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 2016  agosto 08 Lunedì calendario

UNA PENA DI MILLE DRACME PER IL QUIZ VOLUTO DAL MIBACT

All’annuncio del Mibact (Ministero dei beni culturali e turismo) dell’imminente concorso per l’assunzione di 500 funzionari, uno stupore aveva cominciato a diffondersi. Finalmente una buona notizia! In effetti tale sarebbe: sappiamo tutti quanto bisogno abbia, questo Paese, di bravi e competenti funzionari dediti alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio. La meraviglia causata dalla buona notizia si è poi sciolta come neve al sole dinanzi ai test, per la stravaganza del nozionismo richiesto. Basterebbe dare una scorsa alle domande per capire l’esplosione di polemiche e indignazione, e tra tutte le perle fermarsi sulla famigerata domanda n. 70: “L’opera All’amico Lucio dello scultore catanese Carmine Susinni, esposta anche all’Expo lungo il decumano, ritrae Lucio Dalla: a) in piedi con il clarinetto; b) che parla con un gatto; c) seduto su una panchina?” Per misurare la distanza, non soltanto temporale, dei nostri tristi tempi dall’antichità classica, appare persino banale, e inutile, richiamare l’estetica di Plotino nelle Enneadi, o la Vita di Apollonio di Tiana sulle dotte conversazioni sull’arte, su Fidia o Prassitele. Ecco, dinanzi a simili imbecillità sesquispedali, se io fossi il ministro applicherei la legge vigente a Tebe, città della Beozia, di cui ci parla Eliano: “Vengo a sapere che una legge in vigore a Tebe impone agli artisti – sia pittori, sia scultori – di rappresentare i loro soggetti più belli di quanto essi siano: agli scultori e ai pittori che li raffigurano più brutti la legge minaccia come punizione un’ammenda di mille dracme” (Eliano, Storie varie 4.4). Una pena di mille dracme, non certo per Susinni, ma per chi ha escogitato quella domanda.
di Orazio Licandro, il Fatto Quotidiano 8/8/2016