Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  agosto 03 Mercoledì calendario

TRE NERD CONSIGLIANO A PEP L’ALGORITMO DEL GOL

Le «ragioni del calcio», per citare Osvaldo Soriano, sono sì misteriose. Forse, però, non sono impossibili da conoscere con la ragione. Lo hanno dimostrato i tre italiani vincitori del premio Players’ Player, quello assegnato dagli stessi partecipanti, tra i quattro premi consegnati al termine di #hackmcfc, la gara per analisti calcistici che si è tenuta questo fine settimana nella casa del Manchester City. Lo scopo? Individuare un modello matematico utile a Pep Guardiola e al suo staff sul piano tattico. «Manchester è una città nata per studiare il calcio», racconta Gian Piero Cervellera, professore di Informatica applicata a Siena e membro di Football Intelligence, la società di analisi statistica sul calcio fondata, tra gli altri, dall’ex interista Bernardo Corradi. Con l’analista calcistico Mario Savo e il ricercatore Matteo Consonni, è nata in Inghilterra una squadra di italians. Una squadra vincente.
In meno di 72 ore, stipati nel campo indoor del City, i concorrenti hanno avuto a disposizione tutto il possibile – dai pc al ping pong, dai database al calcetto – per studiare più di 5 milioni di numeri. E si trattava solo delle prime 10 gare del City nell’ultima Premier. I dati sui giocatori, sia di posizione che di movimento, erano molto dettagliati. Così dettagliati da spingere il club a far firmare un patto di segretezza ai partecipanti. Qualcuno, senza successo, ha chiesto addirittura a Lee Mooney, responsabile del settore analisi del City, il dato sull’inclinazione dell’asse terrestre durante le gare. Ecco, magari un po’ esagerato. «Abbiamo dormito pochissimo per sviluppare il nostro sistema statistico – dice Mario –, ma ora siamo, di fatto, consulenti del City». Poco male se gli altri premi (Jury, Academy e Prototype) sono finiti in mani inglesi.
Il modello italiano premiato elabora milioni di variabili e trova le vie più efficaci per superare le linee di pressione avversarie. Ovvero la tattica di gioco più probabile per arrivare in gol, tra infinite strade possibili. A partire da un’analisi statistica, si può quindi identificare un piano perfetto per fare gol. Anzi, idealmente, sarebbe possibile costruire la squadra perfetta, dato che il modello permette di identificare non i giocatori più forti, ma i più adatti. I più efficaci. Proprio come i nostri connazionali, che hanno fornito un’arma in più a Guardiola. Pep, di certo, non ne aveva bisogno. I migliori, però, sono sempre quelli che non smettono di migliorarsi.