di Daniela Ranieri, il Fatto Quotidiano 4/8/2016, 4 agosto 2016
PIGIAMI E TAPPETI. L’OSTENTATA NORMALITÀ DEL TWEET CLASSISTA
L’indispensabile servizio di Diva e Donna dal titolo “Il Sindaco in pigiama fa grandi pulizie”, in cui Virginia Raggi appare sul balcone di casa mentre fa colazione, si stiracchia, batte un tappeto sulla ringhiera, ha scatenato nello sfogatoio del web opposte fazioni: i naturalisti dell’anticasta, diciamo i crudisti della politica, che hanno visto nelle ciabatte di peluche di Raggi la prova della sua onestà; e gli impiegati del sarcasmo, i teppisti dell’hashtag , i bulli da osteria dem che l’hanno derisa perché “truzza”, “disperata”, “poveraccia” (sono commenti presi a caso). Tra questi, molti elettori del Pd romano, ormai confinati nel centro storico e ai Parioli come la tribù dei Piedi Neri nel Montana, che non hanno trovato stridente con la ragione sociale del partito irridere la mise proletaria della eletta in Campidoglio.
Anche se gli va reso l’onore di aver piegato la canzonatura in tema politico con un doppio carpiato semiotico: siccome sono le starlette ad essere paparazzate senza trucco e in situazioni domestiche, se ne deduce che i grillini, alla faccia dei loro sguaiati proclami populisti, appena messo piede nella stanza dei bottoni si rivelano casta.
A dare manforte agli studiosi di psico-politica gossippara è arrivato l’altro ieri il “salotto buono” della borghesia: “Il suo (della Raggi, ndr) volersi proporre come la sindaca della porta accanto, l’ostentata ‘normalità’, quella emersa anche dalle foto in pigiama blu (a maniche lunghe, con questo caldo…) mentre sgrulla un tappetino del figlio”, secondo il Corriere sarebbero il “porto sicuro” di una parvenu della politica catapultata dalla periferia di Roma (o, alternativamente e se fa comodo, dallo studio di Previti) ai luoghi del potere.
Nell’espressione “ostentata normalità” c’è tutto: evidentemente il Corriere sa qualcosa che noi non sappiamo, ovvero che la sindaca deve aver ricevuto una telefonata da Davide Casaleggio che le intimava di mettersi in tenuta da notte (ecco perché il pigiama invernale: per la fretta), chiamare i fotografi, aspettare, e al comparire dei paparazzi uscire sul balcone e sbattere tappeti allo scopo di “ostentare normalità”. Oppure si tratta di quel razzismo flautato, quell’orrore del popolo che all’epoca dell’entrata dei grillini in Parlamento allarmò gli osservatori, consci del pericolo per le istituzioni rappresentato dai jeans indossati dai “cittadini” alla faccia di ogni liturgia.
“Marcello, interrompi il Consiglio”, l’ha sentita dire il Corriere al presidente De Vito durante la tesa assemblea di lunedì, “devo andare a prendere mio figlio”. Raggi fa così, ora che è “messa sotto pressione e sotto assedio dal Pd e dal resto delle opposizioni per il caso Muraro”. Che Raggi “stia sulle spine”, ovvero che sia inadatta a governare, il Corriere lo vede “da piccoli segnali”. Tipo? Beh, “in aula vive la presentazione delle linee programmatiche come si arriva all’appuntamento col dentista, oppure come un obbligo da assolvere nel più breve tempo possibile”. Ecco, se Raggi fosse andata in aula come si va a un appuntamento col maestro di yoga e come se fossero impegni da assolvere nel più lungo tempo possibile, magari h24, avremmo potuto pensare che non fosse sulle spine. E invece no.
Così mentre la scemaglia del web e l’autorevole Corriere si dedicano alle foto rubate, la cosiddetta sinistra, composta da una vestigiale intellighenzia – gente col catalogo Einaudi in salotto – e dalla ciurma leopoldina, minaccia scoop sull’immondizia e storce la bocca. Direte: possibile che questi siano talmente scemi da lasciar trapelare tutto il loro classismo, quello a causa del quale la gente normale – gli operai, gli insegnanti, le casalinghe, i disoccupati – non li vota più?
Vuoi mettere l’eleganza di organizzare cene di finanziamento con un parterre in cui compariva il grande intellettuale Salvatore Buzzi, o di sguazzare nel mare di Formentera come Boschi, o di frequentare il resort di Briatore a Malindi, come l’allora ministro Melandri. Ecco, Melandri, che alla vista delle ciabatte della Raggi deve aver avuto un malore, durante la guerra civile in Ucraina twittò che aveva il cuore spezzato perché Nadia, la sua colf ucraina, “sognava l’Europa per i suoi figli”. Così, con non ostentata normalità. Poi dice che questi non sono vicini al popolo.
di Daniela Ranieri, il Fatto Quotidiano 4/8/2016