sparando con la pistola, colpì incidentalmente alla testa la propria cavalcatura, crollò a terra e svenne. Quando riprese i sensi, la battaglia era finita. Erano morti 300 turchi e 160 fatti prigionieri; gli arabi morti erano 2. Lawrence, tornato al Cairo, scoprì di essere diventato un eroe. Sterline. Molto del prestigio di Lawrence presso i beduini derivò dalle sterline che distribuiva tra loro. Suleiman Mousa: «Decisero che un uomo che poteva disporre di tali enormi somme di denaro dovesse essere un rappresentante molto importante del suo governo». Lapide. Sulla lapide di Lawrence c’è scritto: «Alla cara memoria di T.E. Lawrence Fellow dell’All Souls College Oxford Nato il 16 agosto 1888 - morto il 19 maggio 1935. L’ora è prossima e tosto i morti udranno la voce del figlio di Dio». Ai piedi della tomba una lapide ancora più piccola, scolpita a forma di un libro aperto. L’iscrizione, in latino, è tratta dal Salmo XXVII: «Dominus illuminatio mea». Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 15/8/2016