Roberto Rotunno, il Fatto Quotidiano 10/8/2016, 10 agosto 2016
BARCLAYS, LA BEFFA DEL MUTUO LEGATO AL CAMBIO DEL FRANCO
Sembravano mutui casa a condizioni vantaggiose. In realtà, tra le pieghe dei moduli proposti da Barclays a migliaia di famiglie italiane e scritti nel burocratese bancario, si nascondeva una sorpresa: una clausola che agganciava la cifra da restituire al tasso di cambio tra euro e franco svizzero. Così quando la valuta elvetica si è apprezzata (in particolare a inizio 2015), chi aveva sottoscritto quel tipo di contratto con la filiale italiana dell’istituto inglese si è ritrovato un debito ben più alto di quanto previsto. Uno choc che rischia di espandere la sua portata: i mutui indicizzati al franco svizzero firmati in Italia da Barclays sono per l’esattezza 9.978, 5 mila quelli ancora in corso.
Tanti tra questi debitori, preoccupati tra ipoteche e fideiussioni, accusano la banca di scarsa trasparenza e si stanno organizzando per chiedere l’annullamento della dicitura contenuta nell’accordo. Una voce ritenuta poco chiara ma che di fatto, a loro insaputa, ha reso quel mutuo una vera e propria scommessa (persa) sul mercato valutario. Facciamo qualche esempio degli effetti che ha generato: nel 2007, Franca Berno ha acceso un mutuo da 80 mila euro; quattro anni dopo, nel 2011, la somma residua era di 73 mila euro ma per poter cancellare il debito la banca ne ha chiesti ben 96 mila. Molto simile la vicenda di Sheila Meneghetti: un mutuo da 170 mila euro, una cifra ancora dovuta di 140 mila; quasi 208 mila euro la richiesta. Le due donne sono la presidente e la vicepresidente di Tuconfin, associazione nata a maggio e pronta a sfidare Barclays in tutte le sedi pur di dimostrare che ha violato i diritti dei consumatori. In questo momento, ha intentato tre cause diverse e attende la prima sentenza a gennaio.
Ma come hanno fatto questi debiti a salire così? Il metodo è complesso, legato al mercato valutario e si avvale dell’asimmetria informativa tra banca e cliente. Questi contratti, proposti tra il 2007 e il 2011 da Barclays, sono agganciati al Libor svizzero e non all’Euribor. Il problema è che, essendo mutui “in valuta”, il rischio del cambio ricadeva sui clienti: alcuni di loro – raccontano – sono stati tranquillizzati allo sportello, perché per anni il tasso di conversione euro-franco è stato fisso a 1,20.
Le cose sono cambiate quando la Banca centrale elvetica ha apprezzato la propria moneta. Quella famosa clausola del contratto prevedeva, in caso di estinzione anticipata, una duplice conversione della somma da restituire alla banca (così è stata scoperta la beffa): prima da euro a franco svizzero, applicando il tasso di cambio deciso da banca e cliente al momento della stipula; subito dopo un’altra conversione da franchi a euro, questa volta applicando il tasso di cambio stabilito dalla banca centrale svizzera. Essendo nel frattempo diventata più forte la valuta elvetica, il risultato è stato un aumento del debito. Con rate salite anche del 40-45%.
Barclays sostiene di non aver violato gli obblighi di informazione e di essere disponibile al dialogo per risolvere le situazioni critiche. Il fatto che la clausola contenuta nei contratti sia poco chiara è già stato appurato in diverse sedi: nel 2012, la Banca d’Italia ha sanzionato due dirigenti di Barclays per la scarsa trasparenza. Più di trenta casi, inoltre, sono finiti di fronte all’Arbitro bancario finanziario, organo di risoluzione extra-giudiziale delle controversie tra clienti e istituti di credito. L’Abf, tuttavia, non emette decisioni vincolanti, e non sempre la banca si è adeguata alle “sentenze” favorevoli ai mutuatari. La stessa Corte di Giustizia europea ha spiegato che le clausole devono essere comprensibili sul piano grammaticale e devono anche permettere al consumatore di capire il meccanismo di conversione della valuta estera. Per il momento però, il Tribunale di Milano ha rigettato la richiesta di azione inibitoria presentata da Altroconsumo perché mancavano i presupposti di urgenza. L’obiettivo dell’associazione Tuconfin è avviare dopo l’estate una grande class action contro Barclays. “Per farlo – spiega la presidente Berno – è necessario informare anche chi ancora non sa di avere quella clausola nel mutuo e lo scoprirà solo quando vedrà presto lievitare le rate”.
Roberto Rotunno, il Fatto Quotidiano 10/8/2016