Roberto Zanini, il Fatto Quotidiano 12/8/2016, 12 agosto 2016
ARIANNA SE NE VA DAL “SUO” POST (PER QUEL MALORE DI TANTI ANNI FA?)
Costruire imperi è un lavoro stressante. Impegna corpo e mente, divora tempo, brucia serotonina – quella meravigliosa molecola responsabile della sensazione di benessere – come una locomotiva brucia carbone. E alla fine non restano che poche paccate di milioni, che sarà mai di fronte alla felicità.
Arianna Huffington ha comunicato ieri che scenderà dal piccolo impero che aveva appena costruito per costruirne un altro. E su un terreno del tutto diverso: dal più influente giornale online del pianeta a una startup dedicata al benessere – delle donne, e di conseguenza dell’umanità.
Huffington Post è (definizione dell’Observer datata 2008) “il più potente blog del mondo”, e tutto sommato pur essendo oggi un gruppo mediatico mondiale, un blog in spirito è rimasto. La ragazza nata ad Atene e laureata in economia a Cambridge inventò il suo Post nel 2005 dopo aver aiutato il secondo marito della madre, l’americano Michael Huffington, a vincere due campagne elettorali per la Camera e perderne una per il Senato, e dopo aver personalmente sfidato Schwarzenegger per il posto di governatore della California. A quel punto da affermata columnist conservatrice diventò una liberal ecologista. E il suo Huffington Post venne venduto a America On Line per 315 milioni di dollari.
Un Pulitzer alla testata nel 2012, l’apparizione nella celeberrima classifica di Time “Le 100 donne più potenti del mondo” (è 52esima) nel 2014, e nel frattempo libri a raffica al ritmo di uno l’anno: abbastanza per stroncare chiunque. E nel 2007, in effetti, era stata stroncata: sviene in ufficio, esausta per il superlavoro, rimedia brutte ferite al viso. È quel precedente che la spinge al cambiamento? L’obiettivo di Thrive è ridefinire il successo: denaro e potere, certo, ma anche benessere. Sulla base di un numero: 350 milioni di persone al mondo soffrono di depressione.
Roberto Zanini, il Fatto Quotidiano 12/8/2016