Giovanni Sabato, l’Espresso 14/8/2016, 14 agosto 2016
L’ORIENTE E I SEGRETI DEL JET LAG
Non è solo un’impressione: il jet lag, lo sfasamento fra il nostro orologio interno e l’ora locale, è peggiore viaggiando verso est che verso ovest. E Michelle Girvan, fisico all’Università del Maryland negli Usa, ha scoperto il perché. Dipende da come funziona quel pugno di neuroni che, da un nucleo del cervello, detta i ritmi all’organismo, influenzando il sonno e le tante altre funzioni cicliche nella giornata. Le oscillazioni spontanee dell’attività di questi neuroni farebbero durare la nostra giornata un po’ più delle normali 24 ore, spiega Girvan su «"Chaos", ma i neuroni si tengono in sincronia col mondo esterno tarando i loro ritmi in base alla luce. Di conseguenza, riadattarsi a un fuso orario spostato all’indietro (a ovest) è più facile che in avanti (a est). Per riadattarsi dopo un viaggio di nove fusi orari a ovest, senza forzare gli orari del sonno ma assecondando i ritmi naturali, occorrerebbero per esempio 8 giorni, mentre verso est ne occorrerebbero 13.