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 2016  agosto 03 Mercoledì calendario

INTERVISTA A MARIA DE FILIPPI – Roma, agosto Umanità e determinazione, rigore e libertà, serenità e malinconia

INTERVISTA A MARIA DE FILIPPI – Roma, agosto Umanità e determinazione, rigore e libertà, serenità e malinconia. Questi opposti sembrano convivere con inaspettata, naturale armonia nella donna più influente della televisione italiana: “Sua Maestà” Maria De Filippi. Ci riceve al suo quartier generale romano sulla Tiburtina. Shorts e canotta neri, scarpe da ginnastica, un filo di trucco sul volto e un pacchetto di sigarette in mano. Con gentilezza ci chiede di darle del tu. Programmi tv, produzioni, gestione di personaggi, mille altre attività. Maria, ma come fai a far tutto? «È una questione di organizzazione, ma ho anche la fortuna di avere le persone giuste nei posti giusti. A differenza di quanto si può pensare, sono una che delega». Come gestisci il tuo lavoro in tutte le trasmissioni? «A C’è posta per te la redazione lavora tutto l’anno facendo da filtro tra me e le mail che arrivano. Inizio a registrarla a luglio e finisco a febbraio. Le storie con le persone comuni sono quelle più impegnative, ne abbiamo già registrate 12. Poi ci sono Amici, Uomini e donne e Tú sí que vales. In quest’ultimo caso non faccio altro che sedermi e guardare i talenti che arrivano, non ho un ruolo attivo. Il mio impegno dura il tempo della registrazione». Sarà lo chef Simone Rugiati ad affiancare Belén Rodriguez alla conduzione di Tú sí que vales? «Erano tre anni che ci vedevamo per lavorare ad alcuni progetti mai andati in porto, quest’anno ce l’abbiamo fatta». Gira voce che tu e Giuseppe Cruciani, irriverente conduttore della Zanzara su Radio 24, vi stiate professionalmente “annusando”? È vero? «Sì, è vero. Non escludo che in un prossimo futuro si possa concretizzare una collaborazione… Vedremo». A settembre a Uomini e donne ci sarà il trono gay… «Il pubblico in qualche modo se lo aspettava da noi, Maurizio (Costanzo, ndr) insisteva già l’anno scorso. Lui era convinto che io dovessi farlo ma non eravamo riusciti a organizzare i casting. Partiremo il 12 settembre. Sarà un uomo e affiancherà altri tronisti». Come reagirà il pubblico di Canale 5 davanti a un bacio tra due uomini? «Sarà tutto normale, non ci sono dinamiche diverse nell’amore omosessuale. Quando a C’è posta per te ho raccontato una storia gay con alcune sorprese, l’ho fatto esattamente come racconto altre storie. Quando ho pronunciato i due nomi c’è stato un piccolo brusio del pubblico, ma al di là di questo nient’altro». Ci saranno cambiamenti nella giuria di Amici? «Penso di sì ma non so ancora quali, ogni anno abbiamo cambiato qualcosa. Non credo più alle giurie litigiose, in passato ero arrivata al punto in cui sapevo già cosa avrebbero detto. Erano un po’ la recita di loro stessi: poi il pubblico se ne accorge». Quante persone lavorano per te? «Sono quasi 180, e sono tutti importanti». Com’è distribuito il lavoro? «Ho iniziato a produrre perché ho una struttura importante. Sabina Gregoretti è a capo di tutte le produzioni. E per tutti i programmi c’è un lavoro di squadra fatto da oltre 15 persone che collaborano con me e di cui mi fido completamente». Sono in arrivo nuove produzioni per la tua (e di Rti) Fascino? «Le novità saranno coprodotte, come il programma con Simona Ventura per Italia 1. Poi i concerti per Canale 5 e uno “two woman show” con Sabrina Ferilli». Cosa state preparando per la Ventura? «A differenza di quanto detto in giro non sarà un programma dedicato solo alla trasformazione fisica. Ci concentreremo anche su chi in qualche modo ha delle dipendenze, per aiutare a superarle. Non è un programma facile, andrà in onda a novembre». Discovery avrebbe fatto follie pur di averti, si era parlato di un’offerta di 180 milioni di euro. Com’è andata la trattativa? «Abbiamo parlato con i responsabili della possibilità di avere un intero canale a disposizione: queste cifre esorbitanti non erano certo per me, ma per l’intera operazione. Se pensi a una programmazione 24 ore su 24 per tre anni non sono poi così tanti, considerando che si trattava di una rete “in chiaro” che doveva competere nel panorama televisivo. Da un lato è stata una grossa gratificazione, dall’altra avevo anche la paura di non essere all’altezza. Non si tratta solo di condurre o produrre per altri ma di creare un vero palinsesto e bisogna avere competenze anche nel marketing. Ho avuto l’impressione che si trattasse di un altro lavoro e ho pensato fosse il caso di continuare il mio». Come fai a trovare il tempo per