Michele Serra, l’Espresso 7/8/2016, 7 agosto 2016
SE TI SCHIACCIO CON IL TIR LA COLPA È DELLE ELITE
Le élite non capiscono più il popolo, e per questo saranno travolte dalla storia. Le loro categorie mentali e i loro criteri di interpretazione sono vecchi, decrepiti. Se per esempio un camionista pregiudicato, con precedenti penali per rissa, scrive sulla sua pagina Facebook «immigrati di merda, vi passerò sopra con il mio Tir», ecco che subito scatta il coro, scontato, delle anime belle che lo accusano di razzismo. Ma è sbagliato. «Il camionista - spiega lo storico Gelindo Scapagnasca, curatore per "il Giornale" della nuova collana "Hitler a colori" - sta solo esprimendo il suo disagio sociale. Se lo ascoltiamo, magari si accontenterà di spaventare con il suo camion gli immigrati sfiorandoli appena mentre vanno a lavorare nei campi a piedi, e guardandoli nello specchietto retrovisore mentre cadono nel fosso come birilli per lo spostamento d’aria, terrorizzati. Se invece non lo ascoltiamo, passerà più volte con il Tir sopra gli immigrati riducendoli in poltiglia; e sia chiaro, saremo noi, non lui, ad avere sulla coscienza quei poveracci, perché non abbiamo ascoltato la sua rabbia».
I precedenti storici Lo stesso Scapagnasca fornisce le prove storiche dei disastri irreparabili provocati dalle élite benpensanti. Il Ku Klux Klan nacque, nell’America profonda e più autentica, perché qualcuno cominciò a dire che lo schiavismo era una porcheria, facendo sentire a disagio un sacco di brava gente del Sud colpevole soltanto di essere bianca, e di pensare che i negri dovevano continuare a fare i negri. «Tutte quelle zitelle quacchere che si sdilinquivano per l’uguaglianza, e tutti quei professoroni del cazzo che leggevano inutili libri e sproloquiavano di diritti dell’uomo, hanno gettato le basi della società multiculturale creando, loro sì, il vero razzismo», si legge nella prefazione di Scapagnasca alla nuova collana per l’infanzia, ancora in fase di studio, "Hitler spiegato ai bambini". Circa la presenza di decine di milioni di africani nelle Americhe, Scapagnasca sostiene che dipende solo in minima parte dalla deportazione degli schiavi, e in massima parte dalla prolificità animalesca dei Kunta Kinte e dei mandingo, scatenati con le donne una volta varcato l’Atlantico.
L’Islam Un altro esempio classico è l’atteggiamento da tenere con i musulmani. Per capire se siete uno smidollato destinato a essere cancellato dalla faccia della Terra, oppure se siete in sintonia con gli umori profondi del popolo, fate questo test. Nel vostro palazzo abitano due musulmani. Uno è amabile e cortese, e dopo l’assassinio di padre Jacques è andato a pregare in chiesa con i fratelli cristiani. Un altro è torvo e ostile, trascorre le giornate in balcone affilando armi da taglio e quando vi incontra in ascensore vi sibila in un orecchio che presto sgozzerà voi e la vostra famiglia, risparmiando solo il vostro cane perché è un animale impuro. Di quale dei due dovete maggiormente diffidare? Ma è ovvio! Del primo, che sta cercando di darvi un’immagine rassicurante dell’Islam perché sa che siete un idiota, tipico rappresentante del buonismo che sta distruggendo la nostra civiltà. Invece di scambiare ridicoli salamelecchi con il vicino di casa moderato, dovreste congratularvi con quello malvagio perché ha l’onestà di non nascondere la sua indole. Sarà lui a fare di voi un vero crociato, e insieme bastonerete a morte l’islamico moderato e tutti i condomini che non si impicciano degli affari loro.
Omosessuali e donne Come dimostra il modo di fare, sono un po’ la stessa cosa. La cosiddetta omofobia e il cosiddetto femminicidio sono reazioni («non condivisibili», riconosce Scapagnasca) alla impressionante perdita di ogni limite e di ogni autocontrollo da parte di queste due invadenti categorie. Basta un Gay Pride, o anche un’ora ascoltando le chiacchiere in un salone di parrucchiere per signora, a scatenare reazioni incontrollate.
Scapagnasca Come i lettori avranno notato, questa rapida digressione sugli equivoci nefasti prodotti dal politicamente corretto, e sulla decadenza inarrestabile delle élite democratiche, ha avuto come referente un unico studioso, Gelindo Scapagnasca. Uno solo, vi rendete conto? È la prova definitiva del conformismo e della pavidità delle élite intellettuali.