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 2016  agosto 04 Giovedì calendario

IL GENIO PSICOLOGICO DI ADAM SMITH

Ricordate il dilemma proposto nella Filosofia minima del 17 luglio scorso? Rinuncereste al vostro dito mignolo se questo sacrificio servisse a salvare centinaia di milioni di vite nella lontana Cina? A porlo era stato Adam Smith, a sua volta ricordato nel volume di Ronald Coase Sull’economia e gli economisti pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni. La soluzione è che sì, sacrificheremmo il nostro dito mignolo ma non per amore dell’umanità, bensì perché, immaginando di essere giudicati da un osservatore simpatetico e imparziale, proveremmo una vergogna infinita se agissimo diversamente. Ma a sua volta l’idea di essere osservati dall’esterno scaturisce da un’osservazione psicologica di grande acume: «L’opinione che abbiamo sul nostro carattere dipende del tutto dai nostri giudizi sulla condotta tenuta in passato. È talmente spiacevole pensar male di noi stessi, che spesso distogliamo di proposito la nostra attenzione da quelle circostanze che potrebbero rendere sfavorevole il giudizio. È un chirurgo audace, si dice, quello a cui non tremano le mani quando compie un’operazione sulla sua persona, ed è altrettanto audace chi non esita a togliere il velo misterioso dell’autoillusione, che gli impedisce di vedere la deformità della sua propria condotta. [...] Questo autoinganno, questa fatale debolezza dell’umanità è l’origine di metà dei turbamenti della vita umana. Se noi ci vedessimo nella luce in cui ci vedono gli altri, o in cui ci vedrebbero se fossero a conoscenza di ogni cosa, sarebbe generalmente inevitabile una correzione. Non potremmo altrimenti sopportare lo spettacolo». Il caso estremo del dito mignolo serve a metterci di fronte a quelle situazioni, rare nella vita, in cui siamo costretti a giudicarci dall’esterno. Ma non sarebbe anche un bell’esercizio quotidiano quello di pensare, almeno ogni tanto, non solo al nostro giudizio su di noi, in genere assai benevolo, ma anche a come ci percepiscono gli altri?
di Armando Massarenti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 4/8/2016