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 2016  agosto 14 Domenica calendario

«AMO LE SFIDE. SE VOLETE GIOCHIAMO A PALLONE...»

Gabriele Rossetti cinque minuti dopo l’inno non ha ancora capito di aver vinto una medaglia d’oro olimpica: resta un ragazzo di 21 anni forte della sua incoscienza. Però non sregolato, anzi. Al campo di Deodoro si scopre che Gabriele ha una Porsche Cayman S e viene da pensare: viziato. Poi si scopre che per prenderla ha aspettato che il prezzo scendesse e se l’è pagata da solo, con i soldi della Polizia e degli sponsor. Nel tempo libero ai raduni, tra l’altro, non va a sgommare ma gioca a burraco con Diana Bacosi e il c.t. Benelli. In questi giorni ha vinto sempre lui perché si è capito: è il suo momento. Ieri a Rio ha risposto alle domande dei giornalisti italiani come se lo avesse fatto per tutta la vita. Forse gli capiterà spesso, forse il tiro a volo italiano ha trovato un campione per due o tre decenni.

Com’è andata la gara? Dalla tribuna sembrava che il cuore di Rossetti non battesse.

«Invece batteva eccome. Sono stato freddo, non ho mollato mai e in finale mi sono trovato molto bene. Se in finale avessi sparato per ultimo e non per primo, non sarebbe cambiato nulla. Ho sparato un piattello alla volta e col passare del tempo mi rendevo conto sempre più di potercela fare. Alla fine è andata».

E’ vero che è il senso della sfida a permettere tutto questo?

«Sì, le sfide mi piacciono tanto. Si vede anche fuori dal tiro: se volete andiamo a fare una partita a pallone, tanto vinco io».

Squadra preferita?

«Tifo per il Psg, ho genitori francesi. Non mi dispiace sia andato via Ibrahimovic tanto arriverà un altro campione. Nello sport è così, anche nel tiro: adesso sono arrivato io, domani arriverà qualcun altro».

Vincere questa medaglia per la Francia sarebbe stato meglio?

«Assolutamente no, sono nato a Firenze e il mio cuore è italiano al 100%».

Per chi è questa medaglia? Per papà?

«Per lui, la federazione, Andrea Benelli, la mia famiglia. Alla fine non ce la facevo più e ancora non realizzo, non me ne rendo conto. Me ne accorgerò a letto, stanotte. Ora però festeggio con la mia federazione e con gli amici».

Qual è il segreto dell’Italia?

«Siamo una squadra fortissima, una nazione impressionante. Abbiamo tanto talento ma soprattutto lavoriamo sodo ogni giorno. Ora farò un selfie insieme a Diana e Chiara».

Niente morso alla medaglia però…

«Sì, perché morderla? Io la bacio, me la godo e me la bacio».

Piani per i prossimi giorni? Festa?

«Ho altre gare importanti, quindi piano. Ora torno a casa, sto con gli amici, con la mia ragazza e riparto più forte di prima. Oddio, più di così non è facile…».