la tua famiglia? «Mio figlio Gabriele lavora con me, ho la possibilità di vederlo tutto il giorno. Maurizio lo vedo al mattino e alla sera». Che ruolo ha Maurizio nel tuo lavoro e nella tua vita? «Lui è sempre importante perché è quello che mi ha insegnato tutto. Maurizio è il mio equilibrio, se non avessi lui non avrei fatto questo mestiere». Oggi sei la regina della tv, ma tutto è iniziato per caso. «Non mi sento regina di niente. Siamo persone che riempiono un elettrodomestico, come il Dixan per la lavatrice. E sì, l’arrivo davanti alle telecamere non era programmato. Lavoravo dietro le quinte di Amici e mi trovavo sempre in difficoltà nello spiegare come volevo venisse fatto il programma. Un giorno Maurizio provocandomi mi disse: “E allora fallo tu”. Mi è preso un colpo, ma ho iniziato a prepararmi, mi faceva lezioni e per riuscire a stare davanti alle telecamere, mi mandò in un posto chiamato Microstampa e mi disse: “Adesso prova a intervistare tutto l’ufficio”. Mi faceva leggere i gialli di Simenon e dovevo riassumerli in maniera sempre più sintetica». È vero che come coach scelse una sua ex moglie? «Mi affidò a Flaminia Morandi (mamma dei figli di Maurizio, Saverio e Camilla, ndr) che aveva grande esperienza nel settore, mi preparava sulle storie prima di andare in onda. Ero talmente preparata che a un certo punto non ascoltavo nemmeno la risposta, dissi basta. Ero una secchiona». Ci sarà un momento in cui comincerai a ridurre la tua presenza davanti alle telecamere? «La conduzione prima o poi la lasci, perché tanto te lo dice chi sta a casa. L’unico vero giudice è il pubblico. Ecco, spero solo che non finisca di botto, ma gradatamente, in modo tale da acquisire consapevolezza». Il tuo lavoro continuerà dietro le quinte? «Prima non accettavo l’idea di produrre altri programmi, perché ogni volta che un programma andava male la responsabilità era mia. La televisione è fatta di successi, ma anche di insuccessi, che servono per imparare». Un programma andato male che ha pesato sul tuo lavoro? «Ricordo Missione Impossibile, che forse era troppo avanti rispetto a quei tempi. Venivo da una scuola molto dura, per sette anni nelle riunioni non potevo dire una parola e dovevo adeguarmi alle scelte altrui. L’errore di quel programma era quindi la voglia di liberarmi e provare a fare da sola: mi chiesero se volevo degli autori e con aria sprezzante dissi di no. Ho preso una sonora bastonata, che mi è servita perché ho capito che certe figure servono eccome». Come vivi il ruolo di produttrice? «L’idea di produrre mi piaceva e però mi spaventava. Oltre alla possibilità di sbagliare, che io invece contemplo e rivendico, c’era il fatto che, se sbagliavo, altre persone ne venivano penalizzate. Ma pian piano ho superato questa apprensione. E abbiamo fatto il Coca Cola Summer Festival e Temptation Island». Quanto ti aiuta essere anche la produttrice dei programmi che scrivi e conduci? «Da Fascino non ho mai guadagnato un euro e mi va bene così. Ho sempre pensato - e questo me l’ha insegnato Maurizio - che i soldi non te li porti nella tomba e la vita che ognuno deve fare deve essere la vita che gli piace. Fascino per me è un lusso, è la società che mi permette di lavorare su quello che voglio e come voglio. Se avessi fatto di Fascino una società che doveva guadagnare tanto, avrei fatto un danno a me e ai programmi». Come fai a tenerti in forma? «Mangio bene da sempre, faccio ginnastica tre volte a settimana e altre due gioco a tennis. Sono sportiva da quando ero piccola: in casa ero iperattiva, allora mia madre pur di tenermi calma mi faceva fare tantissimi sport. Così alla sera quasi piangevo dalla fame e poi mi spedivano a letto». Che libro stai leggendo? «L’eleganza del riccio di Muriel Barbery». La canzone che ascolti con piacere? «Uno degli album che ho apprezzato è quello di Elisa: Love me forever mi è piaciuto moltissimo». Il tuo piatto preferito? «La pasta. Che è anche il piatto che mangio di meno…». L’ultimo film che hai visto? «Perfetti sconosciuti, bellissimo». C’è qualcosa che non hai mai detto e che ti piacerebbe dire? «Che dopo la morte di mia madre sono diventata un po’ malinconica. Detesto il fatto che le cose sopravvivano alle persone. Ho infatti lasciato intatte la sua casa, la sua stanza, i suoi oggetti più cari. Mi chiedo se abbia fatto la cosa giusta, ma poi mi rispondo che lei ne sarebbe contenta». A questo punto gli occhi di Maria “La Sanguinaria” si riempiono di lacrime. Si accende una sigaretta e per un interminabile istante fissa, in silenzio, l’enorme finestra che dà su via Tiburtina 1361. Alberto Dandolo, Oggi 3/8/2016