varie, 4 agosto 2016
SCIENZA
«Il nuoto non è una scienza missilistica: bisogna soprattutto allenarsi» (Michael Phelps, nuotatore americano, alla sua quinta Olimpiade, nelle quattro precedenti ha vinto 18 medaglie d’oro e 22 totali).
MALATTIE «Io sono malato di sport, un consumatore ossessivo. Da ragazzo li ho praticati quasi tutti: basket, tennis, atletica, sci, sci nautico, canottaggio, calcio, calcio a cinque… È il sangue cubano di mia madre. E l’educazione sportiva pazzesca di mio padre, che mi portava a vedere tutto, dalla Roma ai match di Mazzinghi, e la sera mi parlava di Coppi. Quelli come me sanno di che malattia sto parlando» (Giovanni Malagò, presidente del Coni).
PARANOIE «Non avrei realizzato i miei sogni se non avessi vissuto questo finale di carriera senza paranoie. C’è un tempo per affrontare le gare importanti con agitazione assoluta, la fase in cui essere nevrotici ti aiuta a tirar su l’adrenalina. Ma se vuoi andare avanti a un certo punto devi cambiare atteggiamento. La frenesia che era benzina diventa tossica» (Tania Cagnotto, tuffatrice, alla sua ultima Olimpiade).
DISORDINE «In realtà io sono disordinata. Il tiro mi completa: sì, avevo bisogno di qualcosa da perfezionisti per compensare. Da un lato sono quella che perde le chiavi di casa tre volte al giorno e, dall’altro, quella che si tuffa nella “tranquillità” dello sparare con la carabina» (Petra Zublasing, una tiratrice di tiro a segno italiana, specializzata nella carabina 10 metri ad aria compressa, tra le favorite per l’Oro a Rio).
LEADER «A Genova un pochino ero leader, ma non credo di essere un leader solitario, quello a cui va dietro un intero gruppo. Diciamo che posso essere un punto di riferimento, magari assieme ai compagni più anziani» (Juraj Kucka, calciatore, centrocampista del Milan).
PUGNO «Chiaramente la mia boxe è più adatta alle macchinette, sono uno che punta sulla velocità e sulla precisione in una categoria in cui tanti altri hanno il pugno più pesante del mio. Ma ho studiato per diventare un nuovo Russo, strizzerò l’occhio ai giudici che ora vogliono anche potenza e agonismo» (Clemente Russo, pugile).
SPONSOR «Io ultimo tedoforo a Rio? Sarebbe un grande onore, ma ho un contratto con uno sponsor proprio il giorno dell’inaugurazione. Vorrei svincolarmi, ma ho bisogno della loro autorizzazione» (Pelè).