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 2016  agosto 11 Giovedì calendario

IL GRANDE GUFATORE

Questo non è un articolo: è – chiedendo scusa a Re Giorgio – un monito. Una diffida. Che a nessuno venga in mente di attribuire ai poteri jettatorii di Matteo Renzi l’inattesa sconfitta di Federica Pellegrini, magari con la scusa che il premier, nella sua tetra permanenza a Rio, le aveva rivolto i più calorosi auguri per la medaglia d’oro. Siamo seri: s’è trattato di pura casualità. Ed è incredibile che, all’alba del 2016, queste credenze arcaiche, superstiziose e prive di qualunque supporto scientifico abbiano ancora tanta presa in larghe fasce della popolazione. Noi le abbiamo sempre respinte con orrore, anche quando tutto pareva congiurare contro il nostro scetticismo. Cioè nel ventennio berlusconiano, quando il re Mida all’incontrario pareva portare sfiga a tutti fuorché a se stesso e ai suoi cari (a parte il fratello Paolo, continuamente arrestato al posto suo). Anche allora era tutto un alludere e un inzigare, con una casistica minuziosa e infinita, in rigoroso ordine cronologico. Nel 1994 B. va al governo e l’Italia perde in malomodo i mondiali di calcio. Poi si scatena sul Nord Italia un’alluvione da paura, finché Bossi gli stacca la spina. Seguono cinque anni di relativa calma: l’Italia entra persino in Europa e Mediaset entra persino in Borsa. Nel 2001 B. rientra a Palazzo Chigi e, nel giro di quattro mesi, ecco l’11 settembre, seguito dalle guerre in Afghanistan e in Iraq con tutti gli annessi e connessi, comprese le sconfitte dell’Italia agli europei e ai mondiali di calcio. Nel 2006, appena arrivato Prodi, l’Italia vince i mondiali di Germania.
Nel 2008 il Caimano torna al governo ed ecco abbattersi sul pianeta la più devastante crisi finanziaria dal 1929. Gli amici Blair e Bush pagano le guerre con la fine delle rispettive carriere, inseguiti dai loro popoli inferociti: il loro amico B. no. Nel 2010 l’Italia pallonara perde il solito mondiale. Poi lui spaccia Ruby per la nipote di Mubarak e al rais egiziano, al potere da 30 anni, fischiano le orecchie. Spiega anche che il bunga-bunga gliel’ha insegnato Gheddafi, che inizia a preoccuparsi, anche perché lui gli ha appena baciato l’anello. A fine anno Silvio dichiara orgoglioso: “Sono amico personale di Mubarak, Ben Alì e Gheddafi”. I tre sventurati non fanno in tempo a grattarsi e vengono travolti l’uno dopo l’altro dalle rivolte popolari in Egitto, Tunisia e Libia. Putin sospende prudenzialmente gl’incontri con lui. Che intanto annuncia il ritorno al nucleare dopo 24 anni: immediata esplosione della centrale giapponese di Fukushima, con terremoto e tsunami.
Alla sua dipartita, nel novembre 2011, seguono tre anni di tregua. Poi arriva Renzi. Per pura coincidenza, nasce l’Isis e ricominciano attentati e guerre in tutto il mondo. Gli altri paesi escono chi più chi meno dalla crisi finanziaria: l’Italia no. Il 3 gennaio scorso la Ferrari va in Borsa e Renzi, non si sa bene perché, partecipa al varo accanto a Marchionne ed Elkann, che pure l’avevano pregato di tenersi a debita distanza: “Finalmente l’Italia c’è”, fa in tempo a dire prima che il titolo Ferrari venga sospeso per eccesso di ribasso. Poi si allontana e le azioni riprendono un po’ di colore. A Porta a Porta, consiglia vivamente ai risparmiatori di investire in Mps: lo stanno ancora cercando (il titolo crolla del 60% in sei mesi). Ma è nello sport che i soliti malpensanti intravedono la mano malefica del nuovo, presunto re Mida all’incontrario. I mondiali 2014, previ sbracciamenti augurali di Renzi, li vince la Germania. Ci riprova con gli Europei 2016, infatti vince il Portogallo. Ma cosa volete che c’entri? Non scherziamo, per favore, queste son cose serie. E poi la Fiorentina, la sua Viola: va al Franchi a vederla contro la Lazio, che vince. Corre all’Olimpico ad ammirarla contro il Napoli, che trionfa. Accompagna Padoan a vedere la sua Roma contro il Catania e indovinate come va a finire.
Poi la trasvolata olimpica a Rio, purtroppo non a bordo dell’Air Force Renzi che, da quando si chiama così, non esce dall’hangar. Cinque giorni basteranno per festeggiare la 200esima medaglia d’oro, pensa lui. E distribuisce messaggi beneauguanti a tutti gli atleti che, ignari di tutto, ringraziano. L’unica che sospetta qualcosa è la schermitrice Rossella Fiamingo che, al trentaquattresimo sms del premier, afferra prudenzialmente un corno: “Ho smesso di leggerli perché mi davano un po’ d’ansia”. Troppo tardi: l’annunciatissimo oro è già diventato argento. Un altro superfavorito è Nibali, mai caduto in vita sua. Basta un “Forza Vincenzo” e quello si schianta alla prima curva, con doppia frattura. Renzi lo consola: “Tranquillo, ti riporto a casa io sul mio aereo”. Entusiasmo dell’interessato, tutto il viaggio di ritorno con una mano sola. Finalmente il premier riparte per l’Italia: c’è bisogno di lui per il Sì al referendum. Ma per gli azzurri superstiti non c’è più niente da fare lo stesso: gli hanno già dato il numero di cellulare. “Il mio atleta preferito è una sola Federica Pellegrini, la Divina, che oggi compie 28 anni: l’ho vista in forma”, fa in tempo a dire prima di imbarcarsi, aggiungendo un misterioso “Only Federica”. La fine è nota: siccome sul podio ci sono tre posti, Only Federica arriva quarta. Pare però che alcuni atleti, che comprensibilmente non vogliono declinare le proprie generalità e soprattutto i numeri di telefono, non siano stati citati: potrebbero ancora farcela. Questo e altro insinuano i peggiori siti web, che si attaccherebbero a tutto pur di dimostrare che l’unico vero grande gufo è lui. Noi ci dissociamo con vigore, certi come siamo che Renzi porta sempre buono. Dopodiché gli saremmo grati se continuasse a non augurarci il buon compleanno. Così, per precauzione.
di Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano 11/8/2016