Il principe di Galles va in vacanza di Billy Wilder, Odoya 2016, 4 agosto 2016
PICCOLA LEZIONE DI ECONOMIA Trentacinque anni fa ricevetti in dono un distributore automatico di cioccolato per bambini
PICCOLA LEZIONE DI ECONOMIA Trentacinque anni fa ricevetti in dono un distributore automatico di cioccolato per bambini. A quel tempo si chiedevano insistentemente i soldi ai parenti, per infilarli poi nel distributore automatico, si tirava… e davanti al compratore o al venditore ecco che c’era un pacchettino di cioccolata avvolta nella carta grigia che veniva offerta con festoso entusiasmo alla zia. Quando il distributore era vuoto lo si apriva con una chiavetta, e il denaro che conteneva veniva immediatamente riutilizzato per l’acquisto di una nuova fornitura, che all’ingrosso costava un po’ meno rispetto al prezzo della cioccolata del distributore. Con un giocattolo noi bambini venivamo così introdotti con lievità al compenso di intermediazione. Uno traeva dei profitti, doveva organizzare il magazzino, insomma era un imprenditore. Il «mondo degli affari», travestito da principe delle fiabe, guardava dalla fessura della porta nella camera dei bambini. Il talento commerciale veniva precocemente formato, una spiccata intraprendenza veniva ancora affinata, il senso per gli affari risvegliato e messo al servizio della ricchezza nazionale. Il distributore automatico di cioccolata non è che un esempio. Non si riesce a comprendere come mai i semi gettati allora, germoglino in me solo ora, appena un secondo prima che arrivasse a maturazione in me quel fecondo pensiero con il quale ora mi accingo a diventare ricco e potente. «Ognuno è l’intermediario di sé stesso», questo è il motto seguendo il quale ho intenzione di vivere in futuro e il cui senso e contenuto consegno ora all’opinione pubblica. Un esempio: mi faccio la barba da solo. Compro sapone, pennello, allume di rocca, acqua di colonia e borotalco. Faccio il filo al rasoio. Investo tempo, energie e soldi per farmi la barba con cura. Che vantaggio ne ho? Dove va a finire il rendimento da lavoro e da capitale dei miei sforzi quotidiani? Mi è forse mai capitato, obnubilato com’ero, che fossi ricompensato adeguatamente di tutte le mie fatiche? Imperdonabile sperpero delle sostanze economiche! D’ora in avanti andrà in un altro modo. Pagherò me stesso. Farmi la barba da solo è più economico che se lo facesse il barbiere, voglio fargli concorrenza. E mi pago. Mi somministro alimenti che compro a buon prezzo e vendo a me stesso a prezzo più alto. E come sono felice di intascarmi l’utile che il ristoratore avrebbe su un paio di würstel. Ogni volta che mi concedo di soddisfare le esigenze della vita quotidiana come imprenditore aggiungo un 20 per cento di profitto d’intermediazione alle spese vive. Le gomme da masticare le prendo da un distributore automatico che è esposto nella mia anticamera e i cui profitti spettano a me. Le sigarette me le fornisco solo al prezzo dei camerieri. Quando chiudo il portone di casa, mi concedo una mancia. Non smetto mai di fare la corte al consumatore che è in me: per lui il meglio è appena buono abbastanza e bisogna mostrargli la massima disponibilità a venire incontro ai miei inflessibili principi di gestione commerciale. Nel mio appartamento sono esposti dei manifesti in cui vengono decantati con parole roboanti e colorite la qualità degli articoli da profumeria, i benefici effetti digestivi di vini e liquori noti da tempo immemorabile e la comprovata efficacia di medicinali fidati. Con grande avvedutezza, regolo domanda e offerta, innalzo incessantemente i consumi e, dopo aver ben ponderato la loro regolamentazione, faccio pubblicità efficaci. Su un podio riposa un libro mastro bello spesso su cui, con la scrupolosità di un pignolo commerciante trascrivo il dare e l’avere dei miei affari. Ogni giorno faccio il bilancio. So in ogni momento che cosa devo. Purtroppo mi manca un po’ di capitale sociale. Di recente ho chiesto a Schimmelpfeng (all’agenzia di recupero crediti di Francoforte, ndc) informazioni su me medesimo. È bene che continui a farmi credito? Come uomo d’affari devo prendere le mie precauzioni. Temo di non essere un buon investimento.