Francesca Fornario, il Fatto Quotidiano 10/8/2016, 10 agosto 2016
CHE EQUIVOCO: È LA LINEA EDITORIALE!
Vorrei precisare un paio di cose. La prima è che non sono stata cacciata da Radio2 ma me ne sono andata. La seconda, più importante, è che non sono vittima di censura, ma di linea editoriale. L’equivoco censura-non censura è un lascito avvelenato della stagione del berlusconismo ormai felicemente alle spalle ed è figlio dell’analfabetismo funzionale per cui il 99,9 per cento degli italiani, compreso il direttore di questo giornale, ignora cosa sia una linea editoriale.
Nella convinzione che colmare questa lacuna contribuisca a rasserenare gli animi e convincere Nanni Moretti a non tornare di corsa con il traghetto da Ponza per organizzare un girotondo intorno alla Rai, procedo a spiegarlo ai lettori del Fatto Quotidiano, così che la piantino di gridare alla censura ogni volta che viene indicata una linea editoriale.
La Linea Editoriale è quella cosa che a noi autori viene trasmessa dai capostruttura ai quali viene trasmessa dai direttori ai quali viene trasmessa da dai direttori artistici ai quali viene trasmessa in sogno da un criceto parlante in russo.
Nello specifico, la linea editoriale di Radio2 – per distinguersi dal modello diseducativo delle radio commerciali – è altamente ispirata alle lunghe pause di silenzio tra una nota e l’altra durante le composizioni minimaliste di John Cage, che puntavano ad avvicinare le masse alla musica d’avanguardia astratta. Prevede la sostituzione della satira politica, dei personaggi, delle imitazioni, delle gag con il vuoto che resta una volta eliminate la satira politica, i personaggi, le imitazioni e le gag.
Una squadra di esperti riuniti nel sottoscala di Via Asiago ha infatti scoperto che il modo migliore per convincere gli ascoltatori a non spegnere la radio è evitare che si accorgano che la radio sia accesa. Allo scopo, i conduttori devono operare la sostituzione delle battute di satira politica tipo “Minoranza Pd spaccata: da un lato chi è fedele a Renzi, dall’altro chi gliela dà vinta” o “Verdini spiega che le riforme puntano ad eliminare un doppione inutile. Il centrosinistra” con, a scelta dell’autore e nell’inviolabile rispetto delle sue convinzioni politiche e sensibilità individuale:
1) imitazione del rumore prodotto dal motore surriscaldato della Multipla ferma in coda sulla Pontina.
2) Voce di venditore ambulante di fette di cocco.
3) Ronzio di zanzara.
Nel caso di programma condotto da due donne e quindi evidentemente destinato a un pubblico di sole donne, essendo Radio2 impegnata nella battaglia per l’emancipazione femminile e la parità tra i sessi in un paese in cui troppe volte le donne sono costrette ad ascoltare programmi condotti da uomini che parlano di argomenti che non rivestono alcun interesse per le donne, tipo le riforme costituzionali o le elezioni amministrative o la mancata integrazione delle seconde generazioni nei sobborghi delle metropoli europee, le conduttrici potranno ribellarsi a questo squallido approccio sessista e maschilista e imporre in agenda temi di reale interesse per il pubblico femminile quali i detergenti per la casa, i saldi, pannolini da cambiare e Christian Gray. Per evitare che le ascoltatrici ascoltino e cadano in tentazione di spegnere la radio, le conduttrici dovranno parlare a voce altissima, accavallandosi, così che la loro presenza non venga rilevata dalle donne in ascolto, a loro volta prese in una conversazione con le amiche sui detergenti per la casa, i saldi, pannolini da cambiare e Christian Gray.
Spero con questa spiegazione di aver chiarito una volta per tutte a quel testone di Andrea Scanzi che NON SONO VITTIMA DI CENSURA. E che, parafrasando Woody Allen quando dice che “la pornografia non esiste, è solo l’erotismo degli altri”, la censura non esiste. È la linea editoriale degli altri.
di Francesca Fornario, il Fatto Quotidiano 10/8/2016